PREDICHE del dott. Donato TROVARELLI

Contro la DECIMA

La parola "decima", non ha più senso, né trova posto nel Nuovo Testamento di Gesù Cristo: per essere più espliciti va detto, ripetuto, ribadito e riaffermato che la decima è una tassa che veniva pagata perché Dio era il PADRONE della terra e l'uomo ne era l'affittuario. La decima è veterotestamentaria e non neotestamentaria!

Dio voleva (ed era giusto così) che Gli venisse riconosciuta LA PROPRIETA'.

Con Gesù il rapporto cambia completamente.

Noi credenti in Lui diventiamo FIGLI (Giovanni 1:12) e PADRONI: "tutto è vostro" (1 Corinzi 3:22)

A chi dovremmo riconoscere la proprietà? A noi stessi?

Ecco perché non si parla mai di decima nel N.T. se non in senso dispregiativo (il fariseo), ma sempre di contributo (la vedova) o di offerte.

In Marco 12:41 leggiamo che Gesù non si pose a sedere davanti alla cassa delle decime ma delle OFFERTE "E postosi a sedere dirimpetto alla cassa delle offerte, stava guardando come la gente gettava danaro nella cassa; e molti ricchi ne gettavano assai."

È davanti alle LIBERE offerte che si vede il donatore...

La decima fa conoscere a tutti ciò che sta nella mano destra e poi lo si vuole dalla mano sinistra... Non così il CRISTIANO che dà senza far sapere alla destra ciò che viene dato con la sinistra (Matteo 6:3). Se accettiamo o ammettiamo o facciamo sopravvivere la decima, accettiamo di nuovo che è Dio il solo padrone e non anche noi.

Gesù è allora venuto invano!

Lui è venuto a comunicarci una proprietà e noi, con la decima, gliela contestiamo, se non addirittura gliela rifiutiamo. Lui vuole farci "figli" e noi gli diciamo: "preferiamo pagare da decima dei servi"

È lo stesso sentimento che aveva IL FIGLIO della parabola del figliuol prodigo: "trattami come uno dei tuoi servi." (Luca 15:19)

La risposta del Padre è assai nota: "Presto, portate qua la veste più bella e rivestitelo, e mettetegli un anello al dito e dei calzari a’ piedi; e menate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, e mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato."

Non mettiamoci a contestare una figliolanza...

Lui voleva farci diventare figli e... non ci riuscirà mai se noi ragioniamo in termini di decima.

Spero di essere convincente. Se così non fosse allora si potrebbe pensare che, come per la decima, così per altre cose, è inutile parlarne o discuterne. Ognuno ha le sue irremovibili convinzioni che neppure lo studio ulteriore ed approfondito della Parola di Dio può farci cambiare.

La Parola di Dio passerebbe allora al vaglio del tornaconto dei pastori e delle chiese e non sarebbe più accettata per quello che è: la guida da seguire per essere sempre illuminati dallo Spirito Santo. A chiacchiere ci si esorta a vicenda a sottometterci alla Parola di Dio e a servirla, e nei fatti ci si aggrappa tenacemente al proprio tornaconto. Con cristiani così, Gesù chiude... la sua liberalità!

Qualcuno potrebbe pensare a queste condizioni che, secondo il nostro tornaconto, i credenti potrebbero non dare più niente: così non è e non sarà mai, perché l'amore di Cristo spinge i credenti a dare più di quanto viene loro chiesto. Le realtà mondiali lo dimostrano ampiamente con dati di fatto. Persino la Chiesa Cattolica, in un articolo su "L'Avvenire" ha fatto sapere che le Chiese Evangeliche americane, oggi "di minoranza", ricevono più soldi dai loro appartenenti, di quanto riceva la Chiesa Cattolica, oggi "di maggioranza" relativa, dai loro fedeli. È una faccenda di stile che ha sempre contraddistinto il vero credente in Gesù che ha sempre pagato con la sua vita (a volte offerta sul rogo!), con la sua reputazione, con la sua famiglia, con il suo lavoro, con i suoi beni (a volte confiscati!) l'appartenenza al popolo di Dio!

Il credente, quando accetta Gesù, dà la vita per Lui. Non noti tantissimi episodi di conversioni in cui i neoconvertiti si sono trovati di fronte ad opposizioni familiari, ad angherie e violenze a frodi e furti e ad ogni tipo di vessazione materiale e psicologica. Se loro non avessero messo in conto di dare TUTTO, non si sarebbero mai convertiti..

Se invece piace riscuotere un tot fisso ogni mese (perché questa è la decima) allora abbiamo adottato non più l'Evangelo della GRAZIA ma l'Evangelo dei commercianti, che è ben misera cosa!

La differenza fra decima ed offerta è che la decima, anche se data in gran segreto (le tasse sono però "pubbliche"), è sempre il frutto di un calcolo fatto in base ad un introito, l'offerta non considera l'introito, ma l'intero patrimonio che si possiede. Se con la decima abbiamo tacitato la nostra coscienza guardando ai soldi, con l'offerta, noi volgiamo lo sguardo a Cristo e ai bisogni del Suo Corpo (la Sua Chiesa) e provvediamo questa volta, secondo la nostra VERA riconoscenza a Gesù, prendendo da TUTTO quello che abbiamo, fosse anche tutto.

La decima è la percentuale di un guadagno; l'offerta considera la percentuale di un RAPPORTO in cui non ci sono solo i soldi, ma la salute, la promessa della vita eterna, la gioia, la lode, l'amicizia, l'amore, ecc.

Come si può calcolare la decima dell'amore?

Ecco perché possiamo cantare: "Entrate nelle sue porte con ringraziamento, e nei suoi cortili con lode; celebratelo, benedite il suo nome." (Salmo 100:4)

Sicuramente non starà scritto mai: "venite a me con la decima"! Offenderemmo il Suo Nome!

