CROCE O CROCIFISSO?
Si vuole spacciare il crocifisso come SIMBOLO della Cristianità: ciò è falso
Noi cristiani evangelici rifiutiamo categoricamente tale simbolo che è sempre stato il simbolo solo ed unicamente del CATTOLICESIMO.
Spiegare il perché in Italia deve sparire il “crocifisso” dai muri degli uffici pubblici, è cosa complessa che richiede un’articolata disquisizione dottrinale, teologica e giuridica. Sembra inoltre, che per molti evangelici sia un problema trascurabile che, tutto sommato, non vale la pena di sprecarci l‘inchiostro.
Invece, esso è di tale “capitale importanza” teologica ed ecclesiastica che sembra incredibile che finora non sia stato sollevato “da chi di dovere” dotato di adeguata competenza teologica evangelica o “dai reggitori” delle Chiese Protestanti in Italia.
Vediamo allora le questioni di NATURA TEOLOGICA sollevate dalla presenza del crocifisso negli uffici pubblici in Italia.
Innanzitutto è doveroso premettere che assurdo pensare che gli evangelici italiani, dopo novanta anni di convivenza col crocifisso, presente dappertutto, possano non ritenerlo dannoso per la loro fede… così come mi è capitato di leggere, anche in nome di un inqualificabile pressappochismo religioso! E’ un fenomeno di lenta, inesorabile assuefazione, che ci ha portati ad accettare molte forme di paganesimo cattolico romano come qualcosa di ugualmente cristiano...
Già ai tempi di Mosé, il popolo ebreo si faceva adescare dai riti prestati agli idoli pagani e bestemmiava Iddio. Eppure quel Dio, il Dio di Abramo, lo aveva avvertito che non tollerava alcuna forma di contatto col paganesimo delle popolazioni circostanti, perché ciò avrebbe potuto costituire il germe per un possibile voltafaccia del popolo (cosa del resto puntualmente verificatosi!).
Nessuna Chiesa Evangelica ( valdese, metodista, battista, pentecostale, dei fratelli, ecc.) possiede dentro le sue mura il crocifisso, ma solo la croce: un qualunque vocabolario di italiano, infatti, ci definisce il crocifisso come “un uomo o la statua di un uomo attaccata ad una croce”. Accettare il crocifisso significa dunque accettare la statua di un uomo: ciò è contro la Bibbia che ci dice di non farci statue da adorare perché Dio è un Dio geloso!
Anche Cristo adorava il Padre e ci ha ordinato di adorare “in spirito e verità”. Non c’è bisogno di farsi un’immagine di Dio, perché Dio stesso non l’ha voluto; non c’è neppure bisogno di farsi un’immagine di Cristo Gesù, perché non è l’immagine che aiuta a credere e ad avere fede, ma è la Sua Parola che va letta e messa in pratica.
Neppure il Vangelo ci dà una descrizione della figura di Gesù Cristo, perché ciò è stato ritenuto pericoloso dagli stessi estensori dell’Evangelo, e completamente inutile ai fini della salvezza.
Cristo era biondo, bello e dagli occhi azzurri come un principe azzurro?
La fantasia popolare, alimentata dal clero cattolico, si è sbizzarrita a riguardo e invece di credere in Gesù VIVENTE e alla Sua Parola, il popolo ha preferito l’IDOLATRIA!
C’è un’enorme differenza fra la croce di Cristo e il crocifisso.
Nell’Evangelo quando si parla della croce di Gesù Cristo, si parla del valore della sua morte: Egli è morto come tutti gli uomini di questo mondo (la Parola si è fatta carne; Giovanni 1:1 e ss.) ma poi è risorto, annunciando a tutti che la Morte non è efficace su di Lui e su tutti coloro che credono e crederanno in Lui.
Su questo è bene fare molta chiarezza, perché gli equivoci ci portano sempre lontano dalla Verità rivelata.
L’uomo moderno deve prendere la Sua croce, cioè deve scegliere, se vuole, la strada che conduce a Cristo, morto e risorto una volta per sempre per i nostri peccati; e non prendere due pezzi di legno e metterseli sulle spalle, masochisticamente, ad imitazione fasulla di Cristo.
