ISRAELE OGGI
(leggi anche l’antisemitismo
di Hamas)
Sono 13.2 milioni gli ebrei nel
mondo.
La popolazione ebraica nel mondo
L'Agenzia ebraica lo ha comunicato alla vigilia di Rosh
Ha Shanà. La comunità ebraica più numerosa è quella
israeliana
Secondo quanto annunciato dall' Agenzia Ebraica, alla vigilia dell'anno 5768
gli ebrei nel mondo erano 13.2 milioni. Il comunicato si basa su informazioni
raccolte dal prof. Sergio Della Pergola,
dell'Università Ebraica di Gerusalemme e dello Jewish
People Policy Planning Institute. Questa statistica
include tutti coloro che si considerano come ebrei, affiliati o meno ad
un'organizzazione
ebraica.
La più grande comunità ebraica nel mondo è ora Israele, con 5.4 milioni di
ebrei, oltre il 40% del popolo ebraico, seguita da quella statunitense con 5.3
milioni di ebrei.
In Israele, vi è stata una crescita della comunità ebraica di oltre 70'000
ebrei, grazie principalmente all'incremento natuale e
in parte all'aliya. Nella maggior parte delle
comunità nel mondo lo scorso anno i numeri sono stati al ribasso.
Le più grandi comunità dopo Israele e gli USA sono quelle della Francia
(490'000 ebrei), Canada (374'000), Gran Bretagna (295'000), Russia (221'000),
Argentina (184'000), Germania (120'000) e Australia (104'000). La più piccola
comunità è quella dell'Afghanistan, dove c'è un solo ebreo.
Queste cifre non includono tutti coloro che hanno i requisiti per
ottenere la cittadinanza israeliana in base alla Legge del Ritorno,
molti dei quali non sono ebrei secondo la legge rabbinica o non
considerano se stessi come ebrei. L'Agenzia Ebraica ritiene che in
alcuni Paesi vi sia almeno tre volte il numero dichiarato di
potenziali cittadini israeliani rispetto agli ebrei ufficialmente
presenti.
Inserito il: 16.09.2007
Fonte: haaretz.com - 12.09.2007.
Traduzione ed adattamento a cura di
Cronache Israeliane (www.cronacheisraeliane.info).
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Mentre il primo ministro israeliano
Ehud Olmert partiva martedì per incontrare a Mosca il
presidente Vladimir Putin ed altri esponenti russi, l’ex dissidente sovietico e
“prigioniero di Sion”, oggi parlamentare israeliano, Natan
Sharansky gli ha offerto quello che potrebbe essere
il suo ultimo consiglio da politico dell’opposizione: con Putin sii diretto
sulla questione dei piani nucleari iraniani, il futuro del mondo potrebbe
dipendere da questo.
Il Jerusalem Post ha infatti chiesto a Sharansky cosa Olmert dovrebbe
dire a Putin nell’incontro fra i due mercoledì a Mosca.
Sharansky si è preso un minuto per pensarci,
e poi ha detto: “Deve dire che abbiamo intrattenuto un lungo dialogo con la
Russia sui pericoli legati al passaggio di tecnologia nucleare russa verso
l’Iran. Lei, presidente Putin, aveva ragione quando diceva che non solo la
tecnologia russa, ma anche quella ben più avanzata occidentale aiutava la
produzione di missili. Allora conveniste che si trattava di un pericolo. Oggi
tutti capiscono che percolo sia per il mondo libero, non solo per Israele.
Hanno un leader che, come Hitler, non nasconde le sue intenzioni. Noi capiamo e
rispettiamo il vostro desiderio di vedere
Tutti nel mondo –
Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, Inghilterra – capiscono l’importanza di
una posizione unita. È molto importante per la libertà del mondo”.
Sharansky prosegue dicendo che Israele deve
essere “franco, aperto e inflessibile” con Mosca. “Dovremmo mettere bene in
chiaro che è estremamente pericoloso, per noi, e che non possiamo continuare ad
avere buone relazioni con
Sharansky, che ha incontrato Putin in diverse
occasioni, dice che il presidente russo “capisce meglio di tutti i suoi
predecessori come funziona l’occidente: capisce che, se vuole riportare
Secondo Sharansky, se
Dopo la guerra della
scorsa estate in Libano, una delegazione israeliana è stata mandata a Mosca a
protestare per il fatto che armi anti-carro russe, fornite dalla Siria e
dall’Iran, siano state usate dai jihadisti Hezbollah
contro Israele, e ora potrebbero essere arrivate anche fino alla striscia di
Gaza.
La risposta di Mosca
fu la rimozione di un alto ufficiale incaricato delle esportazioni e, la scorsa
settimana, forse come gesto in vista della visita di Olmert,
ha stabilito un set di regole più restrittive sulle vendite di armi.
Intervenendo lunedì all’apertura della sessione invernale della Knesset, Olmert ha detto che
“l’Iran sta ingannando la comunità internazionale: sta puntando i piedi
cercando di guadagnare tempo per completare il suo pericoloso programma nucleare.
La minaccia iraniana è una minaccia all’esistenza di Israele e è una minaccia
all’esistenza della pace mondiale”. E ha detto che il programma nucleare
iraniano sarebbe stato al centro dei suoi colloqui con Putin.
(Da: Jerusalem Post, 18.10.06)
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HAMAS VUOLE UCCIDERE I
CIVILI
ISRAELE - Attacco contro due pullman a Beersheva
[ICN-News 1 settembre 2004 -Israele]
Beersheva (AsiaNews) – Il
gruppo palestinese di militanti islamici Hamas ha rivendicato due attacchi
suicidi nel sud di Israele, che hanno ucciso almeno 15 persone. Poche ore dopo
gli attentati, Hamas ha distribuito ad Hebron un
volantino dicendo che gli attacchi sono una vendetta per l’assassinio del loro
capo spirituale Sheik Ahmed Yassin e del suo
successore Abdel Aziz Rantisi,
avvenuti nella primavera scorsa. Negli ultimi 4 anni Hamas ha compiuto decine
di attentati suicidi.
I due bus sono scoppiati oggi a Beersheva, una città
di 200 mila abitanti nel sud di Israele, facendo almeno 15 morti e 84 feriti.
Questo è il primo attacco suicida palestinese nel territorio israeliano dopo
almeno sei mesi. Gli autobus si sono incendiati quasi simultaneamente vicino a
un importante incrocio del centro cittadino, pieno di negozi. Beersheva è circa a
"Questo è il primo attacco terrorista a Beersheva"
ha detto p. Paul Collin ad AsiaNews.
P. Paul, 66 anni, è il parroco della comunità cattolica locale, che si raduna
nella chiesa di S.Abramo. "Purtroppo, questi
attacchi sono divenuti il nostro pane quotidiano. La cosa più dolorosa è che vi
sono nostri vicini implicati. Il livello di violenza nel paese è molto alto. Ci
aspettavamo un attacco simile da un momento all’altro", ha aggiunto.
Il Primo ministro israeliano Ariel Sharon ha detto che il suo governo non
abbasserà la guardia nella "lotta contro il terrorismo". Il leader
palestinese Saeb Erekat ha
commentato: "L’Autorità Palestinese condanna ogni attacco che colpisce i
civili, siano essi israeliani o palestinesi".
Questo è il primo attacco suicida in grande stile dal marzo scorso, quando 10
persone furono uccise in una esplosione nel porto di Ashdod.
Da allora vi è stato una certa riduzione degli attacchi nella regione, uno dei
periodi più lunghi nei 4 anni di Nuova Intifada palestinese.
Secondo le autorità israeliane la costruzione della barriera di sicurezza
attorno alla West Bank e la serie di raid contro
militanti palestinesi ha aiutato a prevenire molti attacchi.
