ISRAELE OGGI

(leggi anche l’antisemitismo di Hamas)

Sono 13.2 milioni gli ebrei nel mondo.

La popolazione ebraica nel mondo

L'Agenzia ebraica lo ha comunicato alla vigilia di Rosh Ha Shanà. La comunità ebraica più numerosa è quella israeliana

Secondo quanto annunciato dall' Agenzia Ebraica, alla vigilia dell'anno 5768 gli ebrei nel mondo erano 13.2 milioni. Il comunicato si basa su informazioni raccolte dal prof. Sergio Della Pergola,
dell'Università Ebraica di Gerusalemme e dello Jewish People Policy Planning Institute. Questa statistica include tutti coloro che si considerano come ebrei, affiliati o meno ad un'organizzazione
ebraica.

La più grande comunità ebraica nel mondo è ora Israele, con 5.4 milioni di ebrei, oltre il 40% del popolo ebraico, seguita da quella statunitense con 5.3 milioni di ebrei.

In Israele, vi è stata una crescita della comunità ebraica di oltre 70'000 ebrei, grazie principalmente all'incremento natuale e in parte all'aliya. Nella maggior parte delle comunità nel mondo lo scorso anno i numeri sono stati al ribasso.

Le più grandi comunità dopo Israele e gli USA sono quelle della Francia (490'000 ebrei), Canada (374'000), Gran Bretagna (295'000), Russia (221'000), Argentina (184'000), Germania (120'000) e Australia (104'000). La più piccola comunità è quella dell'Afghanistan, dove c'è un solo ebreo.

Queste cifre non includono tutti coloro che hanno i requisiti per
ottenere la cittadinanza israeliana in base alla Legge del Ritorno,
molti dei quali non sono ebrei secondo la legge rabbinica o non
considerano se stessi come ebrei. L'Agenzia Ebraica ritiene che in
alcuni Paesi vi sia almeno tre volte il numero dichiarato di
potenziali cittadini israeliani rispetto agli ebrei ufficialmente
presenti.

Inserito il: 16.09.2007

Fonte: haaretz.com - 12.09.2007. Traduzione ed adattamento a cura di
Cronache Israeliane (www.cronacheisraeliane.info).

 

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LA RUSSIA VENDE ARMI AGLI ARABI

Mentre il primo ministro israeliano Ehud Olmert partiva martedì per incontrare a Mosca il presidente Vladimir Putin ed altri esponenti russi, l’ex dissidente sovietico e “prigioniero di Sion”, oggi parlamentare israeliano, Natan Sharansky gli ha offerto quello che potrebbe essere il suo ultimo consiglio da politico dell’opposizione: con Putin sii diretto sulla questione dei piani nucleari iraniani, il futuro del mondo potrebbe dipendere da questo.
Il Jerusalem Post ha infatti chiesto a Sharansky cosa Olmert dovrebbe dire a Putin nell’incontro fra i due mercoledì a Mosca.

Sharansky si è preso un minuto per pensarci, e poi ha detto: “Deve dire che abbiamo intrattenuto un lungo dialogo con la Russia sui pericoli legati al passaggio di tecnologia nucleare russa verso l’Iran. Lei, presidente Putin, aveva ragione quando diceva che non solo la tecnologia russa, ma anche quella ben più avanzata occidentale aiutava la produzione di missili. Allora conveniste che si trattava di un pericolo. Oggi tutti capiscono che percolo sia per il mondo libero, non solo per Israele. Hanno un leader che, come Hitler, non nasconde le sue intenzioni. Noi capiamo e rispettiamo il vostro desiderio di vedere la Russia come uno dei paesi leader del mondo. Come persona preoccupata dai destini del mondo e della posizione della Russia, dovete far parte di quel fronte. In passato significava non perdere i mercati iraniani. Ma oggi siamo in un momento critico.

Tutti nel mondo – Stati Uniti, Francia, Olanda, Germania, Inghilterra – capiscono l’importanza di una posizione unita. È molto importante per la libertà del mondo”.

Sharansky prosegue dicendo che Israele deve essere “franco, aperto e inflessibile” con Mosca. “Dovremmo mettere bene in chiaro che è estremamente pericoloso, per noi, e che non possiamo continuare ad avere buone relazioni con la Russia mentre coltiva un’evidente politica di aperto appoggio a nemici che vogliono distruggerci”.
Sharansky, che ha incontrato Putin in diverse occasioni, dice che il presidente russo “capisce meglio di tutti i suoi predecessori come funziona l’occidente: capisce che, se vuole riportare la Russia allo status di superpotenza, non deve scontrarsi con l’occidente, bensì cooperare, e che Israele e gli ebrei devono a tutti gli effetti essere parte di questa alleanza e cooperazione”.
Secondo Sharansky, se la Russia vuole davvero essere un membro significativo del Quartetto (con Usa, Ue e Onu) e dare un contributo alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, allora deve cessare le vendite di armi non solo all’Iran ma anche alla Siria, che – a quanto risulta ai servizi di intelligence israeliani – passa armi a gruppi terroristi come Hezbollah e Hamas.

Dopo la guerra della scorsa estate in Libano, una delegazione israeliana è stata mandata a Mosca a protestare per il fatto che armi anti-carro russe, fornite dalla Siria e dall’Iran, siano state usate dai jihadisti Hezbollah contro Israele, e ora potrebbero essere arrivate anche fino alla striscia di Gaza.

La risposta di Mosca fu la rimozione di un alto ufficiale incaricato delle esportazioni e, la scorsa settimana, forse come gesto in vista della visita di Olmert, ha stabilito un set di regole più restrittive sulle vendite di armi.
Intervenendo lunedì all’apertura della sessione invernale della Knesset, Olmert ha detto che “l’Iran sta ingannando la comunità internazionale: sta puntando i piedi cercando di guadagnare tempo per completare il suo pericoloso programma nucleare. La minaccia iraniana è una minaccia all’esistenza di Israele e è una minaccia all’esistenza della pace mondiale”. E ha detto che il programma nucleare iraniano sarebbe stato al centro dei suoi colloqui con Putin. La Russia ha fornito ingegneri, ha aiutato nella costruzione del reattore nucleare iraniano a Bushehr, ed è stata riluttante nel sostenere sanzioni internazionali contro l’Iran per il suo rifiuto di fermare l’arricchimento dell’uranio.
(Da: Jerusalem Post, 18.10.06)

 

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HAMAS VUOLE UCCIDERE I CIVILI

ISRAELE - Attacco contro due pullman a Beersheva [ICN-News 1 settembre 2004 -Israele]

Beersheva (AsiaNews) – Il gruppo palestinese di militanti islamici Hamas ha rivendicato due attacchi suicidi nel sud di Israele, che hanno ucciso almeno 15 persone. Poche ore dopo gli attentati, Hamas ha distribuito ad Hebron un volantino dicendo che gli attacchi sono una vendetta per l’assassinio del loro capo spirituale Sheik Ahmed Yassin e del suo successore Abdel Aziz Rantisi, avvenuti nella primavera scorsa. Negli ultimi 4 anni Hamas ha compiuto decine di attentati suicidi.

I due bus sono scoppiati oggi a Beersheva, una città di 200 mila abitanti nel sud di Israele, facendo almeno 15 morti e 84 feriti. Questo è il primo attacco suicida palestinese nel territorio israeliano dopo almeno sei mesi. Gli autobus si sono incendiati quasi simultaneamente vicino a un importante incrocio del centro cittadino, pieno di negozi. Beersheva è circa a 40 km da Hebron e a 40 km ad est della striscia di Gaza. La gente sul luogo ha descritto scene di orrore. Secondo alcuni testimoni gli autobus erano pieni di genitori e bambini che stavano facendo le ultime compere prima del ritorno a scuola dopo le vacanze.

"Questo è il primo attacco terrorista a Beersheva" ha detto p. Paul Collin ad AsiaNews. P. Paul, 66 anni, è il parroco della comunità cattolica locale, che si raduna nella chiesa di S.Abramo. "Purtroppo, questi attacchi sono divenuti il nostro pane quotidiano. La cosa più dolorosa è che vi sono nostri vicini implicati. Il livello di violenza nel paese è molto alto. Ci aspettavamo un attacco simile da un momento all’altro", ha aggiunto.

Il Primo ministro israeliano Ariel Sharon ha detto che il suo governo non abbasserà la guardia nella "lotta contro il terrorismo". Il leader palestinese Saeb Erekat ha commentato: "L’Autorità Palestinese condanna ogni attacco che colpisce i civili, siano essi israeliani o palestinesi".