Ed ecco invece il crocifisso, una statua di un uomo attaccata ad. una croce: una statua che rappresenterebbe Gesù Cristo, morto inchiodato ad una croce... Una statua, un’immagine del Figlio di quel Dio geloso che vuol essere adorato in spirito e verità!
Per la Chiesa Cattolica non si tratta solo di un simbolo, ma di un’immagine da rispettare, da adorare, da venerare, da ritenere sacra e da baciare: una festa cattolica è addirittura intitolata al”Santissimo Crocifisso”, come se quella statua fosse Gesù e si identificasse in Lui, esattamente come le statue degli antichi dei pagani.
Non dunque la Sua Parola salva, ma la devozione verso una statua appiccicata ad una croce! Dov’è qui la Verità di cui Cristo parlava?
Che cos’e l’idolatria se non l’arte di farsi un’immagine di un dio da adorare?
Un prete di campagna, ingenuamente ha scritto che è idolatria avere la croce senza la statuina, mentre è vera fede avere il crocifisso. Bravo! Ha impunemente e volutamente ribaltato il concetto di idolatria. Secondo lui, tutti gli evangelici sarebbero idolatri perché hanno la croce senza la statua di Gesù!
Cosa rispondere? Ebbene, a nessun evangelico cristiano è mai venuto in mente di adorare una croce, né la statua di Gesù ad essa inchiodata, ed è falso che la riforma protestante abbia conservato la croce come reliquia, o come “oggetto” di culto.
Essa è semplicemente un simbolo come un altro, un segno distintivo della morte di un Uomo che per giunta sulla croce non c’è neanche più, perché è risorto!. Nei primi secoli i cristiani usavano il simbolo di un pesce e tanti sono i simboli che oggi potremmo prendere: il grande pittore evangelico battista Paolo Paschetto, autore dello stemma della Repubblica Italiana, ne sapeva qualcosa!
Nessuna chiesa cristiana diversa dalla cattolica ha il crocifisso e se è presente la croce, essa è dunque un simbolo come un altro per indicare che la nostra salvezza è passata, passa e passerà attraverso la morte di Cristo sulla croce.
Solo la religione cattolica apostolica romana ha il crocifisso e lo usa indifferentemente ora come simbolo, ora come arredo negli uffici ora come oggetto di fede, ora come Gesù Cristo stesso! (Non dimentichiamoci che sia pure scherzosamente, don Camillo “parlava” col crocifisso...)
Ma la Chiesa Cattolica non è nuova a simili equivoci perché tutti gli espedienti sono buoni per dominare le masse! Essa ricorre al miracolistico, al misterico e al magico ogniqualvolta non può o non vuole spiegare la totalità della Verità di Cristo.
Come per le religioni pagane pre-cristiane, anche la Chiesa Cattolica ricorre alle statue delle sue divinità, immagini “reali e vere” come “reali e veri” sono i bisogni di aiuto e di protezione delle genti. Il crocifisso e tutte le immagini idolatriche di santi e madonne e di tradizioni professionistiche rappresentano la “misterica realtà del magico”.
Tutti sanno che la Chiesa Cattolica ha la diplomatica abitudine di fagocitare le moltitudini e i popoli con tutto il loro paganesimo: già dopo i primi tre secoli, i cristiani, invece di insegnare ad “adorare Dio in spirito e verità”, riempirono le loro chiese di un tal numero di statue di santi, madonne, di crocifissi e di reliquie che esso era maggiore di quello delle divinità pagane che avevano in origine abbattute.
Tutto ciò per ammaliare e suggestionare i popoli: così anche Gesù Cristo divenne cattolico romano, quando il cattolicesimo applicò l’etichetta evangelica (ma solo l’etichetta!) all’antica religione pagana delle genti, che continuarono l’idolatria nelle chiese, per poi fuori praticare magie, superstizioni, chiromanzie, astrologia, ecc..
Nella religione romana vi è, oggi come allora, un cattolicesimo per i dotti, per le accademie, per le dispute teologiche, e un cattolicesimo praticato dalla quasi totalità delle sue genti, ignoranti sulla Parola di Dio, ma ricche di tradizioni, di superstizioni pagane, di magie, di pratiche idolatre, di speculazioni miracolistiche, ecc.