IL COMMENTO DEL GESTORE DI
"EVANGELITALIA"
Il numero degli attacchi suicidi aumenta, così
come il numero delle vittime innocenti. Sembrano gli attacchi dei briganti alle
diligenze nell'Italia post-unitaria o gli assalti ai treni dei banditi cow-boys... Il popolo ebraico ha però visto di peggio:
l'olocausto, la notte dei cristalli, i progrom,
l'inquisizione, la deportazione, la persecuzione, la confisca, l'umiliazione,
la soggezione...
Mancavano i kamikaze: gli americani ne hanno
visti migliaia nell'ultima guerra mondiale. Adesso anche in Israele. Ma
ricordiamo bene: nessun kamikaze ha poi vinto la guerra e nessun brigante o
terrorista ha fatto altrettanto. La storia insegna.
Perché gli arabi non lo capiscono questo? Perché
sono nemici della storia e dalla storia non hanno imparato niente. Alla fine
gli arabi si autoestingueranno per mancanza di
kamikaze.... Gli ebrei ci saranno ancora e anche il resto del mondo.. ma non
più gli arabi... votati per destino atroce... al suicidio. La storia non
l'hanno mai fatta i morti... ma i vivi... Peccato!
Per adesso contiamo i morti e non
scandalizziamoci più di tanto.... Israele è vincente perché non ha terroristi,
ma solo la voglia di stare in pace...
La giustizia sarà contro gli assassini di vittime
innocenti. Aspettiamoci le misure di sicurezza che ogni stato sovrano è in
grado di predisporre per la sua sicurezza interna. In Italia, ricordo che il
governo democristiano negli anni 50-60, combatté il terrorismo altoaltesino favorendo il trasferimento di 1000 famiglie
siciliane in Alto Adige. La cosa poi non si ingrandì, perché la manovra risultò
più terroristica degli stessi terroristi...
Che farà allora Israele? Allungherà il muro?
Pienamente legittimo.
Alzerà altre barriere? Pienamente lecito.
Silurerà le teste dei capi assassini? Pienamente
comprensibile...
"Gli autobus erano pieni di genitori e
bambini che stavano facendo le ultime compere prima del ritorno a scuola dopo
le vacanze."
Ricordiamocelo, perché le reazioni dovranno essere di pari portata!
La legittima difesa garantisce questo in ogni stato di diritto e in qualunque
epoca o latitudine...
Anche il commentatore di AsiaNews si è accorto di
questa relazione: più barriere sicure, meno attentati. L'articolo finisce
proprio con questa amara considerazione: "Secondo le autorità israeliane
la costruzione della barriera di sicurezza attorno alla West Bank e la serie di raid contro militanti palestinesi ha
aiutato a prevenire molti attacchi."
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Perché il mondo odia Israele? [ICN-News 30 Luglio 2004 -
Israele]
Israele è
un piccolo stato, grande a malapena come la metà del lago Michigan. La sua
popolazione è appena la metà di quella dell'area metropolitana di New York.
Nonostante
sia uno stato ebraico, più del 20% dei suoi residenti è arabo, e la maggioranza
degli ebrei israeliani si descrive come laica e non religiosa. Eppure, leggendo
le notizie riportate dai media sulle condanne ricevute dalle Nazioni Unite, o
la recente sentenza della Corte di Giustizia Internazionale sul Muro, Israele
appare come una potenza mondiale intenta a destabilizzare il Medio Oriente.
Perché, quindi, il mondo odia questo pezzo di terra tra il Giordano ed il Mare
Mediterraneo?
Nonostante le
conclusioni che ho personalmente tratto siano speculative, sospetto che
potrebbero essere sostenute empiricamente se i resoconti storici fossero giusti
ed obiettivi. Israele costituisce una spina nel fianco del mondo arabo per la
sua notevole fantasmagoria tecnologica. Quasi ogni singolo israeliano è
inserito in uno schema di software. Gli ebrei hanno fatto fiorire il deserto in
questa terra arida ; hanno trasformato la loro intelligenza in meraviglie della
tecnologia e nella ricchezza che ne consegue. Invece, ogni nazione araba vicina
è disfunzionale. I governi sono dittatoriali; la gente è povera e analfabeta, e
le autorità locali non hanno certo convertito i profitti derivanti dal petrolio
in infrastrutture di utilità sociale.
Il
risentimento è la conseguenza naturale di tale contrasto.
Dopo tutto,
Israele ha tutti gli svantaggi geografici dei suoi vicini, e non ha petrolio.
Eppure prospera, laddove altri boccheggiano. Poi, va velocemente detto che Israele
è il delegato dei sentimenti antiamericani. Il pensiero che gli Stati Uniti
siano una potenza mondiale che vuole porre il suo marchio sul Medio Oriente
viene teoricamente dimostrato dall'aiuto dato ad Israele. Non viene notato, se
non raramente, dai detrattori degli Stati Uniti che l'aiuto dato da questi
ultimi all'Egitto è identico a quello fornito ad Israele.
Inoltre, il
coinvolgimento americano in Iraq non è stato voluto da Israele ( la coda
precede forse il cane?) né tale coinvolgimento ha minimamente influenzato i
rapporti di Israele con gli stati vicini. Poi, la questione palestinese ha
risvegliato emozioni nella sinistra europea ed in molti stati arabi. Va detto
che le critiche mosse ad Israele sono in genere piuttosto banali. Ad Arafat, quale
leader palestinese, durante le negoziazioni di Wye
sono stati offerti il 97% del West Bank ed il
controllo dei luoghi sacri. Ma ha rifiutato.
Infatti, non
ci sono offerte accettabili da parte degli arabi che desiderano solo la
distruzione dello stato di Israele, a meno che non si tratti di un'offerta di
suicidio collettivo. Poi, la barriera ha il valore metaforico del muro di
Berlino. Viene usato come mezzo di propaganda per dimostrare l'intento di
Israele di "prendere la terra araba" e di isolarsi dai palestinesi.
Andrebbe
notato che il Muro di Berlino è stato costruito per tenere i tedeschi dell'Est
legati alle catene del comunismo, mentre la barriera israeliana è stata eretta
per prevenire attacchi suicidi e per evitare di spargere altro sangue tra gli
israeliani. La seconda Intifada ha portato 1000 morti israeliani dal 2000 ad
oggi, e ad altrettanti mutilati. Il leader di una nazione è tenuto a fornire ai
suoi cittadini un mezzo di difesa da tale spargimento di sangue. Se la barriera
riduce tale minaccia ed aumenta la sicurezza, il primo ministro Sharon è stato
tenuto ad erigerla. Il dovere di proteggere i suoi connazionali trascende ogni
obbligo inflitto da organizzazioni multilaterali. Poi, i palestinesi hanno
esposto il loro caso all'opinione pubblica molto meglio degli israeliani. Si
sono posti come vittime di una potentissima struttura militare, quella del
piccolo Israele.
Hanno
convinto i loro sostenitori del fatto che le terre acquisite dopo la guerra del
'67 sono territori "occupati" e non "disputati". Per cui,
le loro tattiche sanguinarie vengono ignorate dall'opinione pubblica, di solito
nemica dell'attività terroristica. Poi, gestiscono i media. Non ci sono voci di
opposizione in Palestina , e se viene fatto un commento improprio , viene messo
a tacere con la forza. Reporters without
borders ha parlato spesso di giornalisti picchiati e
minacciati di morte , ogniqualvolta si è osato criticare Hamas o gli Hezbollah
sui giornali. Israele, una società libera e aperta, permette tutti i punti di
vista, inclusi quelli anti israeliani.
Di
conseguenza, la critica ad Israele è diffusa e quella sulle attività
palestinesi viene stroncata sul nascere. Infine, le Nazioni Unite sono ormai
organizzate per criticare sistematicamente Israele e gli Stati Uniti. E' significativo il fatto
che nelle dichiarazioni emesse per condannare il muro non vi sia una parola
sugli attacchi suicidi che ne hanno causato la costruzione. Ben poco può essere
fatto al momento per cambiare l'opinione internazionale. Israele deve rimanere
risoluto di fronte agli attacchi, anche se sono ingiusti e carichi di odio. Per
il Medio Oriente questo è il Medio Evo. Ma se il mondo arabo desidera entrare
nel 21° secolo - una conclusione auspicabile ma molto difficile- dovrà adottare
ed emulare lo stile israeliano. Su questa base minima, c'è ancora speranza.