Questo è il primo attacco suicida in grande stile dal marzo scorso, quando 10 persone furono uccise in una esplosione nel porto di Ashdod. Da allora vi è stato una certa riduzione degli attacchi nella regione, uno dei periodi più lunghi nei 4 anni di Nuova Intifada palestinese.

Secondo le autorità israeliane la costruzione della barriera di sicurezza attorno alla West Bank e la serie di raid contro militanti palestinesi ha aiutato a prevenire molti attacchi.

IL COMMENTO DEL GESTORE DI "EVANGELITALIA"

Il numero degli attacchi suicidi aumenta, così come il numero delle vittime innocenti. Sembrano gli attacchi dei briganti alle diligenze nell'Italia post-unitaria o gli assalti ai treni dei banditi cow-boys... Il popolo ebraico ha però visto di peggio: l'olocausto, la notte dei cristalli, i progrom, l'inquisizione, la deportazione, la persecuzione, la confisca, l'umiliazione, la soggezione...

Mancavano i kamikaze: gli americani ne hanno visti migliaia nell'ultima guerra mondiale. Adesso anche in Israele. Ma ricordiamo bene: nessun kamikaze ha poi vinto la guerra e nessun brigante o terrorista ha fatto altrettanto. La storia insegna.

Perché gli arabi non lo capiscono questo? Perché sono nemici della storia e dalla storia non hanno imparato niente. Alla fine gli arabi si autoestingueranno per mancanza di kamikaze.... Gli ebrei ci saranno ancora e anche il resto del mondo.. ma non più gli arabi... votati per destino atroce... al suicidio. La storia non l'hanno mai fatta i morti... ma i vivi... Peccato!

Per adesso contiamo i morti e non scandalizziamoci più di tanto.... Israele è vincente perché non ha terroristi, ma solo la voglia di stare in pace...

La giustizia sarà contro gli assassini di vittime innocenti. Aspettiamoci le misure di sicurezza che ogni stato sovrano è in grado di predisporre per la sua sicurezza interna. In Italia, ricordo che il governo democristiano negli anni 50-60, combatté il terrorismo altoaltesino favorendo il trasferimento di 1000 famiglie siciliane in Alto Adige. La cosa poi non si ingrandì, perché la manovra risultò più terroristica degli stessi terroristi...

Che farà allora Israele? Allungherà il muro? Pienamente legittimo.

Alzerà altre barriere? Pienamente lecito.

Silurerà le teste dei capi assassini? Pienamente comprensibile...

"Gli autobus erano pieni di genitori e bambini che stavano facendo le ultime compere prima del ritorno a scuola dopo le vacanze."

Ricordiamocelo, perché le reazioni dovranno essere di pari portata! La legittima difesa garantisce questo in ogni stato di diritto e in qualunque epoca o latitudine...

Anche il commentatore di AsiaNews si è accorto di questa relazione: più barriere sicure, meno attentati. L'articolo finisce proprio con questa amara considerazione: "Secondo le autorità israeliane la costruzione della barriera di sicurezza attorno alla West Bank e la serie di raid contro militanti palestinesi ha aiutato a prevenire molti attacchi."

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Perché il mondo odia Israele? [ICN-News 30 Luglio 2004 - Israele]

Israele è un piccolo stato, grande a malapena come la metà del lago Michigan. La sua popolazione è appena la metà di quella dell'area metropolitana di New York.

Nonostante sia uno stato ebraico, più del 20% dei suoi residenti è arabo, e la maggioranza degli ebrei israeliani si descrive come laica e non religiosa. Eppure, leggendo le notizie riportate dai media sulle condanne ricevute dalle Nazioni Unite, o la recente sentenza della Corte di Giustizia Internazionale sul Muro, Israele appare come una potenza mondiale intenta a destabilizzare il Medio Oriente. Perché, quindi, il mondo odia questo pezzo di terra tra il Giordano ed il Mare Mediterraneo?

Nonostante le conclusioni che ho personalmente tratto siano speculative, sospetto che potrebbero essere sostenute empiricamente se i resoconti storici fossero giusti ed obiettivi. Israele costituisce una spina nel fianco del mondo arabo per la sua notevole fantasmagoria tecnologica. Quasi ogni singolo israeliano è inserito in uno schema di software. Gli ebrei hanno fatto fiorire il deserto in questa terra arida ; hanno trasformato la loro intelligenza in meraviglie della tecnologia e nella ricchezza che ne consegue. Invece, ogni nazione araba vicina è disfunzionale. I governi sono dittatoriali; la gente è povera e analfabeta, e le autorità locali non hanno certo convertito i profitti derivanti dal petrolio in infrastrutture di utilità sociale.

Il risentimento è la conseguenza naturale di tale contrasto.

Dopo tutto, Israele ha tutti gli svantaggi geografici dei suoi vicini, e non ha petrolio. Eppure prospera, laddove altri boccheggiano. Poi, va velocemente detto che Israele è il delegato dei sentimenti antiamericani. Il pensiero che gli Stati Uniti siano una potenza mondiale che vuole porre il suo marchio sul Medio Oriente viene teoricamente dimostrato dall'aiuto dato ad Israele. Non viene notato, se non raramente, dai detrattori degli Stati Uniti che l'aiuto dato da questi ultimi all'Egitto è identico a quello fornito ad Israele.

Inoltre, il coinvolgimento americano in Iraq non è stato voluto da Israele ( la coda precede forse il cane?) né tale coinvolgimento ha minimamente influenzato i rapporti di Israele con gli stati vicini. Poi, la questione palestinese ha risvegliato emozioni nella sinistra europea ed in molti stati arabi. Va detto che le critiche mosse ad Israele sono in genere piuttosto banali. Ad Arafat, quale leader palestinese, durante le negoziazioni di Wye sono stati offerti il 97% del West Bank ed il controllo dei luoghi sacri. Ma ha rifiutato.

Infatti, non ci sono offerte accettabili da parte degli arabi che desiderano solo la distruzione dello stato di Israele, a meno che non si tratti di un'offerta di suicidio collettivo. Poi, la barriera ha il valore metaforico del muro di Berlino. Viene usato come mezzo di propaganda per dimostrare l'intento di Israele di "prendere la terra araba" e di isolarsi dai palestinesi.

Andrebbe notato che il Muro di Berlino è stato costruito per tenere i tedeschi dell'Est legati alle catene del comunismo, mentre la barriera israeliana è stata eretta per prevenire attacchi suicidi e per evitare di spargere altro sangue tra gli israeliani. La seconda Intifada ha portato 1000 morti israeliani dal 2000 ad oggi, e ad altrettanti mutilati. Il leader di una nazione è tenuto a fornire ai suoi cittadini un mezzo di difesa da tale spargimento di sangue. Se la barriera riduce tale minaccia ed aumenta la sicurezza, il primo ministro Sharon è stato tenuto ad erigerla. Il dovere di proteggere i suoi connazionali trascende ogni obbligo inflitto da organizzazioni multilaterali. Poi, i palestinesi hanno esposto il loro caso all'opinione pubblica molto meglio degli israeliani. Si sono posti come vittime di una potentissima struttura militare, quella del piccolo Israele.

Hanno convinto i loro sostenitori del fatto che le terre acquisite dopo la guerra del '67 sono territori "occupati" e non "disputati". Per cui, le loro tattiche sanguinarie vengono ignorate dall'opinione pubblica, di solito nemica dell'attività terroristica. Poi, gestiscono i media. Non ci sono voci di opposizione in Palestina , e se viene fatto un commento improprio , viene messo a tacere con la forza. Reporters without borders ha parlato spesso di giornalisti picchiati e minacciati di morte , ogniqualvolta si è osato criticare Hamas o gli Hezbollah sui giornali. Israele, una società libera e aperta, permette tutti i punti di vista, inclusi quelli anti israeliani.

Di conseguenza, la critica ad Israele è diffusa e quella sulle attività palestinesi viene stroncata sul nascere. Infine, le Nazioni Unite sono ormai organizzate per criticare sistematicamente Israele e gli Stati Uniti. E' significativo il fatto che nelle dichiarazioni emesse per condannare il muro non vi sia una parola sugli attacchi suicidi che ne hanno causato la costruzione. Ben poco può essere fatto al momento per cambiare l'opinione internazionale. Israele deve rimanere risoluto di fronte agli attacchi, anche se sono ingiusti e carichi di odio. Per il Medio Oriente questo è il Medio Evo. Ma se il mondo arabo desidera entrare nel 21° secolo - una conclusione auspicabile ma molto difficile- dovrà adottare ed emulare lo stile israeliano. Su questa base minima, c'è ancora speranza.