Accertarsi di questo fatto è fin troppo facile: basta parlare col vicino di casa cattolico..., o col primo passante cattolico per strada…
Il complesso delle dottrine, dei dogmi (misteri) e delle superstizioni cattoliche fu così sintetizzato nel secolo quindicesimo dal grande umanista Erasmo da Rotterdam: “paganesimus est!” (senza scomodare Lutero e gli altri riformatori antichi e moderni).
Vogliamo allora combattere l’idolatria?
O preferiamo chiudere un occhio in nome del buon vicinato o peggio ancora in nome di un falso ecumenismo? Nostro compito sarà sempre quello di dire la Verità; solo la Verità e nient’altro che la Verità di Cristo! Ogni evangelico che voglia essere degno di essere chiamato “cristiano”, non può accettare una statua idolatra, neppure se essa rappresenti Cristo!
“Hanno la legge di Mosé e dei profeti” disse Abramo a Lazzaro (parabola del ricco Epulone), “ascoltino quelli. Se non ascoltano le parole di Mosé e dei profeti, non si lasceranno convincere neppure se uno risorge dai morti”.
Eppure Cristo è risorto e continuano ad ignorare la Sua Santa Parola!
Se la Chiesa Cattolica vuole continuare a tenere il crocifisso nelle sue chiese, faccia pure. Nessuno può o deve impedirglielo: è un fatto intoccabile di libertà di tutte le confessioni religiose di credere a ciò che vogliono , nel rispetto della legge.
Ma è assolutamente intollerabile che una religione imponga un suo simbolo in un ambito statale, alla vista di tutti i cittadini cattolici e non cattolici, in un ambito cioè che sta al di fuori della sua competenza confessionale...
Imporre il crocifisso a tutti i cittadini è già in se stesso un atto di intolleranza, perché si invade un campo (quello statale) che non è di pertinenza di nessuna chiesa in particolare a meno che non vogliamo definire “confessione religiosa” anche la Democrazia Cristiana o un partito al governo! Un partito politico, sia pure di maggioranza, non può imporre a tutti i cittadini un simbolo di una religione perché risulterebbe odioso a quanti non appartengono a quel partito o a quella religione. Ci ritroveremmo di nuovo a confondere il trono con l’altare, esattamente come succede nei paesi musulmani dove l’Islam e il Corano sono obbligatori per tutti...
E’ inutile prendersela con i paesi islamici, se poi in Italia, la chiesa cattolica fa la stessa cosa.
Non dobbiamo allora convincere la Chiesa Cattolica a togliere il suo crocifisso (non lo farebbe mai!); dobbiamo invece batterci per un pluralismo religioso “in ambito statale”, perché è lo Stato la causa di questa ingiustizia. E’ lo Stato che deve rimuoverlo.
Avere fede è importante e non è un crocifisso che ci impedisce di credere nell’Evangelo, ma è altrettanto importante essere solidali con quei credenti che si sentono “offesi e scandalizzati” nel vedere sempre e dovunque, davanti ai loro occhi, un idolo pagano, ogni qualvolta entrano in un ufficio pubblico.
Sarebbe la stessa cosa se un partito di maggioranza imponesse il suo simbolo vincente (per es. lo scudo crociato...o falce e martello) in tutti gli uffici pubblici. Che penserebbero gli iscritti e i votanti degli altri partiti? Che lo Stato appartiene alla maggioranza piuttosto che a tutti?
Se noi non siamo di questo mondo, come ci ricorda L’Evangelo, non significa che ci sta bene che questo mondo vada a rotoli o allo sfascio. Sforziamoci di dare un contributo di giustizia, di onestà, di sapienza, di uguaglianza, ecc. :Basta infatti un po’di sale per insaporire una pietanza, ma se il sale diventerà insipido?
Sia allora questa, una testimonianza verace, contro l’idolatria e contro la ri-cattolicizzazione dello Stato, divenuto laico nel 1987. Non dimentichiamoci che il crocifisso, finora ha fatto comodo anche per raccogliere voti.
