Pastorato femminile

Dr. Donato Trovarelli

(Moderatore di www.protestantesimo.it)

Noi evangelici abbiamo ereditato la visione CATTOLICA del sacerdozio MASCHILE che ha sempre demonizzato la donna e che l’ha sempre privata di dignità e parità con l’uomo.

Nel corso dei secoli però, noi evangelici piano piano ci siamo liberati di tante eresie cattoliche, ma questa è l'ultima (spero!) che rimane ancora veramente da eliminare.

Già si è arrivati ad essere concordi nell'accettare che le donne svolgessero tutte le sfumature di servizio, escluso quella d'insegnare, ma fin dalla riforma di Lutero fu proclamato a gran voce il “sacerdozio universale” dei credenti.

E fu dato spazio alla donna, moglie o non moglie, di cantare, di fare la monitrice di scuola domenicale, di pregare, di profetizzare, di essere eletta consigliera di Chiesa, di fare la diaconessa, e perché no, di predicare!

Non solo i pastori possono predicare.

Togliamoci tutte le zavorre storiche e mentali e liberiamoci dai pregiudizi cattolici e lasciamo a Gesù il compito di GUIDARE la SUA CHIESA, che non è il locale di culto o l’ostia, ma che è l'insieme dei credenti, maschi e efemmine.

L'esperienza di solide predicatrici passate e presenti ci hanno ampiamente dimostrato che lo Spirito Santo si serve anche delle donne, come si serve degli uomini.

Al contrario la casistica ci dimostra che ci possono essere tanti indegni pastori e tanti falsi predicatori come tante false predicatrici.

Da tutti costoro, maschi e femmine, dobbiamo guardarci.

Dio ha stabilito un ORDINE interno che deve regolarizzare i RAPPORTI fra credenti.

NELLA COPPIA la donna ha la missione del marito e in tale ottica essa la sostiene essendo tenuta ad una SOTTO-MISSIONE.

NELLA CHIESA, uomini e donne sono SOTTOMESSE a CRISTO, avendo Cristo la missione che è il programma unico e prioritario anche del Suo Corpo-Chiesa: la missione di Cristo è la salvezza dei peccatori e la proclamazione dell'Evangelo a tutte le creature fino ai confini del mondo.

Troverà solo uomini al Suo seguito a fare questo O ANCHE LE DONNE?

Io spero che INSIEME, uomini  e donne, possiamo rispondere compatti alla chiamata!

            Chi è contro il pastorato femminile, riconosce alle donne il diritto a “nascere di nuovo”, ma non quello di predicare tale “nuova nascita”.

Ciò è semplicemente assurdo, dato che la “nuova nascita” è l’inizio di un cammino di testimonianza al seguito di Gesù e nella testimonianza doverosa è compresa anche la predicazione ad altri di tale esperienza…

Predicare la salvezza è infatti compito maschile? Non credo!

La chiesa cattolica si sta interrogando ancora se la donna abbia un'anima: gliel'ha concessa solo nel 1600! Noi evangelici invece ci dobbiamo interrogare se noi, uomini e donne "nati di nuovo" siamo capaci di predicare, altrimenti Cristo chiamerà le pietre a farlo!

E dico "nati" perché in grammatica il genere maschile prevale, ma non è così nelle cose di Dio, dove nessuno prevale sull'altro, ma dove ci sottomettiamo gli uni agli altri, sapendo che le donne "nascono di nuovo, come i maschi, essendo TECNA' di Dio (Giovanni 1:12), che in greco, guarda caso... è di genere NEUTRO, a dimostrazione che IL FIGLIO MASCHIO è solo Gesù Cristo, mentre gli altri sono FIGLIOLANZA NEUTRA, senza SESSO...

Mettiamoci bene in testa, come un fondamento di fede incrollabile che LA CHIESA CRISTOCRATICA È AFFIDATA AI DIACONI, MASCHI E FEMMINE.

            La Chiesa del Gesù Vivente è affidata ai diaconi e alle diaconesse, collaboratori e servitori di Dio, che Dio ha scelto per manifestare la potenza della Pentecoste.