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Un opinionista arabo contro Hamas:
"Siete la causa delle tragedie del vostro popolo"

23 luglio 2002

Al-'Afif Al-Akhdhar, editorialista liberal di origini tunisine che vive a Parigi e collabora con il quotidiano in lingua araba Al-Hayat edito a Londra, ha pubblicato una lunga lettera aperta al movimento fondamentalista palestinese Hamas nella quale scrive, fra l'altro:
"I vostri attentati suicidi e le vostre arroganti dichiarazioni circa la necessita' di eliminare lo Stato di Israele, che e' un membro legittimo delle Nazioni Unite, permettono a Israele di sostenere che i palestinesi non vogliono uno stato accanto a Israele bensi' sulle rovine dello Stato di Israele. Questa posizione e' inaccettabile per la comunita' internazionale e conduce all'isolamento politico e diplomatico e sui mass-media, esponendo il vostro popolo a ulteriori tragedie. [.]
La lotta armata praticata da tutti i movimenti di liberazione nazionale della seconda meta' del XX secolo, come in Algeria e in Vietnam, non ha mai preso di mira intenzionalmente i civili. Il suo obiettivo dichiarato era quello di costringere il nemico a sedere al tavolo negoziale per raggiungere una composizione. Al contrario voi di Hamas, scegliendo di colpire i civili israeliani e dichiarando che negoziare con Israele e' un delitto in se', avete abbandonato la via politico-militare. Avete persino rifiutato di partecipare alle elezioni [palestinesi] del 1994 [piu' esattamente: gennaio 1995] perche' l'Autorita' Nazionale Palestinese che le organizzava era nata dal negoziato con Israele.
Il vostro irrazionale comportamento ha un nome: "politica nichilista del tanto peggio". Del "tanto peggio", perche' accetta rischi insensati secondo la logica del "muoia Sansone con tutti i filistei". Nichilista, perche' in effetti costituisce la negazione di tutti i valori e le norme che stanno alla base della convivenza internazionale. A voi non importa nulla delle devastatrici conseguenze di questo atteggiamento, come l'aumento della repressione sul vostro popolo o la conflittualita' che si allarga agli altri paesi arabi della regione, rendendoli ingovernabili. La vostra indifferenza per il dolore degli esseri umani, il disprezzo per lo spargimento di sangue e per le loro vite, l'espropriazione che fate del loro futuro, immolato sull'altare dell'ingenua illusione di "liberare la Palestina fino all'ultimo briciolo di terra", tutto questo esprime una paranoia allucinata che giunge a considerare l'assassinio e il suicidio come valori in se stessi, e tradisce la mentalita' tipica di chi brama potere e sangue disprezzando ogni valore religioso e umano. Questa mentalita' del tanto peggio e' la causa della vostra cecita' politica, del vostro comportamento autodistruttivo che vi porta a far esplodere bombe umane contro il futuro della vostra stessa gente.
[. Il leader palestinese] Haj Amin Al-Husseini collaboro' con Hitler e rifiuto' la sistemazione offerta dalla Commissione [britannica] Peel [del 1938] che dava agli ebrei il 20% e l'80% alla Palestina. Poi ripete' lo stesso errore rifiutando il piano di spartizione [dell'Onu, 1947] che dava il 55% agli ebrei e il resto alla Palestina. Avete rifiutato la proposta Clinton [del 2001], che dava al vostro popolo il 96-97% della Cisgiordania, e l'avete fatto invocando il "comandamento religioso" secondo cui bisognava rifiutare il complotto ebraico-americano contro il popolo palestinese.
Non mi aspetto che sviluppiate un vero pensiero strategico, anche se la vostra attivita' politica lo richiederebbe. Mi aspetto perlomeno quel minimo di realismo che vi porti a capire il divario che esiste fra le vostre aspirazioni e la realta' regionale e internazionale. Se non abbandonate questo vostro approccio, continuerete fino alla fine a svolgere il ruolo di testardi estremisti che si alimentano di illusioni su di se' e sul mondo. Senza cambiare atteggiamento, non potrete capire il vero significato dell'11 settembre: l'epoca delle operazioni suicide e' finita e questa violenza e' comunque inaccettabile a livello internazionale ed e' percepita come terrorismo, quali che siano le ragioni che le stanno dietro. La violenza non raggiungera' nessun risultato politico. E oggi la guerra preventiva, cioe' "la miglior difesa e' l'attacco", e' la regola d'oro della guerra contro il terrorismo."
(Al-Hayat, 14.07.02)

 

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Un messaggio-poesia da Israele La maiuscola significa “a capo”.
Gerusalemme[ICN-News 17 aprile 2004, 08:45 - SHOA' ]

Tra due giorni, il 19 aprile, in Israele verra' commemorata la Shoa'. Dalla nostra corrispondente, Deborah Fait, abbiamo ricevuto un messaggio per gli Ebrei:

NON SIAMO MAI STATI MEGLIO DI OGGI!

Sono solo la tv e i media Che fanno pensare alla gente Che la fine del mondo stia arrivando.
Soltanto 60 anni fa stavano Conducendo gli ebrei alla morte, Come pecore al macello!
Nessuno Stato, nessun esercito. 55 anni fa!
Sette nazioni arabe dichiararono guerra Al piccolo Stato ebraico, Nato da poche ore.
Eravamo allora 650.000 ebrei! Contro il mondo arabo intero.
Niente Zahal, Nessuna aviazione, Soltanto gente determinata Senza nessun altro posto dove andare.
Libano, Siria, Iraq, Giordania, Egitto, Libia e Arabia Saudita ci avevano attaccato tutti insieme.
Il paese che L’Onu “ci dava” Era per il 65% deserto.
Lo Stato iniziò da un fazzoletto di terra!
35 anni fa! Abbiamo combattuto Contro i tre più forti eserciti del Medio Oriente E li abbiamo spazzati via in sei giorni.
Abbiamo combattuto contro Diverse coalizioni di Paesi arabi Con eserciti moderni E tonnellate di armi sovietiche Ed abbiamo vinto ancora!
Abbiamo oggi Uno Stato, Una forte aviazione, Un’alta tecnologia che esporta per milioni.
Intel, IBM e Microsoft sviluppano i loro prodotti qui.
I nostri medici vincono premi internazionali Per le loro ricerche.
Abbiamo fatto fiorire il deserto Vendendo arance e verdura al resto del mondo. Vendiamo il basilico dell'Arava' persino in Italia.
Israele ha lanciato il suo satellite nello spazio! Tre satelliti tutti insieme!
Sediamo senza timore Allo stesso tavolo con gli Stati Uniti e i loro 250 milioni di abitanti, Con la Russia e i suoi 200 milioni di abitanti, Con la Cina e i suoi 1,1 miliardi di abitanti, Con gli europei- Francia, Germania e Inghilterra-
E i loro 350 milioni di abitanti, Gli unici paesi Ad avere messo in orbita qualcosa nello spazio.
Israele fa oggi parte Della famiglia nucleare Insieme a Stati Uniti, Russia, Cina, Francia ed Inghilterra [non lo ammettiamo ufficialmente … ma tutti lo sanno...]

Pensare che soltanto 60 anni fa, Eravamo condotti, Pieni di paura Senza speranza, Alla nostra morte!

Siamo saltati fuori dai camini di cenere dell’Europa, Abbiamo vinto le nostre guerre con meno di niente Tra le mani, Abbiamo costruito un “impero” dal niente.
Chi diavolo sei tu Arafat Per metterci paura?
Mi fai soltanto ridere!
Abbiamo celebrato Pesach,
Ricordiamo la storia.
Siamo sopravvissuti al Faraone,
Siamo sopravvissuti ai Greci,
Siamo sopravvissuti ai Romani,
Siamo sopravvissuti all’inquisizione spagnola,
Siamo sopravvissuti ai pogrom della Russia,
Siamo sopravvissuti a Hitler,
Siamo sopravvissuti ai tedeschi,
Siamo sopravvissuti alla Shoah,
Siamo sopravvissuti agli eserciti di sette paesi arabi,
Siamo sopravvissuti a Saddam.