“Diletti” ci ricorda l’Evangelo, “guardatevi dagli idoli… dai falsi dottori e… dai falsi profeti”. (1 Giovanni 5:21; Filippesi 3:2; Matteo 7:15)
Anche il Giovanni dell’Apocalisse (cap 22:6-16) si prostrò per adorare ai piedi dell’angelo che gli aveva mostrato tutte quel le cose, ma l’angelo gli disse: “guardati dal farlo, io sono conservo tuo e dei tuoi fratelli, dei profeti e di quelli che serbano le parole di questo libro”. “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine.” dice il Signore; “Beati coloro che avranno lavato le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città!
Fuori i cani (i preti), gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, GLI IDOLATRI e chiunque ama e pratica la menzogna”.
Il “crocifisso” dunque è un idolo, e, se non lo era, lo è diventato e chi lo difende, evidentemente, non ha con Dio una comunione spirituale da vero credente: quello che vuole Gesù è l’abbandono della natura del vecchio uomo, egoista e peccatore e la rinascita spirituale in una nuova creatura in Lui (Giovanni 3:2-5).
Se realizziamo questa condizione, vedremo che ogni immagine commemorativa risulterà completamente inutile ed. insignificante, perché Gesù sarà sempre presente nel cuore e nella mente. Inoltre Dio, il padre nostro e di Gesù, è un distruttore di “idoli”, materiali e psicologici, non solo del crocifisso, ma di tutto ciò che ci induce in tentazione, perché è Lui solo che dà la vera gioia, la felicità e la vita. L’uomo moderno ha di fronte troppi idoli, che lo distolgono dal pensiero di Dio e uno di questi pretende anche di... sostituirlo!
Ora più che mai è valido quanto è stato scritto nella Bibbia: “l’amicizia verso il mondo è inimicizia presso Dio”. (Giacomo 4:4)
Nel Vangelo infine si parla di croce e mai di “crocifisso” e sempre con significato ben chiaro e preciso:
I) Epistola agli Ebrei 12:2 ...“per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce” (la morte infame a conclusione di un. ministero d’amore)
2) Colossesi 2:14 “avendo cancellato l’atto accusatore scritto in precetti, che ci era contrario e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo sulla croce” (Dio cancella i peccati nella morte di Cristo e non per i meriti degli uomini)
3) Galati 6:14-15 ”non sia mai ch’io mi glori d’altro che della croce di Cristo, mediante la quale il mondo,per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo. Poiché... tanto quel che importa è l’essere una nuova creatura”. (rinuncia al mondo in nome di. una rinascita spirituale fondata sul valore della morte e della resurrezione di Cristo).
4) Filippesi 2:7-8 “...ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte sulla croce”. ( croce = morte della peggior specie).
5) I Corinzi 1:17—18 ...“Poiché Cristo non mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare; non con sapienza di parola affinché la croce di Cristo non sia resa vana. Poiché la parola della croce è pazzia per quelli che periscono; ma per noi che siamo sulla via della salvazione, è la potenza di Dio”. ( croce = morte e resurrezione di Cristo)
6) Filippesi 3:18 “Siate miei imitatori, fratelli, e riguardate a coloro che camminano secondo l’esempio che avete in noi: poiché molti camminano da nemici della croce di Cristo; la fine dei quali è la perdizione” (molti negano la notte di Cristo uomo, e la sua resurrezione)
7, Efesini 2:14-16 “… Lui dei due popoli (ebrei e gentili) ne ha fatto uno solo al fine di creare in se stesso un solo uomo nuovo facendo la pace; e al fine di riconciliarli ambedue in un corpo unico con Dio, mediante la sua croce, sulla quale fece morire l’ingiustizia loro” (Croce = morte)
RESTA DA TOGLIERE IL CROCIFISSO
Donato Trovarelli
(da IL CENTRO di Mercoledì 24 dicembre 1986 pag. 10 “L’intervento”)
Finalmente sono cadute la medioevale concezione dello Stato “braccio secolare” della Chiesa Cattolica e l’ottocentesco principio della Chiesa Cattolica quale “unica religione dello Stato”.
L’art. 1 del protocollo addizionale della Legge 121/75 (Nuovo Concordato) è chiaro ed inequivocabile: “Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai Patti
Lateranensi della religione cattolica come sola religione dello Stato Italiano”.