Dio non si serve di angeli o di arcangeli, ma di uomini, per annunciare la Sua Pa­rola, con i segni e prodigi che la accompagnano.

Servizio e servitori hanno in greco "diakonìa" e "diàkonos", che sono tradotti comunemente coi termini "ministero", "ministro o servitore".

            La DIACONIA è l'ulteriore crescita del cristiano, che, chiamato a LIBERTA' dal Signore che "è lo Spirito e dov'è lo Spirito, lì c'è libertà" (2 Cor. 3:17), si fa volontariamente SERVITORE del suo nuovo Padrone Gesù Cristo, del quale vuole condividerne la missione, studiandosi di capirne "la volontà". (2 Pietro 2:16; 2 Cor. 3:6)

            Se riconosciamo alle donne il diritto ad essere “diaconesse”, inevitabilmente le abbiamo investite del grave compito di evangelizzare: i diaconi servono il Signore anche evangelizzando!

            La preghiera, a volte anche accompagnata dal digiuno, evidenzia e "riempie" LA CHIAMA­TA AL SERVIZIO. Gesù Cristo è il distributore dei ministeri, essendo noi i servi e Lui il Signore! Non ci sono altri Signori!

            I pastori non devono riconoscere un ministero femminile: questo compito è già prerogativa esclusiva di Gesù Cristo, se ammettiamo che sia giusto che sia scritto che “Cristo è il Capo della Chiesa”!

            "Se uno MI serve (diaconé), MI segua; e là dove sono io, quivi sarà anche il MIO servitore (diàconos); se uno MI serve, il Padre l'onorerà." (Giovanni 12:26)

            Che dire? Le donne non possono seguire Gesù?

            Sta infatti scritto che Gesù era servito dalle donne che lo seguivano: “…e con lui erano i dodici e certe donne che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, e Giovanna, moglie di Cuza, amministratore d'Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i suoi coi loro beni.” (Luca 8:2-3)

Si noti il fatto che a seguire non erano solo i dodici, ma anche ALCUNE DONNE!

Chi ha deciso che i discepoli avessero l’esclusiva dell’insegnamento di Gesù?

Chi ha deciso che a servire Gesù dovessero essere solo gli uomini? Gesù, no di certo!

Chi lo ha fatto, ha compiuto un orribile arbitrio, di cui dovrà rendere conto un giorno al Giudice supremo!

            Servite a Cristo il Signore! Poiché chi fa torto riceverà la retribuzione del torto che avrà fatto; e non ci sono riguardi personali.”  (Colossesi 3:24:25)

            L’ordine di Gesù è PER TUTTI!

Questo è uno dei più importanti "segreti rivelati" della fede: Gesù Cristo vuole essere servito! Chi fa questo, riceve sostegno, aiuto, forza ed autorità dal Padre. Il servitore però non è del Padre, che non vuole essere servito, ma che sostiene ed onora colui che serve il Figlio!

            Quanto amore paterno c'è in Dio Padre, che si sente glorificato se il Figlio viene osannato e quanto onore è stato concesso a Gesù Cristo il Figlio!

            Dio "stravede" per Suo Figlio Gesù Cristo, tanto che è tutt'uno con Lui e vuole che il Figlio abbia tutto.

            La LOGICA della DIACONIA è tale che solo Gesù è il punto di riferimento per svolgere un qualsiasi ruolo o compito nella CHIESA che è SUO CORPO!

Ora il CORPO svolge ogni compito che il CAPO decide di impartire. Se il CAPO è "sommo sacerdote", anche il CORPO lo è, perché la testa lo è! Tutto ciò che è Cristo il CAPO, lo è anche ogni membro del SUO CORPO...

            Naturalmente ogni membro è NIENTE... se non è collegato AL CAPO che è TUTTO!