Finita la decima, è finito anche il discorso di donare al Signore la primizia di ciò che Lui ha permesso di guadagnare (proprio come per i frutti della terra, che Lui ha fatto nascere e sviluppare...)

Il comandamento dice: "Ama il Signore con TUTTO il tuo cuore, con TUTTA la tua mente, con TUTTA la tua anima, con TUTTA la tua forza". Non diamo primizie o le decime al Signore, sia pure senza le cerimonie fastose delle feste cattoliche o di altre religioni: diamo piuttosto il cuore.

Ho conosciuto un fratello brasiliano venuto in Italia il quale mi ha fatto vedere "la busta delle decime" (la conservo ancora) con i timbri messi ogni mese dal cassiere della Chiesa. Quando ha voluto dimettersi da consigliere... non ha pagato più la decima! Nella Chiesa pentecostale brasiliana, vige il regolamento che i consiglieri decadono dalla carica "automaticamente" se non danno più la decima...

Tre passi dimostrano come la DECIMA è stata SOSTITUITA da sovvenzioni di denaro che non sono più il calcolo matematico di determinati introiti, ma il frutto di un intimo ed esclusivo rapporto di SERVIZIO spirituale (la diaconìa!):

- Atti 11:29 "E i discepoli determinarono di mandare a ciascuno secondo le sue facoltà (in greco c'è scritto "diaconìa"), una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea"

- 2 Corinzi 9:12 "Poiché l'adempimento (in greco: "diaconìa") di questo servizio sacro (leiturghìas) non solo supplisce ai bisogni dei santi, ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio; perché a causa della prova di questa sovvenzione (in greco c'è ancora "diaconìas") glorificano Iddio per l'ubbidienza all'Evangelo di Cristo che voi confessate, e per la liberalità con cui partecipate ai bisogni loro e di tutti."

- Ebrei 6:10 "...poiché Dio non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete mostrato verso il suo nome coi servizi (in greco c'è "diaconùntes") che avete reso e che rendete tuttora ai santi."

Se la Parola di Dio ha ancora un'autorità in noi e fra i credenti, non possiamo predicare chiacchiere, ma la sostanza della nostra intima DIAKONIA che è ben altra cosa del versamento "pubblico" della decima del Vecchio Testamento.

La Diaconia, per chi non lo sapesse, non è il servizio degli schiavi o di uomini sottoposti a leggi, ma è il servizio degli uomini liberi. La decima è la negazione della liberalità e della libertà che Cristo ci ha dato, ma veramente dato! (Giovanni 8:36)

 

La Chiesa va liberata dai "giudaizzanti".

I credenti non devono pagare la decima, perché non sono sotto il Vecchio Testamento, ma sotto il Nuovo Testamento di Gesù Cristo: essi non sono "servi", affittuari della terra che appartiene a Dio, ma "figliolanza" di Dio, padrona della terra, "perché ogni cosa è vostra: e Paolo, e Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future, tutto è vostro; e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio." (1 Corinzi 3:21-23)

Nessun padrone paga l’affitto a se stesso!

Non disturba ripetere ancora che Dio non vuole la decima: vuole tutto, perché lo chiede ai suoi figli non ai suoi schiavi.

Il padrone della vigna ricevette dai suoi due figli, due risposte differenti, non escluse nessuno dei due dalla proprietà della vigna: ne mise però in evidenza la fedeltà e l'attaccamento. (Matteo 21:28; Luca 15:11)

L’adozione come figlioli di Dio, funziona anche come comunione dei beni di Dio con quelli dell’uomo: è l’unione dei cinque pani e dei due pesci con la benedizione delle ricchezze di Dio...

Contribuire con tutto il proprio patrimonio è la condizione di chi "serve" il Signore con tutto il proprio cuore: "...ma quando giunse la pienezza de’ tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione di figliuoli." (Galati 4:4-5)

Non si regge in piedi neppure il discorso di superare la decima, perché i figli non fanno concorrenza ai servi, per cui i servi danno malvolentieri la decima, mentre i figli danno volentieri di più…

I figli devono acquisire la mentalità di figli, cosa che i servi non potranno fare mai: i figli non devono dimostrare al padre di saper pagare, ma di saper mandare avanti un patrimonio che altresì andrebbe in rovina.

Occorre allora unire le risorse senza contarle. Il patrimonio è lo stesso. I credenti sono figli che hanno tutto, perché hanno un Padre a cui chiedere. Figuriamoci se il Padre rivuole la decima di ciò che Lui ha dato.

Nei figli deve però sorgere spontanea la gratitudine, che li spingerebbe ad impiegare tutti i loro averi se il Padre ne dovesse aver bisogno.

Dio mette alla prova i suoi figli anche in questo! "Chi ha pietà del povero, presta all’Eterno, che gli contraccambierà l’opera buona" (Proverbi 19:17)

 

La triste realtà è che ci sono troppo spesso conversioni a metà, come le "focacce non rivoltate di Efraim" e molti si arrendono a Cristo, fin tanto ché Cristo non tocca il loro portafoglio!

Altri invece si arrendono a Cristo totalmente, ma più possiedono e guadagnano e più diminuisce la percentuale della loro generosità! L’obolo della vedova insegna a dare tutto: Gesù voleva far capire questo! Ci riuscirà mai?

Gesù non vuole la decima, ma non abolisce le offerte, controllandone le percentuali!

Il Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo domanda a ciascun credente: "Fino a che percentuale mi ami? Fino a che percentuale riesci ancora a sorridere?"

Non è questione del dieci per cento, ma di libertà di intervento per i bisogni della Vigna, passata in comproprietà dei credenti con Cristo: tutto ciò che i credenti spendono nella Vigna, se lo ritroveranno come guadagno in termini di interessi dei talenti della parabola famosa!

Rimane dunque in piedi solo il discorso delle offerte (contributi periodici) e delle collette (contributi specifici), per i bisogni dell’opera del Signore e per i bisogni dei "santi".