Tranquilli, ragazzi, Supereremo Anche i nostri nemici attuali.
Non importa Da che parte della storia la si guardi!
Pensaci, Per noi, Il popolo ebraico, La situazione non è mai stata migliore.
E allora, Tiriamo su la testa, E dobbiamo ricordarci che:
Ogni nazione e cultura Con la quale abbiamo avuto a che fare E' stata distrutta - mentre noi continuiamo ad andare avanti!
L’Egitto?
C’è qualcuno che sa dove sia finito questo impero?
I Greci?
Alessandro Magno?
I Romani?
C’è qualcuno che parla ancora latino?
Il terzo Reich?
Qualcuno ha avuto sue notizie ultimamente?
Guardaci, Il popolo del Libro,
Dalla schiavitù d’Egitto, Siamo ancora qui, Parliamo ancora la stessa lingua! Qui e adesso.
Gli arabi non lo hanno ancora capito, Ma lo impareranno.
Fintanto che manterremmo la nostra identità Saremo eterni.
Scusate allora se non mi preoccupo, Se non piango E se non ho paura.
Le cose vanno bene qui.
Potrebbero essere sicuramente migliori,
Comunque, non: Farti abbattere dalla spazzatura dei media, Loro non ti dicono Che nonostante tutto Ci sono feste che vanno avanti, Che la gente continua a vivere, A uscire E a vedersi con gli amici.
Sì, il nostro morale è basso, E allora?
soltanto perchè piangiamo i nostri morti Mentre loro amano la morte.
E’ la stessa ragione per cui dopo tutto Alla fine vinceremo.
Puoi mandare questa lettera Se credi a tutti gli ebrei del mondo, Anche agli altri.
Sono parte della nostra forza, Può aiutare alcuni di loro Ad alzare la propria testa.
Dì loro Che non c'è niente da preoccuparsi.
Dì loro di pensare in grande, e Di guardare il tutto, l’intera immagine.
"Ci vediamo l’anno prossimo a Gerusalemme".

 

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EVANGELICI IN ISRAELE

Ancona [ICN-News 1 aprile 2004, 07:40 - ISRAELE:Evangelici ]

Da Giovanni De Finis e Giovanni Melchionda riceviamo e pubblichiamo

Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla conferenza del primo ministro israeliano sul turismo tenutasi a Gerusalemme e Tel Aviv dal 22 al 26 febbraio. Eravamo parte di una delegazione di evangelici Italiani invitati dal ministero del turismo israeliano e riconosciuti come sostenitori del popolo d’Israele. Il convegno è stato un’osservatorio privilegiato per vedere la sofferenza e il bisogno di aiuto e consolazione di cui ha bisogno il popolo di Dio.

La conferenza si è aperta , purtroppo , con la notizia dell’ultimo autobus scoppiato e il ministro Sharon ha aperto la conferenza chiedendo di osservare un minuto di silenzio per le vittime. Durante tutti i giorni della conferenza colpiva la prostrazione e l’umiltà con cui i vari ministri chiedevano aiuto per Israele per evitare la bancarotta della nazione. 4 anni di terrorismo hanno completamente annientato il flusso turistico, molti grandi alberghi hanno chiuso e migliaia di persone hanno perso il lavoro. La cosa più dolorosa sono sicuramente le sofferenze di chi ha avuto vittime in famiglia o persone invalide per tutta la vita, ma gli effetti si sentono anche nella vita delle famiglie. Più del 20 % della popolazione ha seri problemi per mangiare e si stanno organizzando mense popolari per la sussistenza. In una nazione che dal nulla aveva creato tanto benessere anche per gli arabi oggi è necessario organizzare collette come al tempo di Paolo (Romani 15.25).

Ma la cosa di cui più soffre il popolo d’israele è l’odio senza motivo di cui è fatto oggetto, tanto che gli ospiti stranieri sono accolti con grande senso di riconoscenza. La buona notizia è costituita dal fatto che gli israeliani oggi accettano con grande desiderio l’amicizia dei cristiani e persino di condividere la testimonianza del messia. La maggior parte dei conferenzieri era costituita da cristiani evangelici da varie nazioni coscienti del debito spirituale verso Israele (Romani 15.27). Diverse organizzazioni cristiane hanno assunto la responsabilità di aiutare con viaggi e altre iniziative di solidarietà il popolo in angoscia.
Il ministro del Turismo Halon ha pubblicamente ringraziato gli evangelici che con i loro viaggi e offerte garantiscono un minimo di economia evitando che il sistema collassi.

E’ un tempo di grande opportunità perché la chiesa italiana entri nella benedizione di Genesi 12.3 e partecipi ai tempi e all’opera di Dio. L’attacco è principalmente contro Gerusalemme, la città in cui il Signore ha decretato che risiede il suo Nome ( IRe 8.29). L’80 % degli attacchi dei terroristi suicidi è contro la città di Dio, ma allo stesso tempo abbiamo camminato sulle mura della città e siamo entrati nelle sue porte con la pace e la protezione dell’Onnipotente.
Nonostante la grave situazione le comunità messianiche Giudeo-Cristiane vivono una situazione migliore rispetto al resto del paese grazie al sostegno e alle visite delle chiese di tutto il mondo. E’ cessata verso di loro la persecuzione e i sospetti che vi erano fino a qualche anno fa e il governo israeliano collabora e chiede il loro aiuto. A due pastori evangelici è stata data la parola addirittura prima che a rabbini importanti a un vescovo inviato dal papa. Questi sono gli effetti di un Amore sincero verso il popolo di Dio che aprono la porta alla testimonianza. Naturalmente questo impegna la chiesa ad un serio autoesame sui suoi insegnamenti, costumi religiosi e responsabilità passate.

Se è vero che Israele è oggi il posto dove più facilmente un ebreo può morire è anche il posto dove è più facile testimoniare del messia Gesù ad un Ebreo. Abbiamo sentito da parte del Signore di prolungare il nostro soggiorno visitando sia il Kibbutz messianico Jad Hasmona che fratelli che portano un ministerio rivolto ai tossicodipendenti ( purtroppo numerosi fra i giovani dopo i tre anni di servizio militare). Israele si trova come l’uva nello strettoio, la sua sofferenza e persecuzione è grave, ma dal mosto ne verrà del vino buono per la comunione con la chiesa (Efesini 2. 13 e seg.).
Non vogliamo aspettare fatalmente gli eventi ,ma partecipare al piano di Dio ( Rom.12.15).

Abbiamo anche avuta l’opportunità di visitare le Sorelle Paola e Anna Zoni condividendo la loro missione. Abbiamo passato con loro una serata benedetta. L’ultima sera abbiamo avuto l’occasione di partecipare ad un ricevimento presso l’ambasciata italiana a Tel Aviv e abbiamo constatato con piacere che in questo momento l’Italia è il paese più amico di Israele in tutta l’Europa che sta boicottando questa nazione. Gli scambi commerciali e politici sono molto favorevoli e crediamo che per questo l’Italia sarà benedetta dal Signore. Preghiamo che anche la chiesa italiana abbia questo privilegio. Da due anni circa alcuni fratelli in Italia si stanno impegnando per Israele con varie iniziative. La prossima sarà un viaggio di solidarietà e preghiera per la festa dei tabernacoli dal 3 all’11 ottobre. La festa di succot insieme alla pasqua e pentecoste (Levitico 23) era una delle tre occasioni per andare a Gerusalemme
Come fece il Signor Gesù. E’ un’occasione speciale che vi proponiamo per entrare nel calendario biblico per una comprensione più profonda delle scritture e per benedire il popolo di Dio.
Giovanni De Finis e Giovanni Melchionda.
Melchisedek.it@libero.it

 

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PENSIERI...

Ci si scandalizza di ciò che Israele fa in quei territori che ha sempre considerato suoi, per motivi storici, etnici, culturali, religiosi e... divini!

Ma che hanno fatto le altre nazioni in casi analoghi? La storia, che esempi offre agli israeliani di oggi?

Il muro. E che ha fatto la Francia con la "linea Maginot", la Russia col "muro di Berlino", la Cina con la "muraglia cinese", gli antichi romani con il "vallo di Adriano", ecc.?

La repressione del terrorismo. E che ha fatto l'Italia con i briganti? Li hanno ammazzati con spietate retate dell'esercito piemontese, con un totale di 50 mila morti... La Francia in Algeria? Gli americani con gli indiani? Le nazioni europee nelle colonie africane, Sud Africa compresa? I paesi arabi con gli stessi ebrei? La Spagna del 1492 con gli ebrei? La chiesa Cattolica con gli eretici? L'inquisizione ha eliminato 60 milioni di persone... Ecc...

Gerusalemme come capitale. Roma fu presa a cannonate, Berlino è tornata capitale al posto di Bonn, come se non fosse successo niente...

Riflettiamo...

Il gestore di protestantesimo.it

RISPOSTA

Come al solito, la gente si riempie la bocca di belle parole e di amore verso gli altri popoli, ma solo quando a dover dare o a dover fare concessioni sono gli altri!