Gesù Cristo ha tutte le diaconie di cui il Corpo ha bisogno: se si interrompe il contatto con Cristo, si interrompe anche la diaconia che Cristo ci  comunica come SERVITORI INUTILI! La "mano" del Corpo di  Cristo esegue i compiti che il Capo gli impartisce, ma, se è distaccata dal Corpo e quindi dal Capo, essa è destinata a morire e comunque ad atrofizzarsi e a putrefarsi!

            Per completezza di esposizione occorre poi dire che i "servitori di Cristo", possono anche essere "servitori del Corpo", ma ogni membro che serve il Corpo, deve sempre ricevere gli ordini dal Capo, altrimenti è un membro che si muove in maniera incontrollata, disordinata, come un’anomalia fisiologica tipica di un tic o di un morbo di Parkinson...

            Peggio ancora quando il Corpo si sostituisce al Capo nel dare ordini ad un qualsiasi membro, come nel caso della Chiesa Cattolica: i servitori di Cristo diventano servitori della Chiesa e successivamente di se stessi! L'intero Corpo è morto! In tale caso ogni membro sano, se vuole sopravvivere, deve andare a "trapiantarsi" in un altro Corpo Vivente, dove  "da Lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore d'ogni singola parte, per edificar se stesso nell'amore" (Efesini 4:16), affinché "seguitando verità in amore, noi cresciamo in ogni cosa verso Colui che è il Capo, cioè Cristo" (Efesini 4:15).

La fede, senza la testimonianza del servizio, è la fede dei "ribelli", dei "contestatori", dei "disubbidienti", di quelle persone che non vogliono o non riescono ad adeguare la loro vita alla pratica evangelica. Non vogliono che Dio metta ordine alla loro vita.

            Occorre incoraggiare i nuovi operai, spingendoli alla preghiera e alla lettura quotidiana della Parola di Dio. Nel ministero della "riconciliazione" è compreso il compito di istruire i credenti nel ricercare la giustizia di Dio al posto di quella umana. Spingere altri credenti, maschi e femmine, all'opera del ministero, ad essere servitori di Cristo, è un compito molto importante, perché si tratta di "confermare i fratelli, di prepararli, di istruirli, di seguirli, di guidarli. Sicuramente non si tratta di "vagliarli", perché a quello ci pensa... il diavolo, ma di essere loro sempre di incoraggiamento, mai di scoraggiamento!

"Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli." (Luca 22:31-32)

Come Gesù pregò per Simone (ed era Gesù!), a maggior ragione occorre che quelli che sono già diaconi, preghino per quelli che potrebbero diventarlo.

            La predicazione deve assolutamente tendere all'evangelizzazione dei non credenti e alla loro conversione. Occorre entrare nell'ottica che il Signore salva chi vuole e noi dobbiamo assecondarLo come strumenti docili e ubbidienti nelle Sue mani. Il Corpo di Cristo, cioè la Chiesa, viene costantemente edificata, lì dove costantemente lo Spirito Santo produce nuove conversioni, cioè nuove nascite spirituali e nuovi battesimi nello Spirito Santo.

            Nella chiesa “comandano” gli ANZIANI nella fede, cioè i PRESBITERI: in realtà non comandano ma offrono la loro forte coerenza alla fede in Gesù Cristo

            L'anzianità e la capacità di supervisione sono biblicamente dei requisiti di tutti indistintamen­te i "servitori di Gesù Cristo", con esperienza e dimostrata "unzione" da parte del Signore: ciò impli­ca necessariamente la presenza di "giovani nella fede" e di "sorveglianti".

            Se ci sono gli anziani ci devono essere anche i neofiti e se ci sono i sorveglianti ci devono anche stare i sorvegliati...

            I pastori sono, per antonomasia, gli "anziani" (presbyteros) (1 Pietro 5:2 "pascete il gregge di Dio che è fra voi"): sono "diaconi" come i pastori e gli episcopi, perché il loro ministero, come già detto, non sembra biblicamente differenziato.

Ora sembra strano che anche le donne siano nominate insieme ai diaconi!