Per fugare ulteriori incertezze anche l’art. 13 primo comma della suddetta legge, nell’asserire che”le disposizioni del Concordato stesso non riprodotte nel presente testo, sono abrogate», annulla il principio della “religione di Stato, perché nèssun articolo del Nuovo Concordato ne parla.
Si chiude, quasi in sordina, un capitolo doloroso della storia italiana, che è bene accennare, per evitare pericolosi rigurgiti di fanatismo intollerante: è il capitolo delle chiese diverse dalla cattolica, inquadrate in un sistema di culti dapprima «vitandi et comburenti» (da evitare e da bruciare), poi «tollerati» ed infine «ammessi» ed oggi «liberi».
E’ inoltre la fine ingloriosa della millenaria intransigenza ed intolleranza cattolica a non voler essere “una” delle tante Chiese Cristiane, ma la “sola” Chiesa di Cristo!
Capire questo concetto è basilare, perché significa aver capito che si è concluso in maniera incruenta (almeno per ora...) il millenario conflitto tra Stato e Chiesa per la supremazia sugli uomini, considerati né solo cittadini e né solo fedeli, ma cittadini-fedeli.
Legata al principio del Cattolicesimo quale ex-religione di Stato è pero ancora la presenza negli uffici pubblici e nelle aule scolastiche e giudiziarie del «crocifisso»: esso è “l’emblema” del Cattolicesimo e non già di tutto il Cristianesimo, perché il crocifisso fu inventato nell’anno 788 dall’imperatrice Irene di Costantinopoli, insieme all’adorazione di altre immagini e reliquie.
L’identità tra Cattolicesimo e Cristianesimo, affermata da qualcuno, condurrebbe a chiamare “non cristiano” tutto quello che “non è cattolico”, il che è un assurdo evangelico!
Le Chiese sono i tralci e Gesù è la vite: un ramo, anche se più grosso degli albi, non potrà mai autodefinirsi “tronco”. Questo è un errore grossolano che molti cattolici, anche di una certa cultura, commettono involontariamente o inconsapevolmente molto spesso!
Il crocifisso va dunque rimosso, per eliminare nella vita interna statale italiana il simbolo dell’ingerenza della ex-religione dello Stato: questo fatto potrà anche risultare traumatico per quanti si erano abituati «per tradizione» a vederlo dovunque.
Qualcuno potrebbe dire che non dava e non dà fastidio e che nessuno ci fa più caso, ma è proprio per questo, che nessuno dovrebbe fare più caso alla sua rimozione: è pur vero che il crocifisso non fa male e non ha mai fatto male ad alcuno, ma è quello che sta dietro il crocifisso che ha provocato tante sofferenze e tragedie.
Un filosofo moderno esprimeva il suo disappunto nel vedere che il Cristo, anche se apposto dovunque sulle pareti, mancava miseramente nella mente dei governanti!
E che dire poi delle passate campagne politiche, dove il simbolo della croce...messo su uno scudo è servito per attirare voti, oppure dell’appoggio dei “sostenitori del crocifisso” alla passata dittatura fascista?
Si potrà anche dire che non è vero è o che il passato. appartiene comunque al passato, ma se la storia è maestra di vita, impariamo allora a non commettere gli stessi errori di chi ci ha preceduto e rinunciamo a fare politica con la religione...
Con la scusa del crocifisso e di una religiosità formalistica si è spesso coperta la responsabilità di un malgoverno insensibile dell’altrui miseria e dolore.
“Almeno togliete il crocifisso dall’aula!” Strillavano i superstiti del Vaijont, nel tribunale dell’Aquila, alla lettura della lieve sentenza sui responsabili del disastro, che avevano dietro di sé fortissimi interessi economici. Avevano ragione, perché non si può pensare di accomunare «la giustizia degli uomini» con “la giustizia di Dio”. Magari Cristo albergasse nei cuori degli uomini piuttosto che essere appeso ad una parete!