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Un opinionista arabo
contro Hamas:
"Siete la
causa delle tragedie del vostro popolo"
23 luglio 2002
Al-'Afif Al-Akhdhar, editorialista liberal
di origini tunisine che vive a Parigi e collabora con il quotidiano in lingua
araba Al-Hayat edito a Londra, ha pubblicato una
lunga lettera aperta al movimento fondamentalista palestinese Hamas nella quale
scrive, fra l'altro:
"I vostri attentati suicidi e le vostre arroganti dichiarazioni circa la necessita' di eliminare lo Stato di Israele, che e' un
membro legittimo delle Nazioni Unite, permettono a Israele di sostenere che i
palestinesi non vogliono uno stato accanto a Israele bensi'
sulle rovine dello Stato di Israele. Questa posizione e' inaccettabile per la comunita' internazionale e conduce all'isolamento politico
e diplomatico e sui mass-media, esponendo il vostro popolo a ulteriori
tragedie. [.]
La lotta armata praticata da tutti i movimenti di liberazione nazionale della
seconda meta' del XX secolo, come in Algeria e in
Vietnam, non ha mai preso di mira intenzionalmente i civili. Il suo obiettivo
dichiarato era quello di costringere il nemico a sedere al tavolo negoziale per
raggiungere una composizione. Al contrario voi di Hamas, scegliendo di colpire
i civili israeliani e dichiarando che negoziare con Israele e' un delitto in se', avete abbandonato la via politico-militare. Avete
persino rifiutato di partecipare alle elezioni [palestinesi] del 1994 [piu' esattamente: gennaio 1995] perche'
l'Autorita' Nazionale Palestinese che le organizzava
era nata dal negoziato con Israele.
Il vostro irrazionale comportamento ha un nome: "politica nichilista del
tanto peggio". Del "tanto peggio", perche'
accetta rischi insensati secondo la logica del "muoia Sansone con tutti i
filistei". Nichilista, perche' in effetti
costituisce la negazione di tutti i valori e le norme che stanno alla base
della convivenza internazionale. A voi non importa nulla delle devastatrici
conseguenze di questo atteggiamento, come l'aumento della repressione sul
vostro popolo o la conflittualita' che si allarga
agli altri paesi arabi della regione, rendendoli ingovernabili. La vostra
indifferenza per il dolore degli esseri umani, il disprezzo per lo spargimento
di sangue e per le loro vite, l'espropriazione che fate del loro futuro,
immolato sull'altare dell'ingenua illusione di "liberare
[. Il leader palestinese] Haj Amin
Al-Husseini collaboro' con
Hitler e rifiuto' la sistemazione offerta dalla
Commissione [britannica] Peel [del 1938] che dava
agli ebrei il 20% e l'80% alla Palestina. Poi ripete'
lo stesso errore rifiutando il piano di spartizione [dell'Onu, 1947] che dava
il 55% agli ebrei e il resto alla Palestina. Avete rifiutato la proposta
Clinton [del 2001], che dava al vostro popolo il 96-97% della Cisgiordania, e
l'avete fatto invocando il "comandamento religioso" secondo cui
bisognava rifiutare il complotto ebraico-americano
contro il popolo palestinese.
Non mi aspetto che sviluppiate un vero pensiero strategico, anche se la vostra attivita' politica lo richiederebbe. Mi aspetto perlomeno
quel minimo di realismo che vi porti a capire il divario che esiste fra le
vostre aspirazioni e la realta' regionale e
internazionale. Se non abbandonate questo vostro approccio, continuerete fino
alla fine a svolgere il ruolo di testardi estremisti che si alimentano di
illusioni su di se' e sul mondo. Senza cambiare
atteggiamento, non potrete capire il vero significato dell'11 settembre:
l'epoca delle operazioni suicide e' finita e questa violenza e' comunque
inaccettabile a livello internazionale ed e' percepita come terrorismo, quali
che siano le ragioni che le stanno dietro. La violenza non raggiungera'
nessun risultato politico. E oggi la guerra preventiva, cioe'
"la miglior difesa e' l'attacco", e' la regola d'oro della guerra
contro il terrorismo."
(Al-Hayat, 14.07.02)
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Un
messaggio-poesia da Israele La maiuscola significa “a capo”.
Gerusalemme[ICN-News 17 aprile 2004, 08:45 - SHOA'
]
Tra due giorni, il 19 aprile, in Israele verra'
commemorata
NON SIAMO
Sono solo la tv e i media Che fanno pensare alla gente Che la fine del mondo
stia arrivando.
Soltanto 60 anni fa stavano Conducendo gli ebrei alla morte, Come pecore al
macello!
Nessuno Stato, nessun esercito. 55 anni fa!
Sette nazioni arabe dichiararono guerra Al piccolo Stato ebraico, Nato da poche
ore.
Eravamo allora 650.000 ebrei! Contro il mondo arabo intero.
Niente Zahal, Nessuna aviazione, Soltanto gente
determinata Senza nessun altro posto dove andare.
Libano, Siria, Iraq, Giordania, Egitto, Libia e Arabia Saudita ci avevano
attaccato tutti insieme.
Il paese che L’Onu “ci dava” Era per il 65% deserto.
Lo Stato iniziò da un fazzoletto di terra!
35 anni fa! Abbiamo combattuto Contro i tre più forti eserciti del Medio
Oriente E li abbiamo spazzati via in sei giorni.
Abbiamo combattuto contro Diverse coalizioni di Paesi arabi Con eserciti
moderni E tonnellate di armi sovietiche Ed abbiamo vinto ancora!
Abbiamo oggi Uno Stato, Una forte aviazione, Un’alta tecnologia che esporta per
milioni.
Intel, IBM e Microsoft sviluppano i loro prodotti qui.
I nostri medici vincono premi internazionali Per le loro ricerche.
Abbiamo fatto fiorire il deserto Vendendo arance e verdura al resto del mondo.
Vendiamo il basilico dell'Arava' persino in Italia.
Israele ha lanciato il suo satellite nello spazio! Tre satelliti tutti insieme!
Sediamo senza timore Allo stesso tavolo con gli Stati Uniti e i loro 250
milioni di abitanti, Con
E i loro 350 milioni di abitanti, Gli unici paesi Ad avere messo in orbita
qualcosa nello spazio.
Israele fa oggi parte Della famiglia nucleare Insieme a Stati Uniti, Russia,
Cina, Francia ed Inghilterra [non lo ammettiamo ufficialmente … ma tutti lo sanno...]
Pensare che soltanto 60 anni fa, Eravamo condotti, Pieni di paura Senza
speranza, Alla nostra morte!
Siamo saltati fuori dai camini di cenere dell’Europa, Abbiamo vinto le nostre
guerre con meno di niente Tra le mani, Abbiamo costruito un “impero” dal
niente.
Chi diavolo sei tu Arafat Per metterci paura?
Mi fai soltanto ridere!
Abbiamo celebrato Pesach,
Ricordiamo la storia.
Siamo sopravvissuti al Faraone,
Siamo sopravvissuti ai Greci,
Siamo sopravvissuti ai Romani,
Siamo sopravvissuti all’inquisizione spagnola,
Siamo sopravvissuti ai pogrom della Russia,
Siamo sopravvissuti a Hitler,
Siamo sopravvissuti ai tedeschi,
Siamo sopravvissuti alla Shoah,
Siamo sopravvissuti agli eserciti di sette paesi arabi,
Siamo sopravvissuti a Saddam.
Tranquilli, ragazzi, Supereremo Anche i nostri nemici attuali.
Non importa Da che parte della storia la si guardi!
Pensaci, Per noi, Il popolo ebraico, La situazione non è mai stata migliore.