            Proprio nella lettera a Timoteo, l'apostolo Paolo stende un elenco di requisiti da possedersi, in caso di desiderio di provare a far parte della eletta, ma umile schiera dei servitori di Dio: "Perché quelli che hanno ben fatto l'ufficio di diaconi, si acquistano un buon grado e una gran franchezza nella fede che è in Cristo Gesù." (1 Timoteo 3:8-13) La diaconia è anche al femminile: per le donne i requisiti sono in numero minore, forse perché i maschi hanno più occasioni per peccare...:

I diaconi devono essere:

dignitosi,

non doppi in parole,

non proclivi a troppo vino,

non avidi di illeciti  guadagni,

puri nella coscienza.

provati prima,

irreprensibili,

mariti di una sola moglie,

governanti bene i loro figliuoli e le loro famiglie.

 

Le diaconesse devono essere:

dignitose,

non maldicenti,

sobrie,

fedeli in ogni cosa.

            L'apostolo Pietro si autodefinisce "anziano" e, come tale è in grado di individuare alcune pre­rogative di tale compito: essere d'esempio, non pensare al guadagno ma al servizio, essere volente­rosi nel "servire" il gregge, essere "secondo Dio" cioè essere sempre dalla parte di Dio, non signo­reggiare sui fratelli, rivestirsi di umiltà, non preoccuparsi mai di nulla, essere sempre sobri e vigili, dare esempio di stabilità e di fedeltà alla fede in Cristo. L'apostolo non ordina, ma "esorta", affinché ciò sia un “ordine eseguito spontaneamente”:

"Io esorto dunque gli anziani che sono fra voi, io che  sono anziano con loro... Pascete il gregge di Dio che è fra voi, non forzatamente,  ma volenterosamente secondo Dio; non per un vile guada­gno, ma di buon animo; e non come signoreggiando quelli che vi sono toccati a sorte, ma essendo gli esempi del gregge. E quando sarà apparso il sommo Pastore, otterrete la corona della gloria che non appassisce. Parimenti, voi più giovani (neòteroi), siate soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli vi innalzi a suo tempo" (1 Pietro 5:1-6)

            Gli anziani (il pastore dev'essere necessariamente un "anziano" della fede) e supervisori sono persone che pascolano il gregge di Dio e non sembra che abbiano una differenziazione specifica gli uni dagli altri: tutto dipende dal loro rapporto con Dio e da ciò che realmente sanno fare nel servire il Signore. Il rapporto con Dio è il principale "ministero" a disposizione: tale rapporto viene reso riconoscibile solo dai "frutti", che il Signore accorda!

Per quel che concerne la predicazione femminile, o il ricevimento di doni non credo vi siano problemi, in quanto lo Spirito Santo per i suoi scopi sceglie le persone indipendentemente dal sesso.

Nel nuovo testamento per esempio in Filippesi 4:3 troviamo scritto: “Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per l’Evangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita.”

Ecco quanto.

Concludendo leggiamo in Romani 8:14 che “tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.”

Rimane Cristo che è il CAPO della Chiesa e la EKKLESIA è l'insieme indistinto dei credenti (maschi e FEMMINE) e la chiesa ha il COMPITO di SERVIRE il Signore.

Tale servizio (in greco DIAKONIA) comprende anche il PASTORATO, dal momento che la diakonia è il genus e le altre specificazioni (apostoli, pastori, profeti…) sono la species.

Una donna può essere PASTORA, e come è un punto di riferimento e di aggregazione per una comunità, ma non ha autorità sul marito credente (se non è credente, la moglie ha autorità su di lui), l'unico membro della sua comunità sul quale non ha autorità.

Basiamoci allora solo sulla Parola di Dio senza pregiudizi.

Infatti è un pregiudizio l'ostracismo verso il servizio pastorale femminile.

La prova?

Si parla di autorità del marito sulla moglie, ma non esistono passi che autorizzino l’autorità di un pastore sulla comunità.

Il Signore non ha dato autorità a pastori, profeti, apostoli ecc. ma SERVIZIO.

Non scambiamo il servizio con l'autorità!