Gesù era sovvenzionato da persone che provvedevano a Lui con le proprie ricchezze, senza però farsi condizionare dai suoi benefattori.

Per certe persone molto benestanti può costituire un vero e proprio ministero il fatto che essi possano dare soldi! "Siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro. E siccome abbiamo dei doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo secondo la proporzione della nostra fede; e di ministero, attendiamo al ministero; se d’insegnamento, all’insegnare; se di esortazione, all’esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere pietose, le faccia con allegrezza." (Romani 12:8)

Le offerte comunque non sono obbligatorie e neppure indispensabili come afferma l’apostolo Paolo in un passo, cui non viene mai data importanza nelle chiese: "affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare" (1 Corinzi 16:2)

L’impegno richiesto dall’apostolo Paolo era specifico e il suo consiglio è valido ancora oggi: "Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli" (1 Corinzi 16:2). Occorre però essere motivati e sapere perché e per chi mettere da parte quei soldi!

La distinzione fra offerte e collette, non cambia di molto la sostanza della libera contribuzione del credente, fatta a cuore "allegro": se il Signore, che vede nel profondo dei disegni dei pensieri dei sentimenti, nota dolore o tristezza nel donatore, il primo a contristarsene è proprio Lui. Dio ama il donatore allegro, per cui "dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza perché Iddio ama un donatore allegro." (2 Corinzi 9:7)

Dio non ha bisogno di soldi!

Ha solo bisogno di cuori generosi, come è generoso Lui!

Ha però bisogno di amministratori onesti e di credenti allegri.

 

La prassi: molti pastori accettano il pagamento della decima, come un fatto normale, per l’Opera del Signore e così rimettono i credenti sotto il Vecchio Testamento, dopo averli evangelizzati e convertiti sottomettendoli al Nuovo Testamento di Gesù Cristo: essi sono pastori attaccati ai sistemi delle chiese storiche, che non hanno più olio nuovo e non conoscono più cosa significhi la dipendenza dallo Spirito Santo! Dopo aver predicato (forse!) la libertà in Cristo come figliuoli di Dio, predicano le regole riservate ai "servi"!

Nelle loro chiese, viene lentamente offuscato e allontanato l’Evangelo della Grazia, per affermare un Vangelo diverso, ma più consono agli scopi della chiesa: l’Evangelo della Legge. Così facendo i pastori diventano prezzolati mestieranti della parola e sono stipendiati "assassini" della fede altrui, così come sta scritto: "Poiché la promessa d’esser erede del mondo non fu fatta ad Abramo o alla sua progenie in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. Perché, se quelli che sono della legge sono eredi, la fede è resa vana, e la promessa è annullata". (Romani 4:13-14)

Non è piacevole avere pastori che, invece di edificare, demoliscono e poi pagarli pure!

Nel Nuovo Testamento si ricava che, come la decima, neppure le offerte sono obbligatorie e neppure indispensabili, come afferma l’apostolo Paolo in un passo, cui non viene mai data importanza nelle chiese: "affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare" (1 Corinzi 16:2).

Di ciò non se ne parla mai! In pratica ciò viene negato da quasi tutti i pastori, che tirano acqua al loro mulino, rimettendo intere comunità sotto la legge invece che sotto la grazia.

Anche i pastori più aperti e maggiormente "ripieni di Spirito Santo", quando si tratta di soldi, dicono: "abbiamo sempre fatto così!", oppure "i soldi vanno all’opera del Signore, per l’avanzamento del Suo Regno!" La verità è che il regno di Dio invece avanza quando le anime vengono strappate a Satana e portate a Cristo!

 

Il culto di Mammona

L’esempio della Chiesa Cattolica è diventato l’incubo di tutte le chiese evangeliche: il denaro e il culto del denaro hanno sostituito Cristo e il culto a Cristo.

Potete chiedete tutto alla Chiesa Cattolica, pagando s’intende, ma non le chiedete soldi! Lei prende, non dà! Eppure, nella sua fame di denaro, la Chiesa Cattolica è stata più onesta e fedele di certi pastori evangelici: NON HA MAI CHIESTO LA DECIMA A NESSUNO, perché sapeva che Il Nuovo Testamento di Gesù Cristo non è il Vecchio Testamento degli Ebrei! È ben altra cosa!. Dalla teoria però, si è passati ad un'altra pratica "suppletiva": tale Chiesa commercia, fa politica, possiede, vende e compra, sempre per ingrandirsi sempre di più! Non importa a quale prezzo e neppure a quali condizioni: il fine giustifica i mezzi. Per completezza del discorso, si perdoni quanto segue.

La sua fine segnerà la fine... dei suoi commerci (Apocalisse 18:10, 16, 19)

Chiese e conventi ricchi e preti e frati altrettanto ricchi, ma con l’accortezza rigidissima di dover sembrare poveri! I sandali ai piedi e l’abito sono obbligatori: non importa poi se, per esempio, dieci frati abbiano a disposizione cento stanze libere e i preti ammucchino soldi per i loro interessi privati!

Ciò nelle chiese evangeliche non deve succedere mai! Quando succede, si grida giustamente allo scandalo, perché i soldi di Dio non si toccano! Ne dispone Dio, secondo le necessità che Lui indica! La trasgressione dei "servi" si vede anche quando questi maneggiano denaro!

La cupidigia della Chiesa Cattolica arriva a chiedere denaro non solo ai fedeli (non tramite la decima però!) ma anche alle istituzioni civili, che hanno soldi, non dei fedeli, ma... dei contribuenti!

L’ultimo scandalo in Italia è l’otto per mille, non per il contributo che è senz’altro accettato e lecito, perché è la scelta dei fedeli, ma per la spartizione dei resti, cioè dei voti non espressi, dove la Chiesa Cattolica divide con lo Stato i soldi di coloro che non effettuano alcuna scelta!