E allora, Tiriamo su la testa, E dobbiamo ricordarci che:
Ogni nazione e cultura Con la quale abbiamo avuto a che fare E' stata distrutta
- mentre noi continuiamo ad andare avanti!
L’Egitto?
C’è qualcuno che sa dove sia finito questo impero?
I Greci?
Alessandro Magno?
I Romani?
C’è qualcuno che parla ancora latino?
Il terzo Reich?
Qualcuno ha avuto sue notizie ultimamente?
Guardaci, Il popolo del Libro,
Dalla schiavitù d’Egitto, Siamo ancora qui, Parliamo ancora la stessa lingua!
Qui e adesso.
Gli arabi non lo hanno ancora capito, Ma lo impareranno.
Fintanto che manterremmo la nostra identità Saremo eterni.
Scusate allora se non mi preoccupo, Se non piango E se non ho paura.
Le cose vanno bene qui.
Potrebbero essere sicuramente migliori,
Comunque, non: Farti abbattere dalla spazzatura dei media, Loro non ti dicono
Che nonostante tutto Ci sono feste che vanno avanti, Che la gente continua a
vivere, A uscire E a vedersi con gli amici.
Sì, il nostro morale è basso, E allora?
soltanto perchè piangiamo i nostri morti Mentre loro
amano la morte.
E’ la stessa ragione per cui dopo tutto Alla fine vinceremo.
Puoi mandare questa lettera Se credi a tutti gli ebrei del mondo, Anche agli
altri.
Sono parte della nostra forza, Può aiutare alcuni di loro Ad alzare la propria
testa.
Dì loro Che non c'è niente da preoccuparsi.
Dì loro di pensare in grande, e Di guardare il tutto, l’intera immagine.
"Ci vediamo l’anno prossimo a Gerusalemme".
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EVANGELICI
IN ISRAELE
Ancona [ICN-News 1 aprile 2004, 07:40 - ISRAELE:Evangelici ]
Da Giovanni De Finis e Giovanni Melchionda
riceviamo e pubblichiamo
Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla conferenza del primo ministro
israeliano sul turismo tenutasi a Gerusalemme e Tel Aviv dal 22 al 26 febbraio.
Eravamo parte di una delegazione di evangelici Italiani invitati dal ministero
del turismo israeliano e riconosciuti come sostenitori del popolo d’Israele. Il
convegno è stato un’osservatorio privilegiato per
vedere la sofferenza e il bisogno di aiuto e consolazione di cui ha bisogno il
popolo di Dio.
La conferenza si è aperta , purtroppo , con la notizia dell’ultimo autobus
scoppiato e il ministro Sharon ha aperto la conferenza chiedendo di osservare
un minuto di silenzio per le vittime. Durante tutti i giorni della conferenza
colpiva la prostrazione e l’umiltà con cui i vari ministri chiedevano aiuto per
Israele per evitare la bancarotta della nazione. 4 anni di terrorismo hanno
completamente annientato il flusso turistico, molti grandi alberghi hanno
chiuso e migliaia di persone hanno perso il lavoro. La cosa più dolorosa sono
sicuramente le sofferenze di chi ha avuto vittime in famiglia o persone
invalide per tutta la vita, ma gli effetti si sentono anche nella vita delle
famiglie. Più del 20 % della popolazione ha seri problemi per mangiare e si
stanno organizzando mense popolari per la sussistenza. In una nazione che dal
nulla aveva creato tanto benessere anche per gli arabi oggi è necessario
organizzare collette come al tempo di Paolo (Romani 15.25).
Ma la cosa di cui più soffre il popolo d’israele è
l’odio senza motivo di cui è fatto oggetto, tanto che gli ospiti stranieri sono
accolti con grande senso di riconoscenza. La buona notizia è costituita dal
fatto che gli israeliani oggi accettano con grande desiderio l’amicizia dei
cristiani e persino di condividere la testimonianza del messia. La maggior
parte dei conferenzieri era costituita da cristiani evangelici da varie nazioni
coscienti del debito spirituale verso Israele (Romani 15.27). Diverse
organizzazioni cristiane hanno assunto la responsabilità di aiutare con viaggi
e altre iniziative di solidarietà il popolo in angoscia.
Il ministro del Turismo Halon ha pubblicamente
ringraziato gli evangelici che con i loro viaggi e offerte garantiscono un
minimo di economia evitando che il sistema collassi.
E’ un tempo di grande opportunità perché la chiesa italiana entri nella
benedizione di Genesi 12.3 e partecipi ai tempi e all’opera di Dio. L’attacco è
principalmente contro Gerusalemme, la città in cui il Signore ha decretato che
risiede il suo Nome ( IRe 8.29). L’80 % degli
attacchi dei terroristi suicidi è contro la città di Dio, ma allo stesso tempo
abbiamo camminato sulle mura della città e siamo entrati nelle sue porte con la
pace e la protezione dell’Onnipotente.
Nonostante la grave situazione le comunità messianiche Giudeo-Cristiane vivono
una situazione migliore rispetto al resto del paese grazie al sostegno e alle
visite delle chiese di tutto il mondo. E’ cessata verso di loro la persecuzione
e i sospetti che vi erano fino a qualche anno fa e il governo israeliano
collabora e chiede il loro aiuto. A due pastori evangelici è stata data la
parola addirittura prima che a rabbini importanti a un vescovo inviato dal
papa. Questi sono gli effetti di un Amore sincero verso il popolo di Dio che
aprono la porta alla testimonianza. Naturalmente questo impegna la chiesa ad un
serio autoesame sui suoi insegnamenti, costumi religiosi e responsabilità
passate.
Se è vero che Israele è oggi il posto dove più facilmente un ebreo può morire è
anche il posto dove è più facile testimoniare del messia Gesù ad un Ebreo.
Abbiamo sentito da parte del Signore di prolungare il nostro soggiorno
visitando sia il Kibbutz messianico Jad Hasmona che fratelli che portano un ministerio
rivolto ai tossicodipendenti ( purtroppo numerosi fra i giovani dopo i tre anni
di servizio militare). Israele si trova come l’uva nello strettoio, la sua
sofferenza e persecuzione è grave, ma dal mosto ne verrà del vino buono per la
comunione con la chiesa (Efesini 2. 13 e seg.).
Non vogliamo aspettare fatalmente gli eventi ,ma partecipare al piano di Dio (
Rom.12.15).
Abbiamo anche avuta l’opportunità di visitare le Sorelle Paola e Anna Zoni condividendo la loro missione. Abbiamo passato con
loro una serata benedetta. L’ultima sera abbiamo avuto l’occasione di
partecipare ad un ricevimento presso l’ambasciata italiana a Tel Aviv e abbiamo
constatato con piacere che in questo momento l’Italia è il paese più amico di
Israele in tutta l’Europa che sta boicottando questa nazione. Gli scambi
commerciali e politici sono molto favorevoli e crediamo che per questo l’Italia
sarà benedetta dal Signore. Preghiamo che anche la chiesa italiana abbia questo
privilegio. Da due anni circa alcuni fratelli in Italia si stanno impegnando
per Israele con varie iniziative. La prossima sarà un viaggio di solidarietà e
preghiera per la festa dei tabernacoli dal 3 all’11 ottobre. La festa di succot insieme alla pasqua e pentecoste (Levitico 23) era
una delle tre occasioni per andare a Gerusalemme
Come fece il Signor Gesù. E’ un’occasione speciale che vi proponiamo per
entrare nel calendario biblico per una comprensione più profonda delle
scritture e per benedire il popolo di Dio.
Giovanni De Finis e Giovanni Melchionda.
Melchisedek.it@libero.it
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PENSIERI...
Ci si scandalizza di ciò che Israele fa in quei
territori che ha sempre considerato suoi, per motivi storici, etnici,
culturali, religiosi e... divini!
Ma che hanno fatto le altre nazioni in casi
analoghi? La storia, che esempi offre agli israeliani di oggi?
Il muro. E che ha fatto
La repressione del terrorismo. E che ha
fatto l'Italia con i briganti? Li hanno ammazzati con spietate retate
dell'esercito piemontese, con un totale di 50 mila morti...