Io sono per l'unità d'Italia, ma quando si è trattato di sciogliere l'ex Yugoslavia o l'ex Unione Sovietica noi siamo stati pronti ad appoggiare i piccoli stati che chiedevano l'indipendenza, ma diciamolo, l'unità d'Italia, come è stata fatta? Garibaldi, quanto sangue italiano ha versato per unificare l'Italia contro il volere di tanti che non l'avrebbero voluta? A volte penso a Bossi ed alla Padania, benchè io sia ciociaro.

In ogni caso, quando si deve accusare Israele a priori, solo perché è popolo di Dio, anche i Kamikaze sono ritenute delle brave persone. Alla faccia del cristianesimo italiano!!!

Abele

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Vi sono su internet una varieta' di siti che parlano di ISRAELE

Ve ne citiamo alcuni per quelli interessati a questo argomento sia da una parte che dall'altra:

- http://www.israele.net/
- http://www.ebraismoedintorni.it/
- http://www.morasha.it/
- http://www.informazionecorretta.com/
- Sinistra per Israele: per iscriversi scrivere a: sinistraperisraele@yahoogroups.com
- http://www.amicidisraele.org/
La nostra newsletter affronta invece argomenti di interesse generale legati alla Cultura ebraica: Eventi, Archeologia, Geografia, pensieri, religione e qualche volta di casi interessanti legati a segnalazioni ricevute da amici e lettori.
Gli argomenti che hanno riscosso piu' successo sono quelli legati alla storia biblica legata all'archeologia (il percorso di Abramo da Ur a Cannaan, il diluvio universale spiegato scientificamente....).
Per richiedere le newsletter passate scrivete direttamente a : infos@puntoj.com

 

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L'ESILIO DEL POPOLO EBREO (autore: Donato Trovarelli)

Il popolo Ebreo fu disperso dopo il 70 d.C., in seguito alla distruzione di Gerusalemme e di tutte le sacche di resistenza dei patrioti del Regno d'Israele ad opera degli antichi romani; gli ebrei sopravvissuti furono deportati a Roma e altrove o si dispersero volontariamente, cercando luoghi e genti migliori.

La vittoria romana ad opera dell'imperatore Tito fu totale e completa e comportò:

- la distruzione del tempio di Salomone,

- la morte di quasi tutti gli abitanti di Gerusalemme (oltre 600.000 persone),

- la deportazione degli Ebrei superstiti in Roma e nelle altre "regioni" dell'Impero romano.

- la fine della tradizione orale della spiegazione dei libri della Thorà, dei Nebihìjm e dei ketubìm e loro scrittura in un nuovo libro chiamato il "Bereshìt rabbi"

- la fine di una identità politica del popolo ebraico.

A Roma sono tuttora in piedi “l’arco di trionfo" e l'obelisco che "raccontano" l'episodio.

La diaspora fu quasi totale e comportò l'attraversamento di luoghi, mai visti o mai raggiunti prima. Molti Ebrei si sistemarono provvisoriamente e molti altri continuarono il cammino, fino a trovare anch'essi un luogo confacente, almeno in parte alle aspettative di accoglienza o di tolleranza.

Si svilupparono allora, in quasi tutte le parti del mondo allora conosciuto, delle comunità o colonie ebraiche, fiorenti ed attive, sia economicamente, che culturalmente e religiosamente.

Dovunque andarono portarono benedizioni.

Per molti secoli si videro nazioni e popoli crescere e svilupparsi grazie al contributo diretto ed indiretto della cultura ebraica e dell'umile lavoro degli Ebrei.

La loro religione MONOTEISTA, unico esempio nel mondo antico, è stata esportata nelle religioni "monoteiste moderne" (cristianesimo e islamismo), che non sarebbero mai nate "spontaneamente", ma solo dietro un travaso dalla religione ebraica: Dio ha scelto per l'eternità il popolo Ebreo quale Suo Popolo, facendolo essere "monoteista" fra una miriade di popoli POLITEISTI, quali i caldei, i babilonesi, gli egiziani, i fenici, i romani, i siriani, ecc.

Teologicamente i cristiani entrano a far parte del popolo di Dio, allargando così la discendenza promessa da Dio ad Abrahamo, perché PER FEDE, i credenti in Gesù, come spiega l'apostolo Paolo nell'epistola ai Romani, diventano fratelli dell'Ebreo Gesù! Essere antisemita significherebbe essere dunque contro il Figlio di Dio, con tutte le amare conseguenze demoniache che ne derivano!

Anche gli arabi, tutti di razza "semita" come gli Ebrei, perché discendenti da Ismaele, il primogenito di Abrahamo, hanno nella loro religione musulmana due importanti profeti, pari a Maometto: Abrahamo e Gesù Cristo!

Sul piano storico-culturale, civiltà importanti, famose e potenti, come quella arabo-musulmana, bizantina, spagnola, greco-ellenistica, latina, ecc. devono agli Ebrei, alla loro religione ed alla loro cultura, gran parte del loro splendore, come appresso specificato.

Una premessa generale per capire il fenomeno, comune a tutte le nazioni del mondo: gli Ebrei vissero un primo periodo di relativa tranquillità in Palestina, la loro terra, (consegnata loro da Dio stesso!), ma quando arrivarono i tempi bui della persecuzione, dell'intolleranza, essi dovettero andare in esilio da una nazione all'altra, da un luogo all'altro, da un territorio all'altro, da un governo intollerante ad uno più tollerante o tutt'al più meno intollerante!

Ciò comportò necessariamente, come meglio specificato appresso, la fuga, la diaspora nella diaspora, il trapianto continuo di attività da un luogo all'altro: fu esigenza vitale allora organizzare una "mentalità della fuga o del trasloco", confacente all'esigenza di trovarsi bene in ogni luogo dove sostare, ma di potersene allontanare in qualsiasi momento, senza danno e senza eccessivi rimpianti.

Ogni luogo avrebbe potuto diventare una patria, ma ogni patria non sarebbe mai stata la vera patria d'Israele! Gli Ebrei si dovettero considerare abitanti del mondo, ma "pellegrini" in ogni luogo!

Una conseguenza palpabile di tutto ciò, fu che, lo spostamento di capitali e beni, soprattutto di natura non-immobiliare (case e terreni), ma di natura fungibile (manufatti in oro, gioielli, quadri, libri, stoffe, pelli, argenteria, ecc.) provocava il calo, se non addirittura il tracollo, di vecchie e consolidate economie di mercato ed il sorgere di nuove in altre zone.

Vera dunque doveva essere quella promessa del Signore ad Abramo, secondo cui la nazione di Abramo sarebbe stata la benedizione per coloro che lo avrebbero accolto e la maledizione per quelli che invece lo avrebbero respinto.

"E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra" (Genesi 12:2)

"E l'Eterno disse: "Celerò io ad Abramo quello che sto per fare, poiché Abramo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra?" (Genesi 18:17-18; Galati 3:8)

Dovunque gli Ebrei andarono, essi sostennero, incrementarono o addirittura crearono un mercato o un commercio, valorizzando le risorse locali o canalizzandole verso fini più nobili o più duraturi nel tempo (essi erano portatori di "valori" eterni, non di "vanità"!).

Nella mentalità di un Ebreo, saldamente ancorato alla religione dei padri e alla tradizione mosaica, fedele ad un Dio-Jawè giusto e potente, fiducioso in un ritorno in Gerusalemme ed in Palestina, ma "momentaneamente" esule in terra straniera, c'era la mentalità e la necessità di non ancorarsi ad un territorio in particolare e di farsi assorbire dalla cultura ospitante, pena l'estinzione della propria identità, e di non assimilare nessun'altra tradizione estranea, che sarebbe stata una inutile zavorra in un eventuale ritorno nella "terra promessa, un tempo posseduta ed ora abbandonata"!

Occorreva avere la possibilità in qualunque momento di un "espianto", quanto più completo ed indolore possibile. Abbandonare case e terreni, rivendendoli in fretta, sarebbe stato antieconomico!

Per portarsi tutto con , occorreva allora ricercare cose trasportabili ed anche "trasportabili facilmente" in poco spazio ed in breve tempo:

1) la cultura, bagaglio "strettamente personale" (pensiero filosofico, matematico, finanziario, religioso, storico, ecc.), inalienabile e insottraibile;

2) il denaro o moneta di scambio, sotto qualsiasi forma commerciabile;

3) argenteria e gioielli, sempre utili investimenti;

4) mercanzie e prodotti tecnologici (profumi e spezie, leghe metalliche, sementi, ecc.);

5) tecnologie, arti e mestieri di difficile reperibilità, da tramandare di generazione in generazione (orafi, fabbri, tagliatori di diamanti, stampatori e coniatori, banchieri e prestatori di denaro, tessitori, calzolai, sarti, esperti nei più vari settori nei quali si erano inseriti nel loro peregrinare da un popolo all'altro.