Questa opzione è stata giustamente rifiutata dalle chiese evangeliche! Allo stato ciò che gli appartiene e alla chiesa ciò che le viene espressamente attribuito dai suoi fedeli.

Una nota positiva: l’uso che se ne fa del denaro infine deve rimanere strettamente legato a ciò che si intende "Opera del Signore". Ogni chiesa evangelica ha statuti e regolamenti, controlli e controllori che garantiscono al cento per cento l’uso dei soldi inerente alla vita interna ed evangelistica della chiesa stessa. Almeno in questo, chi lo fa, è bravo.

 

La decima (seconda parte)

PREMESSA

Ho raccolto le reazioni al mio studio biblico sulla DECIMA (prima parte) e in base ad esse propongo una integrazione in questa seconda parte, tenendo presente le perplessità, le domande e le argomentazioni più significative. Diversi punti andavano approfonditi ulteriormente, ed era vero.

Il tema mi ha comportato un grande senso di disagio e di profonda solitudine spirituale, perché l'argomento è pari, per la sua imponenza e solennità, al tema della circoncisione. Sarebbe il caso di farci un CONCILIO VIRTUALE ON LINE per vederci chiaro, ma per procedere veramente ad una svolta sostanziale, in tutta la cristianità.

Oggi infatti tutto si gioca sulla decima, come tutto si giocava sulla circoncisione nel primo concilio di Gerusalemme.

Se passa la decima, passa la legge del Vecchio Testamento ed è entrato nel Corpo di Cristo il germe della maledizione e dei sensi di colpa.

 

- OCCORRE MANTENERE PURA LA DOTTRINA DI CRISTO

Nessuna Chiesa Evangelica è immune dal pericolo di far entrare nella propria dottrina qualcosa di estraneo oppure di "cedere" alla tentazione di sfruttare l'Evangelo per scopi diversi per i quali è stato dato. Bramosia di ricchezza, desiderio di successo, voglia di potere, culto della propria personalità, ricerca del piacere, aspirazione delle cose del mondo ed altre carnalità spingono i credenti e i pastori a volere di più e di meglio del semplice sostegno di Cristo. Eppure Gesù aveva avvertito di evitare accuratamente i lieviti ESTRANEI all'Evangelo per evitare di corromperne la Parola e di sminuirne la potenza. Il pericolo poteva venire anche da un eccesso di pietà, superiore alla pietà stessa di Dio. Questi sono i SEI LIEVITI DA EVITARE:

 

1) lievito di Erode (Marco 8:15) potere, politica, diplomazia e malvagità, lussuria e potere assoluto.

Ovviamente il lievito non è quello del re Erode autore della strage degli innocenti (Matteo 2:19), ma è quello di Erode, il tetrarca (Marco 14:1), colui cioè che fece uccidere Giovanni il Battista, che aveva sposato sua cognata Erodiada, moglie di Filippo suo fratello. Gesù definì Erode "una volpe"! (Luca 13:31)

L’epoca storica è ben individuata nell’Evangelo: "Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Hanna e Caiàfa," (Luca 3:1-2)

Potere e politica vanno a braccetto, come Erode e Pilato (Luca 23:6-12).

Lo spirito lievitante di Erode è quello di chi è desideroso di vedere Gesù, di parlare a Lui, da pari a pari, e di "vedergli fare qualche miracolo" (Luca 23:8): Erode è colui che rivolge a Gesù "molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla." (Luca 23:9)

Gesù non ha nulla da dire ai superbi. La decima rende superbi, perché rende l'uomo "a posto" con la sua coscienza. Egli ha pagato il debito che aveva nei confronti di Dio, e lo ha fatto con tanto sacrificio: sulla bilancia del debito, il pagatore di decima ci mette in conto, come un vanto, lo sforzo di essere riuscito a dare la decima, nonostante le sue necessità. La verità è che la grazia che ci ha fatto Gesù Cristo non può essere pesata ed inutilmente potrà essere messa su un piatto della bilancia: esso rimarrà giù e fermo, qualunque cosa potremmo racimolare sull'altro piatto. Anche se daremo tutto l'oro del mondo, la grazia di Gesù Cristo sarà sempre più pesante.

 

2) lievito dei farisei: religione, rito e liturgia.

Gesù Cristo è SEMPRE DISPOSTO A SPIEGARCI, ma noi dobbiamo almeno sforzarci di capire: solo allora saremo Suoi discepoli, fedeli e saldi nella Verità, come i discepoli di duemila anni fa che "allora capirono che non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, MA DALLA DOTTRINA dei farisei e dei sadducei" (Matteo 16:12).

"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché nettate l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza..." (Matteo 23:25 e ss)

E' triste dover ammettere che c'è gente che vuole un cristianesimo esteriore, come "un sepolcro imbiancato"(Matteo 23: 27). Costoro non capiscono, poiché NON VOGLIONO capire, perché sono attaccati alle tradizioni, al loro modo di pensare, sono incapaci di camminare col Signore come fece Enoc e tutti gli uomini di Dio, sono dei credenti di una fede sterile, sono chiusi ad ogni ulteriore rivelazione spirituale da parte dello Spirito Santo! Essi accettano una fede a misura d'uomo, e non a misura di Dio! Essi innalzano la loro testimonianza, LA LORO DECIMA, al di sopra del Dio che testimoniano! Ma Dio resiste ai superbi ed abbassa chiunque si innalza... (Matteo 23:12)

Dobbiamo meravigliarci allora che i Giudei non capivano Gesù, quando Lui asseriva di non contare più sulle capacità e possibilità umane, ma di contare su di Lui? Oggi le chiese vogliono essere ricche e i pastori vogliono essere ricolmi di benedizioni mondane: siamo ben lungi dal "Non prendete nulla per viaggio: né bastone, né sacca, né pane, né danaro, e non abbiate tunica di ricambio." (Luca 9:3)

La decima mette al sicuro gli "operai" del Signore da ogni necessità e permette loro di avere le loro congrua "mercede" e la loro sfavillante "mercedes". Gli scandali americani dei predicatori della decima hanno rivelato inquietanti risvolti...