Gerusalemme come capitale. Roma fu presa
a cannonate, Berlino è tornata capitale al posto di Bonn, come se non fosse
successo niente...
Riflettiamo...
Il gestore di protestantesimo.it
RISPOSTA
Come al solito, la gente si riempie la
bocca di belle parole e di amore verso gli altri popoli, ma solo quando a dover
dare o a dover fare concessioni sono gli altri!
Io sono per l'unità d'Italia, ma quando
si è trattato di sciogliere l'ex Yugoslavia o l'ex Unione Sovietica noi siamo
stati pronti ad appoggiare i piccoli stati che chiedevano l'indipendenza, ma
diciamolo, l'unità d'Italia, come è stata fatta? Garibaldi, quanto sangue
italiano ha versato per unificare l'Italia contro il volere di tanti che non
l'avrebbero voluta? A volte penso a Bossi ed alla Padania, benchè
io sia ciociaro.
In ogni caso, quando si deve accusare
Israele a priori, solo perché è popolo di Dio, anche i Kamikaze sono ritenute
delle brave persone. Alla faccia del cristianesimo italiano!!!
Abele
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Vi sono su internet una varieta' di siti che parlano di ISRAELE
Ve ne citiamo alcuni per quelli
interessati a questo argomento sia da una parte che dall'altra:
- http://www.israele.net/
- http://www.ebraismoedintorni.it/
- http://www.morasha.it/
- http://www.informazionecorretta.com/
- Sinistra per Israele: per iscriversi scrivere a: sinistraperisraele@yahoogroups.com
- http://www.amicidisraele.org/
La nostra newsletter affronta invece argomenti di interesse generale legati
alla Cultura ebraica: Eventi, Archeologia, Geografia, pensieri,
religione e qualche volta di casi interessanti legati a segnalazioni
ricevute da amici e lettori.
Gli argomenti che hanno riscosso piu' successo sono
quelli legati alla storia biblica legata all'archeologia (il percorso di Abramo
da Ur a Cannaan, il diluvio universale spiegato
scientificamente....).
Per richiedere le newsletter passate scrivete direttamente a : infos@puntoj.com
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L'ESILIO DEL POPOLO EBREO (autore:
Donato Trovarelli)
Il popolo Ebreo fu disperso dopo il 70
d.C., in seguito alla distruzione di Gerusalemme e di tutte le sacche di resistenza
dei patrioti del Regno d'Israele ad opera degli antichi romani; gli ebrei
sopravvissuti furono deportati a Roma e altrove o si dispersero
volontariamente, cercando luoghi e genti migliori.
La vittoria romana ad opera
dell'imperatore Tito fu totale e completa e comportò:
- la distruzione del tempio di Salomone,
- la morte di quasi tutti gli abitanti
di Gerusalemme (oltre 600.000 persone),
- la deportazione degli Ebrei superstiti
in Roma e nelle altre "regioni" dell'Impero romano.
- la fine della tradizione orale della
spiegazione dei libri della Thorà, dei Nebihìjm e dei ketubìm e loro
scrittura in un nuovo libro chiamato il "Bereshìt
rabbi"
- la fine di una identità politica del
popolo ebraico.
A Roma sono tuttora in piedi “l’arco di
trionfo" e l'obelisco che "raccontano" l'episodio.
La
diaspora fu quasi totale e comportò l'attraversamento di
luoghi, mai visti o mai raggiunti prima. Molti Ebrei si sistemarono
provvisoriamente e molti altri continuarono il cammino, fino a trovare
anch'essi un luogo confacente, almeno in parte alle aspettative di accoglienza
o di tolleranza.
Si svilupparono allora, in quasi tutte
le parti del mondo allora conosciuto, delle comunità o colonie ebraiche,
fiorenti ed attive, sia economicamente, che culturalmente e religiosamente.
Dovunque andarono portarono benedizioni.
Per molti secoli si videro nazioni e
popoli crescere e svilupparsi grazie al contributo diretto ed indiretto della
cultura ebraica e dell'umile lavoro degli Ebrei.
La
loro religione MONOTEISTA, unico esempio nel mondo antico, è stata esportata
nelle religioni "monoteiste moderne" (cristianesimo e islamismo), che
non sarebbero mai nate "spontaneamente", ma solo dietro un travaso
dalla religione ebraica: Dio ha scelto per l'eternità il popolo Ebreo quale Suo
Popolo, facendolo essere "monoteista" fra una miriade di popoli
POLITEISTI, quali i caldei, i babilonesi, gli egiziani, i fenici, i romani, i
siriani, ecc.
Teologicamente i cristiani entrano a far
parte del popolo di Dio, allargando così la discendenza promessa da Dio ad Abrahamo, perché PER FEDE, i credenti in Gesù, come spiega
l'apostolo Paolo nell'epistola ai Romani, diventano fratelli dell'Ebreo Gesù!
Essere antisemita significherebbe essere dunque contro il Figlio di Dio, con
tutte le amare conseguenze demoniache che ne derivano!
Anche gli arabi, tutti di razza
"semita" come gli Ebrei,
perché discendenti da Ismaele, il primogenito di Abrahamo,
hanno nella loro religione musulmana due importanti profeti, pari a Maometto: Abrahamo e Gesù Cristo!
Sul
piano storico-culturale, civiltà importanti, famose e potenti, come quella
arabo-musulmana, bizantina, spagnola, greco-ellenistica,
latina, ecc. devono agli Ebrei, alla loro religione ed alla loro cultura, gran
parte del loro splendore, come appresso specificato.
Una
premessa generale per
capire il fenomeno, comune a tutte le nazioni del mondo: gli Ebrei vissero un
primo periodo di relativa tranquillità in Palestina, la loro terra, (consegnata
loro da Dio stesso!), ma quando arrivarono i tempi bui della persecuzione,
dell'intolleranza, essi dovettero andare in esilio da una nazione all'altra, da
un luogo all'altro, da un territorio all'altro, da un governo intollerante ad
uno più tollerante o tutt'al più meno intollerante!
Ciò comportò necessariamente, come meglio
specificato appresso, la fuga, la diaspora nella diaspora, il trapianto
continuo di attività da un luogo all'altro: fu esigenza vitale allora
organizzare una "mentalità della fuga o del trasloco", confacente
all'esigenza di trovarsi bene in ogni luogo dove sostare, ma di potersene
allontanare in qualsiasi momento, senza danno e senza eccessivi rimpianti.
Ogni luogo avrebbe potuto diventare una
patria, ma ogni patria non sarebbe mai stata la vera patria d'Israele! Gli
Ebrei si dovettero considerare abitanti del mondo, ma "pellegrini" in
ogni luogo!
Una conseguenza palpabile di tutto ciò,
fu che, lo spostamento di capitali e beni, soprattutto di natura
non-immobiliare (case e terreni), ma di natura fungibile (manufatti in oro,
gioielli, quadri, libri, stoffe, pelli, argenteria, ecc.) provocava il calo, se
non addirittura il tracollo, di vecchie e consolidate economie di mercato ed il
sorgere di nuove in altre zone.
Vera dunque doveva essere quella
promessa del Signore ad Abramo, secondo cui la nazione di Abramo sarebbe stata
la benedizione per coloro che lo avrebbero accolto e la maledizione per quelli
che invece lo avrebbero respinto.
"E benedirò quelli che ti
benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le
famiglie della terra" (Genesi 12:2)
"E l'Eterno disse: "Celerò
io ad Abramo quello che sto per fare, poiché Abramo deve diventare una nazione
grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra?" (Genesi
18:17-18; Galati 3:8)
Dovunque gli Ebrei andarono, essi
sostennero, incrementarono o addirittura crearono un mercato o un commercio,
valorizzando le risorse locali o canalizzandole verso fini più nobili o più
duraturi nel tempo (essi erano portatori di "valori" eterni, non di
"vanità"!).