Nelle scuole il crocifisso fu reintrodotto con una circolare del Ministèro della Pubblica Istr. N° 670 del 16 Dicembre l922 (oggi non più applicabile ovviamente perché priva di «valore di legge») nella quale si ordinava il ripristino del crocifisso “nelle scuole elementari in cui fosse stato rimosso”. Rimane invece ancora in vigore la Legge n° 1297 del 26/4/1928 allegato C dell’art. 119 del Testo Unico sul Regolamento generale sull’istruzione Elementare, che sancisce l’obbligo dei Comuni a fornire alle scuole tutte le suppellettili necessarie, tra cui anche il crocifisso.
Non esistendo altra legge, né altro richiamo di legge, ed essendo venuto meno il principio-cardine della religione di Stato, proprio nel Concordato Cattolico, il crocifisso non può più essere esposto nelle aule scolastiche, e giudiziarie e negli uffici pubblici: esso va però conservato nell’armadio o nel cassetto... in attesa di qualche ulteriore legge che dica chiaramente se tale «suppellettile», che i Comuni sono ancora obbligati a fornire, vada a loro restituita oppure regalata...alla Chiesa Cattolica della cui sola religione è il simbolo.
Nessuna autorità, se non il Parlamento, può regolamentare la faccenda, in questo o in altro senso; e nessun insegnante o altro pubblico impiegato può essere punito se rimuove il crocifisso fisso dalla parete, non essendoci legge che giustificherebbe, alla base, la benché minima sanzione penale civile o amministrativa. Un atteggiamento simile può anche non essere condiviso, ma la Legge 121/85 esiste e va rispettata, non solo per ciò che può far comodo (insegnamento della religione cattolica nelle scuole) ma anche per quanto può sembrare intollerabile o odioso.
In fondo per i cattolici questa è una nuova strada destinata a produrre buoni frutti, perché rende chiarezza e credibilità ad una Chiesa che vuoi essere sempre più ecumenica, non più a parole, ma finalmente con i fatti!
Il crocifisso (NON LA CROCE, SI BADI BENE!) può essere fonte di disunione e di disobbedienza civile, come lo sono stati il saluto alla bandiera, il giuramento nei tribunali e il giuramento di fedeltà alle leggi della Repubblica degli impiegati civili dello Stato (entrambi aboliti): non volere il crocifisso, non deve sembrare una mancanza di rispetto verso una Chiesa potente come quella Cattolica, ma una testimonianza di obbedienza, proprio verso quel Gesù narrato nei Vangeli: come è noto infatti, come ai tempi dell’impero romano, in cui il saluto alla statua divina dell’imperatore fu causa di aperta conflittualità con i cristiani, così oggi non possiamo accettare altre forme di devozione o di adorazione a simboli di fede, imposti a tutti i cristiani.
Diversamente dalla Chiesa Cattolica, altre Chiese ugualmente Cristiane (Valdese, Pentecostale, Battista, Metodista, dei fratelli, dei pentecostali liberi, ecc.) considerano il crocifisso come un idolo, perché il SECONDO comandamento (Esodo 20:4,5) vieta di farsi oggetti «di culto» di «forma simile ad alcuna cosa che è su nei cieli e che è giù sulla terra».
Una raccomandazione del divin Maestro fu quella di «guardarsi dagli idoli» (I Giovanni 5:21).
A questo punto qualcuno (speriamo nessuno!) potrebbe richiamarsi alla tolleranza e giudicare sommariamente e senz’appello «da intolleranti» tutto questo discorso: ciò sarebbe veramente «intollerabile», perché non è cristiano richiamarsi alla tolleranza ma piuttosto «alla comprensione» dei diritti altrui!
La storia ancora una volta ci insegna che troppo spesso la tolleranza è stata «l’anticamera» dell’oppressione, quando ad essere tolleranti erano i padroni...
Anche San Paolo si richiamava alta tolleranza, ma parlava ai padroni!
Ai servi, agli umili, agli schiavi non ha detto di tollerare nulla, ma... di sopportare con pazienza e di ubbidire.
Oggi il problema è morale e civile insieme, perché, non essendoci (grazie a Dio!) né schiavi, né padroni (almeno così sembra), nessuno è tenuto a sopportare ingiustizie oppure è libero di farne. Tollerare l’ingiustizia significa «avallarla», rendendosi «complici» silenziosi di essa, perché ci si adagia su una inqualificabile e reticente «connivenza» con l’illegalità.
Donato T.