Una nazione con gli Ebrei "doveva" prosperare!

E così prosperò per esempio la Spagna, fino alla... cacciata degli Ebrei ad opera dell'inquisizione, dopo la scoperta dell'America.

Il 1492 segnò un anno importante per la storia, per tanti avvenimenti, ma per la Spagna esso fu un anno tremendamente tragico, per le conseguenze negative che ne derivarono: i re, cosiddetti "cattolicissimi", Ferdinando ed Isabella (gli stessi all'epoca di Cristoforo Colombo!), emisero un serie di leggi, ispirate dagli iquisitori gesuiti, che costrinsero gli Ebrei ad andarsene e a rinunciare a tutti i loro beni.

Fu così che la Spagna perse gradatamente ed "inspiegabilmente" (almeno in apparenza, se non consideriamo il fatto di cui si sta trattando) prestigio e potenza, nonostante che in essa giungesse in abbondanza l'oro del Nuovo Mondo!

Non era la stessa cosa che con gli Ebrei, perché l'oro non finiva sul mercato ma nei forzieri dei nobili e della Chiesa cattolica, sempre ingorda, avida e venale: l'inquisizione fu concepita non solo per scacciare Ebrei ed eretici, ma soprattutto per confiscarne i beni! Molti ricchi persero tutto, vita compresa, accusati ingiustamente di qualche eresia di comodo!

Della triste situazione degli Ebrei ne beneficiarono la Francia, l'Olanda, l'Inghilterra, l'Italia, la Turchia, la Cecoslovacchia che accolsero i fuggitivi superstiti.

Tali nazioni, allora agli albori della loro storia, non avevano eccessive ricchezze, ma se le trovarono già pronte, con l'arrivo degli Ebrei...

Con i commerci ed i mercati, in tali nazioni si svilupparono anche le arti, sostenute dal gusto estetico Ebreo, oltre che dal desiderio di possedere quadri da poter un giorno portare via! Inoltre musica, pittura, scultura, danza, ecc. potevano ingentilire ed allietare un... soggiorno forzato!

L'Italia, mai ufficialmente ostile agli Ebrei, beneficiò della loro presenza di comodo, confinandoli in appositi "ghetti" o quartieri dormitorio, dai quali essi potevano uscire di giorno per trafficare e nei quali dovevano rientrare... al tramonto!

A Roma fu loro concesso di risiedere nel posto... più malsano della città: il lungotevere, umidissimo e pieno di zanzare!

E come dire: "non ne posso fare a meno, ma almeno ne limito lo schifo"!

A Venezia fu loro data come dimora un'isola lontana, chiamata "la giudecca". Inutile dire che Venezia divenne "la regina" delle repubbliche marinare!

Di tutto ciò il popolo Ebreo ne fece un modo per vivere e per... soffrire, di morire e di... glorificare quel Dio, che guidò un giorno la mano di Davide contro Golia, ma che ora li giudava nell'esilio per i Suoi imperscrutabili, ma indiscutibili disegni.

Il popolo Ebreo ha dunque aiutato tutti gli altri popoli della terra, ma nessuno lo ha mai ringraziato! Anzi...

Per una sorta di gelosia, mista ad invidia, essi hanno invece ricevuto oltraggi ed irriconoscenti allontanamenti, proprio da coloro che, divenuti per mezzo di loro, ricchi e potenti, avevano bisogno di... dimenticare uno scomodo passato di indigenza e di incapacità!

A Livorno, importante centro di vita ebraica, si confermò in modo determinante la tradizione. Erano ebrei sebarditi (cioè di cultura e tradizione spagnola) che parlavano un dialetto nel quale si mescolavano parole di origine ebraica insieme ad altre di origine toscana, spagnola e portoghese. Nella musica si operò uno pratica detta del "contrapaltum", consistente nell'adattamento e nella rielaborazione di testi su melodie preesistenti.

A Pescara, in Abruzzo, nel 1992 sono state scoperte le basi di alcuni pilastri di una sinagoga ebraica del II-III d.C., segno di un insediamento ebraico molto numeroso, intorno al quale si sarebbe poi edificata una città "commerciale". Il buon gusto ebraico è stato profetico per la nascita e lo sviluppo di una città...

Anticamente, per il cristianesimo nascente e crescente, le sinagoghe furono sempre un eccellente punto di riferimento prima, e di contrasto poi: erano il luogo preferito di incontri culturali. Solo se una popolazione ha anche una cultura, essa riesce ad attirare la gente che non ne ha.

Nell'antica Roma, l'impero ormai in decadenza, ebbe come imperatore Adriano, il prototipo dell'antisemitismo. Si racconta che fece decapitare un ebreo che lo aveva salutato con il saluto ebraico: "La pace sia con te!". Poi fece decapitare un altro ebreo che aveva assistito alla scena e che si era guardato bene... dal salutare!

Anche l'Olanda beneficiò tantissimo dell'arrivo degli Ebrei fuggiaschi della Spagna. All'epoca l'Olanda era... una colonia spagnola!

Con gli Ebrei, il distacco e il processo di indipendenza ebbero un'accelerata. Gli spagnoli furono cacciati e l'Olanda in poco tempo partì alla conquista del mondo! La "compagnia delle Indie" cercava nuovi mercati e territori strategici da conquistare. Tutti i diamanti passavano per Amsterdam...

Ancora oggi il mercato regge; col ritorno degli Ebrei in Israele oggi Tel Aviv sta sostituendosi ad Amsterdam...

L'Inghilterra poi deve molto agli Ebrei, forse più di tanti altri paesi; un intero impero nacque... come mercato! Ciò grazie agli Ebrei!

Non a caso essa divenne "la regina dei mari", con un suo "mercato comune"!

Non a caso l'Inghilterra vinse e sostituì gli spagnoli, i portoghesi e i francesi nella conquista del "nuovo mondo"!

Dopo il 1492, parte degli Ebrei giunsero anche in Turchia, dove l'impero ottomano garantiva una tollerante pluralismo etnico, religioso e culturale.

In Turchia non ci furono mai, progrom, olocausti, genocidi, intolleranze gravi, nei confronti dei numerosissimi Ebrei, scampati alle persecuzioni negli altri paesi: la città di Costantinopoli, ribattezzata Istambul, divenne in poco tempo un centro internazionale di scambi commerciali, di traffici marittimi ed economici tra occidente ed oriente. Lo spirito di iniziativa degli Ebrei dette subito ottimi risultati!

Gli Ebrei portarono anche la loro lingua "ladina", una lingua ebraico/ spagnola/ separdita, parlata presso le famiglie ebree e conservata insieme alla originaria lingua ebraica.

Dopo aver constatato la benedizione economica e culturale che gli Ebrei portarono in Turchia, il sultano di Istambul, Ben Jazim, ebbe a dire a proposito dei re spagnoli: "come fate voi Ebrei a chiamare "saggio" un re che impoverisce il suo regno ed arricchisce il mio?"

Anche in Turchia gli Ebrei portarono la stampa e ciò che in generale fu chiamata "la conoscenza".

Dopo cinque secoli (1492-1992), si è festeggiato il cinquecentesimo anniversario della presenza ebraica in Turchia e si sono svolte cinque giornate di conferenze dei maggiori esperti storici, economici, culturali e religiosi che hanno evidenziato l'importanza di tale presenza.

Il destino dei Turchi fu così in ascesa che riuscirono addirittura a sostituirsi all'impero arabo!

Istambul aveva un quartiere di GALATA per decine di migliaia di ebrei (oggi sono circa 38.000) che si esprimevano in giudeo-spagnolo.

Anche la Germania ospitò un gran numero di Ebrei spagnoli fuggitivi (forse oltre un milione di persone!) e divenne in poco tempo il fulcro dell'Europa Centrale... strabiliando la cultura europea con la strepitosa "conoscenza" ebraica.

Dal XV secolo in poi, la Germania ha assunto un ruolo sempre maggiore, ospitando la Riforma (basata sulla conoscenza degli scritti ebraici: il Vecchio e il Nuovo Testamento), le invenzioni (della stampa in particolare), l'Impero, la cultura filosofica, la produzione eco-nomica.