Nella mentalità di un Ebreo, saldamente
ancorato alla religione dei padri e alla tradizione mosaica, fedele ad un Dio-Jawè giusto e potente, fiducioso in un ritorno in
Gerusalemme ed in Palestina, ma "momentaneamente" esule in terra
straniera, c'era la mentalità e la necessità di non ancorarsi ad un territorio
in particolare e di farsi assorbire dalla cultura ospitante, pena l'estinzione
della propria identità, e di non assimilare nessun'altra tradizione estranea,
che sarebbe stata una inutile zavorra in un eventuale ritorno nella "terra
promessa, un tempo posseduta ed ora abbandonata"!
Occorreva avere la possibilità in
qualunque momento di un "espianto", quanto più completo ed indolore
possibile. Abbandonare case e terreni, rivendendoli in fretta, sarebbe stato
antieconomico!
Per portarsi tutto con sè, occorreva allora ricercare cose trasportabili ed anche
"trasportabili facilmente" in poco spazio ed in breve tempo:
1) la cultura, bagaglio
"strettamente personale" (pensiero filosofico, matematico,
finanziario, religioso, storico, ecc.), inalienabile e insottraibile;
2) il denaro o moneta di scambio, sotto
qualsiasi forma commerciabile;
3) argenteria e gioielli, sempre utili
investimenti;
4) mercanzie e prodotti tecnologici
(profumi e spezie, leghe metalliche, sementi, ecc.);
5) tecnologie, arti e mestieri di
difficile reperibilità, da tramandare di generazione in generazione (orafi,
fabbri, tagliatori di diamanti, stampatori e coniatori, banchieri e prestatori
di denaro, tessitori, calzolai, sarti, esperti nei più vari settori nei quali
si erano inseriti nel loro peregrinare da un popolo all'altro.
Una nazione con gli Ebrei
"doveva" prosperare!
E così prosperò per esempio
Il 1492 segnò un anno importante per la
storia, per tanti avvenimenti, ma per
Fu così che
Non era la stessa cosa che con gli
Ebrei, perché l'oro non finiva sul mercato ma nei forzieri dei nobili e della
Chiesa cattolica, sempre ingorda, avida e venale: l'inquisizione fu concepita
non solo per scacciare Ebrei ed eretici, ma soprattutto per confiscarne i beni!
Molti ricchi persero tutto, vita compresa, accusati ingiustamente di qualche eresia
di comodo!
Della triste situazione degli Ebrei ne
beneficiarono
Tali nazioni, allora agli albori della
loro storia, non avevano eccessive ricchezze, ma se le trovarono già pronte,
con l'arrivo degli Ebrei...
Con i commerci ed i mercati, in tali
nazioni si svilupparono anche le arti, sostenute dal gusto estetico Ebreo,
oltre che dal desiderio di possedere quadri da poter un giorno portare via!
Inoltre musica, pittura, scultura, danza, ecc. potevano ingentilire ed
allietare un... soggiorno forzato!
L'Italia, mai
ufficialmente ostile agli Ebrei, beneficiò della loro presenza di comodo,
confinandoli in appositi "ghetti" o quartieri dormitorio, dai quali
essi potevano uscire di giorno per trafficare e nei quali dovevano rientrare...
al tramonto!
A Roma fu loro concesso di risiedere nel
posto... più malsano della città: il lungotevere, umidissimo e pieno di
zanzare!
E come dire: "non ne posso fare a
meno, ma almeno ne limito lo schifo"!
A Venezia fu loro data come dimora
un'isola lontana, chiamata "la giudecca". Inutile dire che Venezia
divenne "la regina" delle repubbliche marinare!
Di tutto ciò il popolo Ebreo ne fece un
modo per vivere e per... soffrire, di morire e di... glorificare quel Dio, che
guidò un giorno la mano di Davide contro Golia, ma che ora li giudava nell'esilio per i Suoi imperscrutabili, ma
indiscutibili disegni.
Il popolo Ebreo ha dunque aiutato tutti
gli altri popoli della terra, ma nessuno lo ha mai ringraziato! Anzi...
Per una sorta di gelosia, mista ad
invidia, essi hanno invece ricevuto oltraggi ed irriconoscenti allontanamenti,
proprio da coloro che, divenuti per mezzo di loro, ricchi e potenti, avevano
bisogno di... dimenticare uno scomodo passato di indigenza e di incapacità!
A Livorno, importante centro di vita
ebraica, si confermò in modo determinante la tradizione. Erano ebrei sebarditi (cioè di cultura e tradizione spagnola) che
parlavano un dialetto nel quale si mescolavano parole di origine ebraica
insieme ad altre di origine toscana, spagnola e portoghese. Nella musica si
operò uno pratica detta del "contrapaltum",
consistente nell'adattamento e nella rielaborazione di testi su melodie
preesistenti.
A
Pescara, in Abruzzo, nel 1992 sono state scoperte le basi di
alcuni pilastri di una sinagoga ebraica del II-III d.C., segno di un
insediamento ebraico molto numeroso, intorno al quale si sarebbe poi edificata
una città "commerciale". Il buon gusto ebraico è stato profetico per
la nascita e lo sviluppo di una città...
Anticamente, per il cristianesimo
nascente e crescente, le sinagoghe furono sempre un eccellente punto di
riferimento prima, e di contrasto poi: erano il luogo preferito di incontri
culturali. Solo se una popolazione ha anche una cultura, essa riesce ad
attirare la gente che non ne ha.
Nell'antica Roma, l'impero ormai in decadenza, ebbe come imperatore Adriano,
il prototipo dell'antisemitismo. Si racconta che fece decapitare un ebreo che
lo aveva salutato con il saluto ebraico: "La pace sia con te!".
Poi fece decapitare un altro ebreo che aveva assistito alla scena e che si era
guardato bene... dal salutare!
Anche l'Olanda beneficiò tantissimo dell'arrivo degli Ebrei fuggiaschi
della Spagna. All'epoca l'Olanda era... una colonia spagnola!
Con gli Ebrei, il distacco e il processo
di indipendenza ebbero un'accelerata. Gli spagnoli furono cacciati e l'Olanda
in poco tempo partì alla conquista del mondo! La "compagnia delle
Indie" cercava nuovi mercati e territori strategici da conquistare. Tutti
i diamanti passavano per Amsterdam...
Ancora oggi il mercato regge; col
ritorno degli Ebrei in Israele oggi Tel Aviv sta sostituendosi ad Amsterdam...
L'Inghilterra poi deve
molto agli Ebrei, forse più di tanti altri paesi; un intero impero nacque...
come mercato! Ciò grazie agli Ebrei!
Non a caso essa divenne "la regina
dei mari", con un suo "mercato comune"!
Non a caso l'Inghilterra vinse e
sostituì gli spagnoli, i portoghesi e i francesi nella conquista del
"nuovo mondo"!
Dopo il 1492, parte degli Ebrei giunsero
anche in Turchia, dove l'impero
ottomano garantiva una tollerante pluralismo etnico, religioso e culturale.
In Turchia non ci furono mai, nè progrom, nè
olocausti, nè genocidi, nè
intolleranze gravi, nei confronti dei numerosissimi Ebrei, scampati alle
persecuzioni negli altri paesi: la città di Costantinopoli, ribattezzata Istambul, divenne in poco tempo un centro internazionale di
scambi commerciali, di traffici marittimi ed economici tra occidente ed
oriente. Lo spirito di iniziativa degli Ebrei dette subito ottimi risultati!
Gli Ebrei portarono anche la loro lingua
"ladina", una lingua ebraico/ spagnola/ separdita,
parlata presso le famiglie ebree e conservata insieme alla originaria lingua
ebraica.
Dopo aver constatato la benedizione
economica e culturale che gli Ebrei portarono in Turchia, il sultano di Istambul, Ben Jazim, ebbe a dire
a proposito dei re spagnoli: "come fate voi Ebrei a chiamare
"saggio" un re che impoverisce il suo regno ed arricchisce il
mio?"