 

3) lievito dei sadducei (Matteo 16:6, 16:11) ateismo scientifico e... religioso. I Sadducei erano quelli "i quali dicono che non v’è risurrezione" (Matteo 22:23). In campo religioso i moderni sadducei sono i testimoni di Geova, i buddisti e altri che non credono nell'esistenza dell'aldilà e nella resurrezione di Cristo. Il pagamento della decima dimostrerebbe che Cristo non provvede e che bisogna ripristinare l'uso veterotestamentario per sopperire a tale mancanza. Non venga in mente di escludere a priori tale sentimento, anche se dovessimo negarlo perfino a noi stessi venti volte al giorno.

 

4) lievito dell'ipocrisia (Luca 12:1)

Siamo negli ultimi giorni e lo SPIRITO DI SEDUZIONE à all'opera più che mai: tale spirito si nasconde nel rispetto dei comandamenti di Dio a scapito della legge dell'amore di Cristo. Si ha il coraggio di andare davanti a Dio "senza" la fede nel "sangue dell'Agnello", ma con le buone opere. Il lievito dell'ipocrisia è il lievito più difficile da riconoscere: si nasconde bene e fa lievitare la pasta solo di pochissimo tanto da far affermare che non c'è! E' difficile distinguere quanto ci sia di ipocrisia nell'opera della Caritas, o degli aiuti umanitari o... nel pagamento mensile della decima!

"Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senz’affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza. Anche costoro schiva! Poiché del numero di costoro son quelli che s’insinuano nelle case e cattivano donnicciuole cariche di peccati, agitate da varie cupidigie, che imparano sempre e non possono mai pervenire alla conoscenza della verità... mentre i malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti." (2 Timoteo 3:1-7,13)

Quando si paga la decima, o comunque, quando si fa qualcosa di "visibile", siamo lontani mille miglia dal principio biblico della libera e segreta contribuzione. Il buon samaritano inorridirebbe...

 

5) lievito vecchio costituito dalla legge del Vecchio Testamento, dai cibi da evitare, dal rispetto del sabato, dalla circoncisione difesa da Pietro, ecc.

Un fondamento teologico della vera dottrina cristiana evangelica è che Gesù Cristo ha maggiore autorità della legge mosaica: Egli non annullò la legge, ma la rese perfetta, facendosene il vero ed unico "interprete autorizzato", essendo Egli Dio stesso, in quanto Figlio di Dio, Verità, Via e Vita.

"Non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Gesù Cristo, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte." (Romani 8: 2)

Dalla legge mosaica Gesù prese spunto per innestare la Sua legge, più perfetta e più gradita a Dio: Egli non venne per abolire la legge, ma per confermarla (Romani 3:31), inquadrandola però in un'ottica nuova costituita dalla "giustificazione per fede" (Romani 5:1). Se le chiese Evangeliche vogliono ancora il requisito di "riformate", devono riconoscere che Lutero aveva ragione nel ribellarsi contro le indulgenze...

Con Cristo vennero "esautorate" (cioè svuotate di significato) tante tradizioni ebraiche, indiscusse e intoccabili, che con Lui e col cristianesimo non avevano più ragione di esistere:

- l'offerta sacrificale e la macellazione sacra (Ebrei 9);

- la legge del sabato (Colossesi 2:16, Matteo 12:8);

- la circoncisione "perpetua" (Col. 3:11, Romani 2:29);

- la pasqua ebraica "perpetua", la festa delle capanne, la festa del Kippur (1 Corinzi 5:7)

- la festa degli azzimi e il pane azzimo (1 Corinzi 5:8)

- cibi proibiti (Marco 7:7-18)

- la purificazione prima di entrare al tempio (Ebrei 9:14)

- il tempio di Gerusalemme (1 Corinzi 3:16);

- l'altare (Ebrei 13:10);

- Il sacerdozio levitico (1 Pietro 2:9);

- l'interdizione perpetua (Matteo 12:31);

- il calendario ebraico;

- il giubileo;

- l'anno sabbatico; (Galati 4:9-10)

- l'arca dell'alleanza; (Ebrei 11:4)

- il tabernacolo (Ebrei 9:11)

- il battesimo di sola acqua (Giovanni 3:5)

- il digiuno del tammuz;

- la festa del nissan;

- i sacrifici solenni; (Ebrei 9:11)

- i sacrifici in generale (Matteo 12:7)

- l'offerta di primizie; (Ebrei 9:9)

- l'efod e i paramenti sacri (Ebrei 10:19)

- l'incenso e gli aromi sacri (le preghiere sono l'odor soave)

- la lavanda dei piedi ( l'umiltà non è un rito)

- il velo alle donne; (I Corinzi 11:15 "la chioma le è data a guisa di velo")

- il vestito lungo dei sacerdoti; (Marco 12: 38-40; Matteo 23:1 e seg. e parall.)

e la decima (Gesù vuole che tutto sia consacrato a Lui)

 

Tali riti, feste e tradizioni furono abbandonati con grande sofferenza e non senza generare attriti e discussioni, anche fortissime, tra opposte fazioni. Con il progressivo isolamento e la scomparsa del giudeo-cristianesimo dei primi secoli dopo Cristo, si fece strada la fede più autentica in un Gesù Cristo Salvatore e Vivente Figlio del Dio Vivente.

Rimaneva però sempre il pericolo di un riflusso, di un ritorno alla solennità della liturgia (che gli ortodossi chiamano "divina liturgia"!) e alla necessità di una forma rituale prestabilita o di una tradizione consolidata. Ogni qualvolta purtroppo che Gesù diventa un modo di credere, senza un modo di essere, allora diventa religione e formalismo inutile, perché privo di potenza spirituale.