In un passato recente, persino Hitler, il pazzo autore dell'"olocausto" di sei milioi di Ebrei, riconobbe di non poter fare a meno dell'aiuto dell'ingegno ebraico: aveva circa trecentomila scienziati e tecnici Ebrei, a cui sembra che avesse promesso la vita in cambio di tecnologia bellica e... dell'arma finale, ideata, pensata e realizzabile solo da scienziati Ebrei! (Von Brawn, ecc.)

Alla fine della seconda guerra mondiale gli scienziati Ebrei furono contesi e accaparrati dalle due nazioni vincitrici, USA e URSS, che in fretta, con loro, diventarono due superpotenze proiettate alla conquista dell'universo!

L'emigrazione ebrea dalla Russia, ha fatto ripiombare la Russia in una condizione di "normalità" dalla quale non potrà mai più rialzarsi per la mancanza... di Ebrei! Per far uscire gli Ebrei dalla Russia, il Signore ha fatto cadere... tutti i muri, compreso quello di Berlino! Inutile dire che, usciti gli Ebrei, la Russia si è sfasciata!

In Cecoslovacchia gli Ebrei che vi si stabilirono furono astronomi, giuristi, matematici, filologi, filosofi, benefattori delle arti e dell'umanità, mecenati, scultori, alchimisti e... robevecchie, barbieri, sarti, pittori, artigiani, ecc.

Si arrivò ad una popolazione di oltre 350.000 Ebrei, che, dopo lo sterminio nazista si ridusse drasticamente a meno di 6.000!

La città di Praga fu abbellita di innumerevoli palazzi, esistenti ancora oggi, fatti costruire dagli Ebrei benestanti, che commerciavano arazzi e broccati, antiquariato, vetri e cristalli (famosi quelli di Boemia), bicchieri e ferrobattuto, marmi e... tecnologia!

Ultimamente lo scrittore Ebreo Kafka, descrisse la condizione del popolo cecoslovacco in tutte le sue sfumature più pittoresche: siccome però era Ebreo, per evitare la censura cecoslovacca, scriveva in... tedesco! E scriveva tanto bene che fu creduto un autore tedesco!

Nel museo di Praga sono attualmente conservati tutti gli oggetti sacri e preziosi, trafugati in Boemia e in Moravia dalla "furia omicida nazista".

La raffinatezza degli oggetti dimostra l'altissimo livello tecnologico e scientifico di cui è sempre stata portatrice la cultura del popolo che ha avuto fra i suoi patriarchi, persone che sono state in contatto con la perfetta, immensa e straaordinaria "sapienza" di Dio!

In Francia, in Svizzera, in Belgio e in ogni altra nazione europea e mondiale, il discorso del contributo Ebreo non solo fu presente, ma anche importante e meriterebbe di essere citato almeno negli episodi più eclatanti.

Conclusione.

Il Signore ha considerato "quel" popolo, e non altri, il SUO popolo!

Allora guardiamo al popolo Ebreo come al destinatario di tantissime profezie, molte delle quali tutte puntualmente e straordinariamente verificatesi, ma tante ancora da attuarsi nel prossimo futuro: la Bibbia è la fonte da cui si attinge la volontà di Dio circa il SUO piano riguardante l'intera umanità.

Per quanto riguarda i tempi di attuazione di gran parte delle profezie bibliche, Israele è sempre stato l'orologio di Dio! Questo però è un altro discorso, da affrontare in chiave religiosa.

 

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CHI ERA ARAFAT? Jasser Arafat era il nipote di Hamin Hel Hussein, luogotenente di Adolf Hitler… Strano, vero?

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ISRAEL TODAY

intervista a David Wilkerson


In una visita in Gran Bretagna, l'editore di israel today ha incontrato il pastore americano David Wilkerson, che si trovava lì per una serie di discorsi in pubblico.

Parlando di Israele, America e della Parola di Dio, ci si è potuti rendere conto che Wilkerson non usa mezzi termini.
"La Bibbia ci dice chiaramente, al capitolo 12 di Zaccaria, che Dio distruggerà chiunque va contro Gerusalemme" ha affermato Wilkerson. "Se George W. Bush spingerà Israele a dare un solo centimetro di Gerusalemme agli arabi, Dio lo punirà."

David Wilkerson è il pastore che ha fondato la Times Square Church a Manhattan. Ha scritto più di una trentina di libri, compreso La croce ed il coltello (1963), la storia della sua predicazione in mezzo ai teppisti di New Yok City. Dal libro è stato tratto il film omonimo nel 1969. Wilkerson è anche il fondatore di Teen Challenge, un programma di riabilitazione basato sulla Bibbia per i ragazzi dipendenti da droghe e alcool, che vanta ben l'86% di risultati positivi.

israel today: Quali sono stati i suoi sentimenti durante la guerra in Iraq, come americano e come cristiano?

 Wilkerson: Ho predicato sulla caduta di Saddam Hussein, ed ho avvertito il nostro presidente che ogni cosa gira attorno ad Israele.Non si tratta solo di petrolio. Saddam aveva deciso di distruggere Israele, con la collaborazione delle altre nazioni islamiche. Saddam Hussein è una persona testarda, e sono molto grato a Dio che ha dato al nostro presidente quella forte convinzione per salvare Israele da
quelle sue intenzioni

israel today: Crede veramente che il presidente Bush sceglierà di ascoltare alla Parola di Dio piuttosto che agli uomini per quel che riguarda Israele?
Wilkerson: E' per questo che io invito i credenti statunintensi a pregare per il nostro presidente tutti i giorni, ed anche di pregare contro l'antisemitismo che ancora si trova in mezzo alla Chiesa. Dio mi ha avvertito quando ho fondato Times Square Church che noi saremmo dovuti rimanere sempre fedeli ad Israele. Ed io finora ho sempre fatto così.

israel today: Lei adesso si trova in Europa, dove molti cristiani non hanno capito il perché della guerra che gli USA hanno condotto contro l'Iraq.
Wilkerson: Più che altro, in Europa molti cristiani non hanno proprio capito la Parola di Dio. I missili di Saddam erano puntati solo verso Israele, non verso i paesi musulmani limitrofi. Oltre a ciò, sta insorgendo un certo antisemitismo nelle chiese, in particolar modo qui in Gran Bretagna.

israel today: Lei se la sentirebbe di descrivere l'Islam come una religione pacifica, come ha fatto il suo presidente?
Wilkerson: Io ho letto il Corano, e sono sicuro che gli insegnamenti di quel libro sono falsi. L'Islam è una religione di distruzione. Trovo strano il fatto che i predicatori evangelici non abbiano capito che Dio non ha affatto rotto il Suo patto verso Israele. Dio ad Israele ha dato una terra, ed ogni nazione che vuole distruggere Israele sarà punita.

israel today: Lei ha un bel coraggio a schierarsi in maniera così aperta con Israele.
Wilkerson: Nel mondo cristiano ricevo molte critiche per questo. Ma sento le ricche benedizioni di Dio in questo, questo per me conta di più.

israel today: Finita la guerra, Israele è di nuovo all'ordine del giorno. Lei pensa che la 'roadmap' possa portare la pace tra gli Israeliani ed i Palestinesi?
Wilkerson: No! Come può Bush, che conosce la Bibbia, a non temere Dio e a spingere Israele in un compromesso territoriale per rispettare la roadmap? Dio lo punirà per questo. Il dollaro crollerà, Bush cadrà in depressione con il serio rischio di perdere le prossime elezioni. Prego quotidianamente che i ministri credenti di Bush possano avere una maggiore influenza su di lui rispetto a quella degli altri ministri.

israel today: In altre parole, secondo lei non c'è una soluzione umana al conflitto tra Israele e gli arabi?
Wilkerson: Dio ha promesso di proteggere il Suo popolo. Ha fatto un patto e ha dato loro la Terra Promessa. Ha stabilito i confini delpaese e li manterrà. Non vedo una realistica speranza di pace, perché non riesco ad immaginare i coloni ebrei che abbandonano gli insediamenti, come richiedono gli arabi. Dal canto loro gli arabi dicono che non ci sarà pace fino a quando Gerusalemme Est non diventerà la capitale dello stato palestinese. Ma questo è contro la volontà di Dio. Amico mio, se il mondo dividerà Gerusalemme, sarà il caos.

israel today: Noi in Israele possiamo ringraziare Dio che è la nostra arma segreta...
Wilkerson: La prego, pubblichi il mio avvertimento nei confronti delle nazioni che si pongono contro il popolo di Dio e contro la sua città, Gerusalemme. Dio lo ha promesso e quindi lo adempirà. Shalom, e che Dio vi benedica.