Anche in Turchia gli Ebrei portarono la
stampa e ciò che in generale fu chiamata "la conoscenza".
Dopo cinque secoli (1492-1992), si è
festeggiato il cinquecentesimo anniversario della presenza ebraica in Turchia e
si sono svolte cinque giornate di conferenze dei maggiori esperti storici,
economici, culturali e religiosi che hanno evidenziato l'importanza di tale
presenza.
Il destino dei Turchi fu così in ascesa
che riuscirono addirittura a sostituirsi all'impero arabo!
Istambul aveva un
quartiere di GALATA per decine di migliaia di ebrei (oggi sono circa 38.000)
che si esprimevano in giudeo-spagnolo.
Anche
Dal XV secolo in poi,
In un passato recente, persino Hitler,
il pazzo autore dell'"olocausto" di sei milioi
di Ebrei, riconobbe di non poter fare a meno dell'aiuto dell'ingegno ebraico:
aveva circa trecentomila scienziati e tecnici Ebrei, a cui sembra che avesse
promesso la vita in cambio di tecnologia bellica e... dell'arma finale, ideata,
pensata e realizzabile solo da scienziati Ebrei! (Von Brawn,
ecc.)
Alla fine della seconda guerra mondiale
gli scienziati Ebrei furono contesi e accaparrati dalle due nazioni vincitrici,
USA e URSS, che in fretta, con
loro, diventarono due superpotenze proiettate alla conquista dell'universo!
L'emigrazione ebrea dalla Russia, ha
fatto ripiombare
In Cecoslovacchia gli Ebrei che vi si stabilirono furono astronomi,
giuristi, matematici, filologi, filosofi, benefattori delle arti e
dell'umanità, mecenati, scultori, alchimisti e... robevecchie,
barbieri, sarti, pittori, artigiani, ecc.
Si arrivò ad una popolazione di oltre
350.000 Ebrei, che, dopo lo sterminio nazista si ridusse drasticamente a meno
di 6.000!
La città di Praga fu abbellita di
innumerevoli palazzi, esistenti ancora oggi, fatti costruire dagli Ebrei
benestanti, che commerciavano arazzi e broccati, antiquariato, vetri e
cristalli (famosi quelli di Boemia), bicchieri e ferrobattuto,
marmi e... tecnologia!
Ultimamente lo scrittore Ebreo Kafka,
descrisse la condizione del popolo cecoslovacco in tutte le sue sfumature più
pittoresche: siccome però era Ebreo, per evitare la censura cecoslovacca,
scriveva in... tedesco! E scriveva tanto bene che fu creduto un autore tedesco!
Nel museo di Praga sono attualmente
conservati tutti gli oggetti sacri e preziosi, trafugati in Boemia e in Moravia
dalla "furia omicida nazista".
La raffinatezza degli oggetti dimostra
l'altissimo livello tecnologico e scientifico di cui è sempre stata portatrice
la cultura del popolo che ha avuto fra i suoi patriarchi, persone che sono
state in contatto con la perfetta, immensa e straaordinaria
"sapienza" di Dio!
In Francia, in Svizzera,
in Belgio e in ogni altra
nazione europea e mondiale, il
discorso del contributo Ebreo non solo fu presente, ma anche importante e meriterebbe
di essere citato almeno negli episodi più eclatanti.
Conclusione.
Il Signore ha considerato
"quel" popolo, e non altri, il SUO popolo!
Allora guardiamo al popolo Ebreo come al
destinatario di tantissime profezie, molte delle quali tutte puntualmente e
straordinariamente verificatesi, ma tante ancora da attuarsi nel prossimo
futuro:
Per quanto riguarda i tempi di
attuazione di gran parte delle profezie bibliche, Israele è sempre stato
l'orologio di Dio! Questo però è un altro discorso, da affrontare in chiave
religiosa.
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CHI ERA ARAFAT? Jasser Arafat era il nipote
di Hamin Hel Hussein,
luogotenente di Adolf Hitler… Strano, vero?
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ISRAEL TODAY
intervista a David Wilkerson
In una visita in Gran Bretagna, l'editore di israel today ha incontrato il pastore americano David Wilkerson, che si trovava lì per una serie di discorsi in
pubblico.
Parlando di Israele, America e della
Parola di Dio, ci si è potuti rendere conto che Wilkerson
non usa mezzi termini.
"
David Wilkerson
è il pastore che ha fondato
israel today:
Quali sono stati i suoi
sentimenti durante la guerra in Iraq, come americano e come cristiano?
Wilkerson: Ho predicato sulla caduta di Saddam
Hussein, ed ho avvertito il nostro presidente che ogni cosa gira attorno ad
Israele.Non si tratta solo di petrolio. Saddam aveva deciso di distruggere
Israele, con la collaborazione delle altre nazioni islamiche. Saddam Hussein è
una persona testarda, e sono molto grato a Dio che ha dato al nostro presidente
quella forte convinzione per salvare Israele da
quelle sue intenzioni
israel today:
Crede veramente che il
presidente Bush sceglierà di ascoltare alla Parola di Dio piuttosto che agli
uomini per quel che riguarda Israele?
Wilkerson: E' per questo che io invito i credenti statunintensi a pregare per il nostro presidente tutti i
giorni, ed anche di pregare contro l'antisemitismo che ancora si trova in mezzo
alla Chiesa. Dio mi ha avvertito quando ho fondato Times
Square Church che noi saremmo dovuti rimanere sempre
fedeli ad Israele. Ed io finora ho sempre fatto così.
israel today:
Lei adesso si trova in
Europa, dove molti cristiani non hanno capito il perché della guerra che gli
USA hanno condotto contro l'Iraq.
Wilkerson: Più che altro, in Europa molti cristiani non hanno
proprio capito
israel today:
Lei se la sentirebbe di
descrivere l'Islam come una religione pacifica, come ha fatto il suo
presidente?
Wilkerson: Io ho letto il Corano, e sono sicuro che gli
insegnamenti di quel libro sono falsi. L'Islam è una religione di
distruzione. Trovo strano il fatto che i predicatori evangelici non abbiano
capito che Dio non ha affatto rotto il Suo patto verso Israele. Dio ad Israele
ha dato una terra, ed ogni nazione che vuole distruggere Israele sarà
punita.
israel today:
Lei ha un bel coraggio
a schierarsi in maniera così aperta con Israele.
Wilkerson: Nel mondo cristiano ricevo molte critiche per
questo. Ma sento le ricche benedizioni di Dio in questo, questo per me conta di
più.
israel today:
Finita la guerra,
Israele è di nuovo all'ordine del giorno. Lei pensa che la 'roadmap'
possa portare la pace tra gli Israeliani ed i Palestinesi?
Wilkerson: No! Come può Bush, che conosce
israel today:
In altre parole,
secondo lei non c'è una soluzione umana al conflitto tra Israele e gli arabi?
Wilkerson: Dio ha promesso di proteggere il Suo popolo. Ha
fatto un patto e ha dato loro
israel today:
Noi in Israele possiamo
ringraziare Dio che è la nostra arma segreta...
Wilkerson: La prego, pubblichi il mio avvertimento nei
confronti delle nazioni che si pongono contro il popolo di Dio e contro la sua
città, Gerusalemme. Dio lo ha promesso e quindi lo adempirà. Shalom, e che Dio
vi benedica.
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Di Valentina Piattelli
Reintrodotta nel 1994, la pena capitale ha già fatto decine di vittime. Il
terrorismo comincia in casa…
Molti sono stati condannati per "collaborazionismo", ma forse
erano solo oppositori politici.
Soltanto nel 1996, 12 condanne a morte
Le condanne arrivano dopo processi farsa, a porte chiuse, condotti da
tribunali spesso militari.
Dopo l'occupazione del
Nel 1994, con la creazione dell'Autorità Palestinese, gli israeliani
manifestarono il loro timore per una possibile reintroduzione della pena di
morte pretendendo, con l'Accordo di Gerico, che la pena capitale non fosse
applicabile ai sospetti estradati da Israele verso l'Autorità Palestinese.