Nella chiesa, all'interno della chiesa, nei rapporti fra i credenti e nei credenti, l'unica autorità possibile è quella di Gesù Cristo, il vero ed unico PASTORE, buon Pastore delle anime nostre.

Mi dispiace poi dover affermare con assoluta categoricità, che vanno separati i ruoli della donna da quella della moglie!

Nessuno autorizza tale confusione: se poi ciò piace a qualcuno, non è una cosa che possiamo accettare all'interno delle nostre chiese.

Risulterebbe vano persino il consiglio di Paolo di non sposarsi... per servire meglio il Signore.

Poi lungi dal credere che in chiesa, che è l'assemblea dei credenti e non la casa di mura e cemento, ci siano compiti maschili!

Di certo il Signore non ha abolito i sessi: è per questo che vuole essere servito da entrambi e non da uno solo di essi!

E' importante affermare il concetto biblico che i ministri NON SONO SOLO I PASTORI, ma tutti coloro che il Signore chiama al SUO SERVIZIO.

            L'identificazione dei "ministri" con i "pastori" è riduttiva e soprattutto fuorviante per quanto riguarda la comprensione dell'organizzazione della CHIESA DI GESÙ CRISTO.

            UOMINI E DONNE DI DIO sono tutti quei credenti che Dio chiama ed usa per l'avanzamento del Suo Regno e per l'edificazione della SUA CHIESA.

            Possiamo avere una diversa organizzazione ecclesiastica, una diversa terminologia di compiti e funzioni, un diverso regolamento, un diverso statuto, una diversa struttura gerarchica, ma la Chiesa di Gesù Cristo ha un'unica organizzazione valida per tutti i tempi e per tutti i luoghi: bisogna solo prenderne atto, ricercarla e accettarla, se veramente la vogliamo in tutta la potenza dello Spirito Santo!

    Finora la Chiesa di Gesù Cristo ha operato come un corpo “menomato”...

    Su questo argomento il Signore ha molto interesse a fare chiarezza, perché in più passi e sempre sullo stesso tema, Egli ha fatto scrivere ad uomini ispirati: "Io non voglio che voi siate nell'ignoranza" (Rom. 11:25; 1 Cor. 10:1; 1 Tessalonicesi. 4:13; 1 Giovanni. 5:6)

            Nella prima epistola ai Corinzi nel capitolo 12 ci sono tre versetti che costituiscono un vero e proprio "manuale abbreviato" per la differente competenza, cioè provenienza, di doni e ministeri, per uomini e donne:

            "Circa le cose spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza. (v.1)

    Or vi è diversità di doni (karismàton), ma v'è un medesimo Spirito. (E' LO SPIRITO SANTO CHE DA' I DONI) (v. 4)

    E vi è  diversità di ministeri (diakoniòn), ma non v'è che un medesimo Signore. (E' GESÙ CRISTO CHE CONFERISCE I MINISTERI) (v. 5)

            E vi è diversità di operazioni, ma non v'è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti. (E' IL PADRE CHE IN REALTÀ OPERA IN TUTTI) (v.6)

            Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utile (Luzzi aggiunge: comune). (v.7) Il criterio dell'utilità" non è assolutamente riferito alla Chiesa che gestisce questi doni, ma è il criterio che lo Spirito Santo adotta ogni volta che vuole manifestarsi. La Chiesa non può gestire lo Spirito Santo, anzi è esattamente il contrario!

            Lo Spirito Santo vuole operare nella Sua Chiesa, con i Suoi fedeli, con i Suoi "nati di nuovo", nei modi e con i mezzi che Lui ritiene opportuno o di cui vuole servirsi: bisogna vedere se Glielo permettono!

            Le risorse dello Spirito sono infinite, come è infinita la potenza di Dio, perché lo Spirito Santo è Dio Stesso!

            Se occorre una dimostrazione di potenza, solo lo Spirito Santo, e solo Lui, decide se essa è utile all'avanzamento del Regno di Dio oppure no. In Ebrei 2:4 sta scritto: "mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con dei segni e dei prodigi, con opere potenti e svariate, e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la SUA volontà."