 

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LA PENA DI MORTE NEI TERRITORI PALESTINESI

Di Valentina Piattelli
Reintrodotta nel 1994, la pena capitale ha già fatto decine di vittime. Il terrorismo comincia in casa…

Molti sono stati condannati per "collaborazionismo", ma forse erano solo oppositori politici.

Soltanto nel 1996, 12 condanne a morte

Le condanne arrivano dopo processi farsa, a porte chiuse, condotti da tribunali spesso militari.

Dopo l'occupazione del 1967, l'esercito israeliano emanò un'ordinanza con cui aboliva la pena di morte, prevista dalla legge giordana ed egiziana.

Nel 1994, con la creazione dell'Autorità Palestinese, gli israeliani manifestarono il loro timore per una possibile reintroduzione della pena di morte pretendendo, con l'Accordo di Gerico, che la pena capitale non fosse applicabile ai sospetti estradati da Israele verso l'Autorità Palestinese.

La pena di morte effettivamente è stata reintrodotta in Palestina quello stesso anno.

La prima persona ad essere condannata a morte è stata Tha'er Mahmoud Faris, fucilato nel maggio del 1995, dopo essere stato condannato da una corte militare sulla base della "Legge della Rivoluzione Palestinese", approvata dall'Olp nel 1974.

Possono condannare a morte, oltre ai tribunali militari, anche le Corti di Sicurezza di Stato istituite nel 1995. Queste corti - che lavorano a porte chiuse e per le cui sentenze non c'è diritto d'appello - sono state aspramente criticate da Amnesty International perché non seguono le procedure legali basilari, violando i diritti dell'accusato.

Ad esempio Rajeh Huliel Ali Abu-Sitta è stato processato a porte chiuse subito dopo il suo arresto, alle tre di notte, e condannato a morte in 15 minuti. Inoltre Abu-Sitta ha affermato di essere stato picchiato fra il momento dell'arresto e il processo. La famiglia ha saputo dai giornali dell'arresto e della condanna morte del loro congiunto.

L'applicazione della pena di morte è stata subito massiccia: soltanto nel 1996 vi sono state 12 condanne a morte.

Nel 2001 vi sono state due esecuzioni e 12 condanne a morte, tutte dopo processi iniqui e sommari.

La maggior parte dei condannati erano stati accusati di tradimento o "collaborazionismo" con le autorità israeliane.

ESECUZIONI DI 'COLLABORAZIONISTI'

Ultimamente la maggior parte dei condannati sono accusati di "collaborazionismo" con Israele.

Il 13 gennaio 2001, Allan Bani Odeh è stato fucilato nella pubblica piazza di Nablus, in Cisgiordania, davanti a migliaia di palestinesi che gridavano "Dio è grande".

Lo stesso giorno, Majdi Mikkawi è stato fucilato presso la stazione centrale della polizia di Gaza. Entrambi erano stati condannati a morte perché ritenuti colpevoli di aver fornito a Israele informazioni che avevano portato all'uccisione di attivisti palestinesi. Il leader palestinese Yasser Arafat aveva ratificato le condanne a morte emesse 2 giorni prima da tribunali per la sicurezza dello stato. Secondo il Palestinian Human Rights Monitor Group (Phrmg), un'organizzazione palestinese per la difesa dei diritti umani, "Alan Bani Odeh è stato fucilato il 13 gennaio 2001 dopo un processo durato appena tre ore; i suoi avvocati, designati d'ufficio, avevano avuto quindici minuti per prendere conoscenza degli incartamenti".

Nel marzo del 2002 una troupe della BBC ha incontrato le famiglie delle due vittime; secondo i giornalisti entrambi gli assassinati avevano un passato di oppositori dell'Autorità Palestinese ed entrambi avevano criticato apertamente Arafat.

Secondo l'associazione pacifista Betselem sono decine le persone uccise sommariamente o condannate a morte per "collaborazionismo".

Sotto questo termine vi sono i comportamenti più vari: dal non partecipare a scioperi generali al compiere azioni "immorali", quali la prostituzione e il consumo di droghe.

ESECUZIONI SOMMARIE E LINCIAGGI

A volte le prigioni vengono assaltate e i detenuti uccisi a furor di popolo, oppure gruppi politici armati commettono esecuzioni sommarie. Nell'agosto del 2002 Ikhlas Yasin Khouli, palestinese, vedova e con sette figli, è stata fucilata, senza processo, a Tulkarem dalle Brigate martiri Al-Aqsa per "collaborazionismo con Israele".

L'esecuzione e la confessione della donna sono state trasmesse dalla televisione palestinese. "Non collaborate con Israele", sono state le ultime parole di Ikhlas Khouki, prima di essere trascinata nelle strade di Tulkarem e fucilata.

In seguito il figlio diciassettenne Bakir Khouli, anche lui in attesa di esecuzione, ha fatto sapere a giornalisti della Bbc: "Mi hanno torturato finché ho inventato una confessione che incolpava mia madre".
L'anno precedente era stato ucciso il padre di questa famiglia, sempre per "collaborazionismo". Un mese dopo la zia, anche la nipote della donna, di soli diciassette anni, è stata giustiziata sommariamente dopo essere stata condotta in un terreno incolto.

La figlia adolescente Nadjla ha detto a "Le Monde" di non essere affatto convinta della colpevolezza della madre: "Stavamo tutto il tempo assieme; so di lei vita morte e miracoli. Non vedo quando possa aver fatto la spia per gli israeliani". Così racconta l'esecuzione: "E' venuto un impiegato del comune a comunicarmi la morte di mia madre. Era stata prelevata il giorno prima. Dopo averla uccisa, hanno abbandonato il suo corpo per la strada. E' stato durante il coprifuoco imposto dall'esercito israeliano. Ho saputo in seguito che un'ambulanza palestinese si era fermata accanto a lei, ma i barellieri non hanno voluto trasportarla all'obitorio perché era una collaborazionista. E' questa l'immagine che mi fa più male".

Talvolta le prigioni palestinesi vengono assaltate da gruppi armati che si impossessano dei presunti "collaboratori" per linciarli.

L'ultimo caso è avvenuto nella primavera scorsa a Tulkarem, quando otto prigionieri sono stati prelevati dalle celle e uccisi. I loro corpi sono rimasti esposti in una via del centro per molte ore.

Sono una cinquantina le vittime di queste esecuzioni sommarie dall'inizio della seconda Intifada.

Un numero finora inferiore rispetto alla prima Intifada (1987-1993), quando furono ben 1200 i presunti collaborazionisti giustiziati sommariamente.

Secondo il Phrmg: "L'utilizzo da parte degli occupanti di persone dei territori occupati per ottenere informazioni è contrario alla convenzione di Ginevra". Secondo l'esercito israeliano, circa l'80% degli attacchi contro gli israeliani viene sventato grazie a informazioni fornite da palestinesi.
L'ULTIMO CONDANNATO È UN ATTIVISTA PER I DIRITTI UMANI

Khaidar Ghanem lavorava per l'organizzazione pacifista Betselem Nelle ultime settimane vi è stata un'ondata di condanne a morte di presunti "collaborazionisti". A metà ottobre Walid Mahdiya e Amin Khafalah sono stati condannati a morte per "collaborazionismo".

Qualche giorno fa è toccato a Khaidar Ghanem, un ricercatore dell'associazione pacifista israeliana Betselem. Khaidar Ghanem, un attivista per i diritti umani, aveva ottenuto il permesso dei Servizi di Sicurezza Generali palestinesi per poter lavorare per Betselem, un'associazione pacifista israeliana.
Ciononostante il suo lavoro per Betselem era il principale capo di accusa. Dopo un processo farsa durato appena due ore e mezza e basato soltanto sulla sua confessione, è stata pronunciata la sentenza accolta con un fragoroso applauso dal pubblico.

Un agente dei Servizi di Sicurezza Preventiva coinvolto negli interrogatori di Ghanem aveva detto ai tre giudici che l'accusato aveva aperto un ufficio stampa a Rafah che forniva informazioni ai servizi segreti israeliani. Secondo la corte Ghanem avrebbe aiutato Israele ad uccidere quattro attivisti di Fatah a Rafah. Ghanem si era dichiarato colpevole di "collaborazionismo", ma aveva negato il coinvolgimento negli omicidi. È il quarto palestinese ad essere condannato a morte nelle ultime settimane.

Fonti di Betselem hanno detto a "The Jerusalem Post" che l'Autorità Palestinese non era contenta del lavoro di Ghanem perché "aveva cominciato a fare troppe domande che imbarazzavano gli agenti dell'Autorità Palestinese".

 

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