La pena di morte effettivamente è stata reintrodotta in Palestina quello
stesso anno.
La prima persona ad essere condannata a morte è stata Tha'er Mahmoud Faris, fucilato nel maggio del 1995, dopo essere stato
condannato da una corte militare sulla base della "Legge della Rivoluzione
Palestinese", approvata dall'Olp nel 1974.
Possono condannare a morte, oltre ai tribunali militari, anche le Corti
di Sicurezza di Stato istituite nel 1995. Queste corti - che lavorano a porte
chiuse e per le cui sentenze non c'è diritto d'appello - sono state aspramente
criticate da Amnesty International perché non seguono le procedure legali
basilari, violando i diritti dell'accusato.
Ad esempio Rajeh Huliel
Ali Abu-Sitta è stato processato a porte chiuse
subito dopo il suo arresto, alle tre di notte, e condannato a morte in 15
minuti. Inoltre Abu-Sitta ha affermato di essere
stato picchiato fra il momento dell'arresto e il processo. La famiglia ha
saputo dai giornali dell'arresto e della condanna morte del loro congiunto.
L'applicazione della pena di morte è stata subito massiccia: soltanto
nel 1996 vi sono state 12 condanne a morte.
Nel 2001 vi sono state due esecuzioni e 12 condanne a morte, tutte dopo
processi iniqui e sommari.
La maggior parte dei condannati erano stati accusati di tradimento o
"collaborazionismo" con le autorità israeliane.
ESECUZIONI DI 'COLLABORAZIONISTI'
Ultimamente la maggior parte dei condannati sono accusati di
"collaborazionismo" con Israele.
Il 13 gennaio 2001, Allan Bani Odeh è stato fucilato nella pubblica piazza di Nablus, in Cisgiordania, davanti a migliaia di palestinesi
che gridavano "Dio è grande".
Lo stesso giorno, Majdi Mikkawi
è stato fucilato presso la stazione centrale della polizia di Gaza. Entrambi
erano stati condannati a morte perché ritenuti colpevoli di aver fornito a
Israele informazioni che avevano portato all'uccisione di attivisti
palestinesi. Il leader palestinese Yasser Arafat aveva ratificato le condanne a
morte emesse 2 giorni prima da tribunali per la sicurezza dello stato. Secondo
il Palestinian Human Rights Monitor Group (Phrmg),
un'organizzazione palestinese per la difesa dei diritti umani, "Alan Bani Odeh è stato fucilato il 13
gennaio 2001 dopo un processo durato appena tre ore; i suoi avvocati, designati
d'ufficio, avevano avuto quindici minuti per prendere conoscenza degli
incartamenti".
Nel marzo del 2002 una troupe della BBC ha incontrato le famiglie delle
due vittime; secondo i giornalisti entrambi gli assassinati avevano un passato
di oppositori dell'Autorità Palestinese ed entrambi avevano criticato
apertamente Arafat.
Secondo l'associazione pacifista Betselem sono
decine le persone uccise sommariamente o condannate a morte per
"collaborazionismo".
Sotto questo termine vi sono i comportamenti più vari: dal non
partecipare a scioperi generali al compiere azioni "immorali", quali
la prostituzione e il consumo di droghe.
ESECUZIONI SOMMARIE E LINCIAGGI
A volte le prigioni vengono assaltate e i detenuti uccisi a furor di
popolo, oppure gruppi politici armati commettono esecuzioni sommarie.
Nell'agosto del 2002 Ikhlas Yasin
Khouli, palestinese, vedova e con sette figli, è
stata fucilata, senza processo, a Tulkarem dalle
Brigate martiri Al-Aqsa per "collaborazionismo con Israele".
L'esecuzione e la confessione della donna sono state trasmesse dalla
televisione palestinese. "Non collaborate con Israele", sono state le
ultime parole di Ikhlas Khouki,
prima di essere trascinata nelle strade di Tulkarem e
fucilata.
In seguito il figlio diciassettenne Bakir Khouli, anche lui in attesa di esecuzione, ha fatto sapere
a giornalisti della Bbc: "Mi hanno torturato finché ho inventato una
confessione che incolpava mia madre".
L'anno precedente era stato ucciso il padre di questa famiglia, sempre per
"collaborazionismo". Un mese dopo la zia, anche la nipote della
donna, di soli diciassette anni, è stata giustiziata sommariamente dopo essere
stata condotta in un terreno incolto.
La figlia adolescente Nadjla ha detto a
"Le Monde" di non essere affatto convinta della colpevolezza della
madre: "Stavamo tutto il tempo assieme; so di lei vita morte e miracoli.
Non vedo quando possa aver fatto la spia per gli israeliani". Così
racconta l'esecuzione: "E' venuto un impiegato del comune a comunicarmi la
morte di mia madre. Era stata prelevata il giorno prima. Dopo averla uccisa,
hanno abbandonato il suo corpo per la strada. E' stato durante il coprifuoco
imposto dall'esercito israeliano. Ho saputo in seguito che un'ambulanza
palestinese si era fermata accanto a lei, ma i barellieri non hanno voluto
trasportarla all'obitorio perché era una collaborazionista. E' questa
l'immagine che mi fa più male".
Talvolta le prigioni palestinesi vengono assaltate da gruppi armati che
si impossessano dei presunti "collaboratori" per linciarli.
L'ultimo caso è avvenuto nella primavera scorsa a Tulkarem,
quando otto prigionieri sono stati prelevati dalle celle e uccisi. I loro corpi
sono rimasti esposti in una via del centro per molte ore.
Sono una cinquantina le vittime di
queste esecuzioni sommarie dall'inizio della seconda Intifada.
Un numero finora inferiore rispetto alla prima Intifada (1987-1993), quando
furono ben 1200 i presunti collaborazionisti giustiziati sommariamente.
Secondo il Phrmg: "L'utilizzo da parte
degli occupanti di persone dei territori occupati per ottenere informazioni è
contrario alla convenzione di Ginevra". Secondo l'esercito israeliano,
circa l'80% degli attacchi contro gli israeliani viene sventato grazie a
informazioni fornite da palestinesi.
L'ULTIMO CONDANNATO È UN ATTIVISTA PER I DIRITTI UMANI
Khaidar Ghanem
lavorava per l'organizzazione pacifista Betselem
Nelle ultime settimane vi è stata un'ondata di condanne a morte di presunti
"collaborazionisti". A metà ottobre Walid Mahdiya e Amin Khafalah sono stati condannati a morte per
"collaborazionismo".
Qualche giorno fa è toccato a Khaidar Ghanem, un ricercatore dell'associazione pacifista
israeliana Betselem. Khaidar
Ghanem, un attivista per i diritti umani, aveva
ottenuto il permesso dei Servizi di Sicurezza Generali palestinesi per poter
lavorare per Betselem, un'associazione pacifista
israeliana.
Ciononostante il suo lavoro per Betselem era il
principale capo di accusa. Dopo un processo farsa durato appena due ore e mezza
e basato soltanto sulla sua confessione, è stata pronunciata la sentenza
accolta con un fragoroso applauso dal pubblico.
Un agente dei Servizi di Sicurezza Preventiva coinvolto negli
interrogatori di Ghanem aveva detto ai tre giudici
che l'accusato aveva aperto un ufficio stampa a Rafah
che forniva informazioni ai servizi segreti israeliani. Secondo la corte Ghanem avrebbe aiutato Israele ad uccidere quattro
attivisti di Fatah a Rafah.
Ghanem si era dichiarato colpevole di
"collaborazionismo", ma aveva negato il coinvolgimento negli omicidi.
È il quarto palestinese ad essere condannato a morte nelle ultime settimane.
Fonti di Betselem hanno detto a "The Jerusalem Post" che l'Autorità Palestinese non era
contenta del lavoro di Ghanem perché "aveva
cominciato a fare troppe domande che imbarazzavano gli agenti dell'Autorità
Palestinese".
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