            A noi credenti, maschi e femmine, adottati dallo Spirito di Adozione e divenuti "figliolanza" gioiosa, adorante e ringraziante del Signore Gesù Cristo, nel Quale abbiamo trovato tutto pienamente, rimane il compito di COLLABORARE con lo Spirito santo, chiedendo a Lui di organizzare la nostra... partecipazione!

            Il nostro pensiero deve CAMBIARE, specie quando pensiamo ad un possibile nostro SERVIZIO (diaconia), come servi del Signore: essendo dotati, dotati di vita eterna, proiettati verso un'eternità con Cristo, cominciamo un lavoro eterno, ragionando in termini di eternità!

L'unico che ci può aiutare in tal senso è SOLO ed UNICAMENTE lo Spirito Santo, che di eternità... se ne intende meglio di chiunque altro!

Che uomini e donne DEL SIGNORE possano realizzare all’interno e all’esterno delle nostre comunità evangeliche il fatto che "L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Quanto all'amore fra­terno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciproca­mente.

Quanto allo zelo, non siate pigri;

siate ferventi nello spirito, servite il Signore;

siate allegri nella speranza,

pazienti nella tribolazione,

perseveranti nella preghiera.

Provvedete alle necessità dei santi; esercitate con premura l'ospitalità.

Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite." (Romani 12:9-14)

 

Dr. Donato Trovarelli

 

 

 

 Nelle Filippine, prima donna avventista consegue un dottorato in pastorale- Notizie Avventiste Una ex ingegnere è divenuta la prima donna avventista nelle Filippine a conseguire un dottorato in pastorale e a esercitare l’attività di pastore nel paese.
Jadaza M. Hintay, 45 anni, da molti conosciuta come “sorella Jade”, ha ricevuto la specializzazione il primo marzo, presso l’Istituto Internazionale Avventista di Studi Avanzati (Aiias), a Silang. La scuola è una delle poche istituzioni direttamente affiliate con la sede centrale della Chiesa avventista a Washington D.C.

“Sono semplicemente felice che il Signore alla fine mi abbia aiutato a raggiungere il mio obiettivo”, ha affermato Hintay in una intervista. “È stata la sfida più difficile che ho dovuto affrontare”, ha aggiunto.

L’ex ingegnere del Dipartimento lavori pubblici e autostrade, ha affermato che lavorare con gli uomini non è una cosa nuova per lei. Nonostante nelle Filippine il Presidente sia una donna, non si è ancora culturalmente abituati a che le donne lavorino in ambiti di dominio maschile.

Ma Hintay ha specificato che i problemi affrontati non erano dovuti tanto alla differenza di genere, erano problemi che avrebbe affrontato chiunque avesse voluto conseguire un dottorato. Nonostante la morte della madre e della sorella, è riuscita a continuare gli studi superando le difficoltà economiche e le tre ore giornaliere per raggiungere la scuola.

La pastora aveva precedentemente conseguito delle lauree in ingegneria civile, ingegneria sanitaria e ambientale. E un master in ingegneria strutturale.

La tesi di dottorato di Hintay è una ricerca su come i principi della crescita della chiesa possono essere applicati alle nove chiese avventiste cinesi-filippine presenti a Manila. Argomento importante dato che i cinesi non presenti in quasi tutti i paesi dell’Asia.
“Speriamo che la sua esperienza sia usata in futuro per guidare la chiesa nel suo ministero. Ci congratuliamo vivamente con lei”, ha affermato James Park, presidente del dipartimento di teologia applicata al seminario teologico dell’università.

La pastora ha in progetto di seguire la volontà di Dio per lei, dedicando se stessa al servizio nella Chiesa, anche se non dimentica che l’aspettano numerose sfide da superare.

Carmelito U. Galang Jr., presidente della regione amministrativa Central Luzon della Chiesa, dove Hintay serve come pastore, ha affermato: “Nel lavorare per Dio non ha importanza se si è uomo o donna. L’importante è fare qualcosa. Sorella Jade si è data da fare e questo è possibile anche per tutte le donne di fede”.