Il riflusso giudaizzante lo troviamo oggi nei "sabatisti", nei legalisti dalle mille sfaccettature. A loro piace fare il minestrone mischiando l'Evangelo di Gesù Cristo e la legge di Mosè, la Santa cena e il pane azzimo, la libertà dei credenti e il velo alle donne, ecc. Di "minestroni" così se ne potrebbero citare tanti.

 

6) lievito di malizia e di malvagità (mhde en zumh kakiaV kai ponhriaV) (1 Corinzi 5:8).

"Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo;... Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (cose tutte destinate a perire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini?

Quelle cose hanno, è vero, riputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà, e di austerità nel trattare il corpo; ma non hanno alcun valore e servono solo a soddisfare la carne." (Colossesi 2:8, 20-22)

Il politeismo idolatrico degli antichi romani si è perpetuato profeticamente nell’idolatria del Sacro Romano Impero Cattolico tuttora presente: il pane viene sostituito con l’ostia ed offerto all’ADORAZIONE dei fedeli.

Il rigurgito giudaizzante delle Chiese Evangeliche non permette mai di abbassare la guardia: la decima è un precetto e come tale è da rifiutare categoricamente, come tutti i precetti. La legge di Cristo passa attraverso la fede e non attraverso i precetti. Nessuno deve imporre un digiuno se ciò non dipende dall'intima richiesta fatta in preghiera a Gesù Cristo. Nessuno deve dare regole sulla libera contribuzione alla chiesa: nessuno è autorizzato a farlo, perché nessun passo neotestamentario può essere citato a riguardo. Chi lo fa, sia pure in buona fede, è malvagio.

 

- IL VALORE DEL VECCHIO TESTAMENTO

I credenti in Cristo VIVONO nel Nuovo Testamento, LEGGONO di più il Nuovo Testamento, PREDICANO il Nuovo Testamento. Addirittura la vera e BIBLICA definizione dei pastori è: "ministri di un nuovo patto" (2 Corinzi 3:6). Il Vecchio Testamento va letto DAL PUNTO DI VISTA DEL NUOVO.

Se non è chiaro questo, possiamo discutere cent'anni senza arrivare ad un accordo...

Se così non fosse, non potremmo capire perché la circoncisione è quella del cuore, perché la domenica è il primo giorno della settimana, perché lo Spirito Santo si manifesta ancora sotto forma di lingue nuove, perché la chiesa di Cristo è una chiesa di primogeniti, perché non è peccato ciò che entra nella bocca ma ciò che ne esce, perché il nostro Dio si chiama Gesù Cristo, perché siamo testimoni di Cristo e non di Geova...

Il Vecchio Testamento è stato scritto per anticipare il Nuovo: Dio-Padre aveva in mente Dio-Figlio quando scrisse della progenie della donna che schiacciava la testa del serpente, quando fece delle tuniche di pelle ad Adamo ed Eva, quando la VOCE di Dio passeggiava nel giardino, quando Mosè innalzò il legno per aprire il Mar Rosso e quando innalzò il serpente di rame, quando Eliseo gettò un legno e l'ascia di ferro galleggiava...

Gesù aprì la mente dei suoi due accompagnatori sulla strada di Emmaus "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che LO concernevano." (Luca 24:27)

Il Vecchio Testamento "gronda" del Sangue di Cristo, ma occorre saper discernere, sotto la guida dello Spirito Santo. Provare per credere, ma soprattutto è necessario CHIEDERE: "se alcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata." (Giacomo 1:5)

Risulta così completamente indifferente la discussione di lana caprina se la decima sia stata introdotta da Mosè o prima di Mosè: per regolarità comunque le due cose coincidono, perché la Genesi, secondo la tradizione ebraica, è stata scritta da Mosè (o da chi per lui).

Risulta dunque inattendibile chi si sofferma unicamente su passi del Vecchio Testamento, senza guardarli attraverso IL FILTRO del Nuovo Testamento. Risulta anche incredibile che i cristiani continuino a farlo. È comunque una questione di scelta e di maturità.

Il Vecchio Testamento è IMPERFETTO come si afferma implicitamente in Ebrei 8:7: " Poiché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non si sarebbe cercato luogo per un secondo."

Ma abbiamo capito chi è Gesù?

Egli ha evidenziato che "la legge non ha condotto nulla a compimento" (Ebrei 7:19) e che è venuto per completarla appunto perché era incompleta. La NUOVA LEGGE di Cristo è chiamata "la legge della libertà' (Giacomo 1:25) perché noi sotto la sua legge siamo liberi di dare tutti i soldi che vogliamo e possiamo.

Se poi qualcuno ha fatto un VOTO, come Giacobbe (Genesi 28:20-22), non è lecito prendere l'esempio di questo voto per imporre agli altri la decima (appunto perché si tratta di un voto volontario).

Il voto andrebbe comunque mantenuto in base al Vecchio Testamento (Deuteronomio 23:21,23), ma, non si scandalizzi nessuno, anche in questo caso di voto, Gesù Cristo è superiore alla LEGGE e può sciogliere, in base all'autorità che Lui solo ha e che ha messo nelle mani di tutti i veri suoi discepoli. Se qualcuno ha fatto il voto di pagare la decima, perché il modo di pensare in quel momento era quello e ci credeva, Gesù lo può sciogliere, se lo vuole, perché la conoscenza è aumentata e quello che avevamo fatto come "figli dell'ignoranza", viene coperto con quello che vogliamo come "figli di luce".

È come se qualcuno avesse fatto il voto alla Madonna di non diventare mai evangelico: Gesù scioglie questo voto.

Il Vecchio Testamento cita di un generale che aveva fatto voto di uccidere (sacrificare all'Eterno) la prima persona che avesse incontrato, in caso di vittoria, e la disgrazia volle che la prima persona che incontrasse fosse la sua unica figlia: il generale dovette far fronte al suo voto. Se avesse avuto Gesù come punto di riferimento, avrebbe potuto sciogliere questo voto, in base a Galati 5:23 che dice: "contro tali cose non c'è legge.". La legge del FRUTTO DELLO SPIRITO è superiore alla legge del Vecchio Testamento.

Il Vecchio Testamento ci parla di "leggi perpetue", cioè di riti da ripetere IN ETERNO: tali riti sono stati risolti dal sacrificio onnicomprensivo di Gesù Cristo. Come un diamante, che per essere tale, deve avere tante facce, così il sacrificio di Gesù è sempre tale, sia pur visto da angolature diverse e per questioni diverse.

Anche la decima rientra fra le LEGGI PERPETUE cadute sotto i piedi di Gesù, a sostanziare la GRAZIA di contenuti non solo teologici, ma anche pratici. La nostra riconoscenza per questo dovrebbe risultare ancora più grande...!

Troviamo scritto nel Vecchio Testamento: "C'imponemmo pure per la legge di dare ogni anno il terzo d'un siclo per il servizio della casa del nostro Dio, per i pani della presentazione, per l'oblazione perpetua, per l'olocausto perpetuo dei sabati, dei noviluni, delle feste, per le cose consacrate, per i sacrifici d'espiazione a pro d'Israele, e per tutta l'opera della casa del nostro Dio; e tirando a sorte, noi sacerdoti, Leviti e popolo, regolammo quel che concerne l'offerta delle legna, al fine di portarle, secondo le nostre case patriarcali, alla casa del nostro Dio, a tempi fissi, anno per anno, perché bruciassero sull'altare dell'Eterno, del nostro Dio, come sta scritto nella legge; e c'impegnammo a portare ogni anno nella casa dell'Eterno le primizie del nostro frutto di qualunque albero, come anche i primogeniti dei nostri figliuoli e del nostro bestiame conforme sta scritto nella legge, e i primogeniti delle nostre mandre e dei nostri greggi per presentarli nella casa del nostro Dio ai sacerdoti che fanno il servizio nella casa del nostro Dio. E c'impegnammo pure di portare ai sacerdoti nelle camere della casa del nostro Dio, le primizie della nostra pasta, le nostre offerte prelevate, le primizie dei frutti di qualunque albero, del vino e dell'olio, e di dare la decima delle rendite del nostro suolo ai Leviti, i quali debbono prendere essi stessi queste decime in tutti i luoghi da noi coltivati. E un sacerdote, figliuolo d'Aaronne, sarà coi Leviti quando preleveranno le decime; e i Leviti porteranno la decima della decima alla casa del nostro Dio nelle stanze che servono di magazzino, poiché in quelle stanze i figliuoli d'Israele e i figliuoli di Levi debbono portare l'offerta prelevata sul frumento, sul vino e sull'olio; quivi sono gli utensili del santuario, i sacerdoti che fanno il servizio, i portinai e i cantori. Noi c'impegnammo così a non abbandonare la casa del nostro Dio" (Neemia 9:38; 10:1-39).

Chi vuole affermare che sia ancora in piedi l'impegno "in eterno" di Nehemia (come affermano i moderni ebrei) allora si è impegnato a dare NON SOLO LA DECIMA, ma

- il terzo d'un siclo per il servizio della casa del nostro Dio,

- i pani della presentazione, per l'oblazione perpetua,

- l'olocausto perpetuo dei sabati,

- l'olocausto perpetuo dei noviluni,

- l'olocausto perpetuo delle feste,

- le cose consacrate,

- i sacrifici d'espiazione a pro d'Israele,

- offerta delle legna,

- le primizie del nostro frutto di qualunque albero,

- i primogeniti dei nostri figliuoli e

- i primogeniti del nostro bestiame conforme alla legge

- le primizie della nostra pasta,

- le nostre offerte prelevate,

- le primizie dei frutti di qualunque albero,

- le primizie del vino e dell'olio,

- la decima delle rendite del nostro suolo

E, dulcis in fundo, un sacerdote, figliuolo d'Aaronne, sarà coi Leviti quando preleveranno le decime...

Questo avviene anche oggi quando gli israeliti (o chi per loro) preparano i cibi "kasher", cioè "puri". Il vino " kasher" fatto in Italia per gli ebrei di Israele, è controllato da un rabbino in tutte le fasi della sua produzione, per garantirne il rispetto di tutte le regole del Talmud.

Il Butindaro ha scritto: "Noi non abbiamo nulla da ridire sulla decisione che presero Nehemia, i sacerdoti, i Leviti ed il resto del popolo, anzi siamo lieti di leggere che il popolo d'Israele dopo che ritornò dalla cattività prese la ferma decisione di tornare a camminare secondo la legge che Dio gli aveva dato al monte Sinai. Quello che essi fecero ci serve d'ammaestramento ed anche d'esempio; ma non possiamo prendere le loro medesime decisioni, perché altrimenti ricadremmo sotto il giogo della legge e scadremmo dalla grazia di Dio. Quelli che prendono anche questo esempio per imporre la decima non usano la Scrittura in modo legittimo."

 

- LA DECIMA, IL SACERDOZIO E I LEVITI

Nel Vecchio Testamento la decima fu pagata "spontaneamente" da Abramo a Melchisedec, che era RE e SACERDOTE. Melchisedec è figura di Cristo.

Successivamente, con la legge di Mosè, la decima era pagata da undici tribù alla dodicesima: quella dei leviti, perché la loro parte era l'Eterno. I leviti SERVIVANO il Tempio.

I leviti a loro volta pagavano la decima ai SACERDOTI figli di Aaronne.

Come si può notare la decima era data esclusivamente a SACERDOTI o ai SERVITORI di Dio.

Il Nuovo Testamento dice che TUTTI i credenti entrano a far parte di un popolo di RE e SACERDOTI: la decima adesso loro non la possono più dare: LA POTREBBERO RICEVERE! Ma da chi, se non ci sono le altre tribù? Che non venga in mente di chiedere la decima al popolo ebraico...!

Volendo essere più espliciti, la decima non esiste più, perché i credenti in Cristo sono TUTTI sacerdoti.

Il Butindaro riassume: "Dio assegnò una mercede sia ad Aaronne ed ai suoi figliuoli e sia ai Leviti che esercitavano un ufficio differente dal loro, ed essa era costituita; dalle cose santissime non consumate dal fuoco che gli Israeliti offrivano a Dio, dalle primizie di ciò che produceva la loro terra, e dai primi parti delle loro vacche, delle loro pecore e delle loro capre per quel che concerneva la mercede di Aaronne e i suoi figli; dai nove decimi di tutte le decime dei figliuoli d'Israele, per quel che concerneva la mercede dei Leviti. Ecco a che cosa servivano le decime sotto la legge; servivano a pagare i Leviti e la famiglia del sommo sacerdote."

Se tale legge fosse applicata sic et simpliciter alla chiesa cristiana, troveremmo che i fedeli dovrebbero pagare la decima ai pastori (alla Chiesa) e poi la Chiesa dovrebbe pagare la decima a Dio, bruciandola sull'altare di bronzo. Ciò comporterebbe il bruciamento di banconote, cosa vietata dalla legge penale italiana.

Si può dunque dire che nel Vecchio Testamento Dio stesso (e non Mosè o Melchisedec, o Abramo o altri) disse: "E ai figliuoli di Levi io do come possesso tutte le decime in Israele in contraccambio del servizio che fanno, il servizio della tenda di convegno" (Numero 18:21); e inoltre comandò questo ai Leviti: "Quando riceverete dai figliuoli d'Israele le decime che io vi do per conto loro come vostro possesso, ne metterete da parte un'offerta da fare all'Eterno; una decima della decima;" (Numeri 18:26-28,30,31).

Gli Israeliti dovevano, per ordine di Dio, dare la decima delle loro entrate ai Leviti, i quali avevano a loro volta l'ordine, secondo la legge, di prendere le decime dal popolo ed anche quello di mettere da parte la decima delle decime ricevute e di darla ad Aaronne.

Nel Nuovo Testamento invece leggiamo che Gesù, non è disceso dalla tribù di Levi, alla quale apparteneva il sacerdozio, ma da quella di Giuda, "circa la quale Mosè non disse nulla che concernesse il sacerdozio" (Ebrei 7:14).

È mutato il sacerdozio.

Occorre decidersi, se come cristiani, noi apparteniamo a Cristo o a Mosè.

Qui sta tutta la divergenza fra sostenitori della decima e i benemeriti detrattori.

Sul sacerdozio levitico era basata la legge della decima: mutato sacerdozio, è avvenuto, per forza di cose, un mutamento pure della legge.

Infatti troviamo scritto: "Mutato il sacerdozio, avviene per necessità anche un mutamento di legge" (Ebrei 7:12); di conseguenza, noi non siamo più sotto la legge di Mosè (basata sul sacerdozio levitico), ma sotto la legge di Cristo (basata sul sacerdozio di Cristo) la quale non comanda di dare la decima come invece fa quella di Mosè.

Inoltre, fatto gravissimo, la decima avalla la divisione del popolo di Dio in due categorie: fedeli che pagano la decima e sacerdoti che la ricevono. Questa è l'eresia cattolica dell'ordine sacro, che ricalca quella dei Nicolaiti odiati dall'apostolo Giovanni nell'Apocalisse. Nelle Chiese evangeliche la divisione fra clero e fedeli è stata sempre esclusa e combattuta, a differenza della Chiesa Cattolica.

Tale divisione fra fedeli e pastori (anziani-presbuteri o preti), era predicata fin dall’epoca apostolica, dai Nicolaiti, la setta odiata dall’apostolo Giovanni nel capitolo 2 dell’Apocalisse sia nella lettera alla Chiesa di Efeso (versetto 6: "Ma tu hai questo: che odii le opere dei Nicolaiti, le quali odio anch'io"), sia nella lettera alla Chiesa di Pergamo (versetti 14 e 15: "Ma ho alcune poche cose contro di te: cioè, che tu hai quivi di quelli che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac a porre un intoppo davanti ai figliuoli d'Israele, inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare. Così hai anche tu di quelli che allo stesso modo professano la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque; se no, verrò presto da te, e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.")

L’origine gnostica dei Nicolaiti rivela la tendenza di presentare un cristianesimo puro predicato solo dai puri (preti, catari), coloro cioè che si separano dal popolo dei fedeli per praticare il celibato e il formalismo giudaico ortodosso. La decima serviva alle necessità dei fratelli "appartati" per il servizio a Dio.

Il movimenti dei Nicolaiti (Nikolaitvn; letteralmente Nikh luv laoV "la vittoria separata dal popolo") recò tanta confusione, nei primi tre secoli dopo Cristo, che da subito se ne avvertì la pericolosità. L’origine risale addirittura a Simon Mago (Atti 8:9-24), che ebbe come discepoli l’eretico Menandro ed in seguito Marcione. Il papa Alessandro III, in un concilio ecumenico Laterano (5-22 marzo 1179) "ripristina vecchie decisioni concernenti gli abusi della vita ecclesiastica (simonia, nicolaismo), il potere temporale della Chiesa, gli abusi dei religiosi"(Encicl. Peruzzo Larousse vol.I pag. 329).

Simon Mago e i Nicolaiti sono gli unici uomini "maledetti" espressamente nel Nuovo Testamento!

Non ha dunque senso parlare di origine divina o meno della decima: i fatti sono questi. La Bibbia è questa: non ne abbiamo un'altra, come i mormoni...

Ogni senso di riconoscenza fatta da uomini timorati di Dio passa necessariamente attraverso la DOTTRINA DI CRISTO, altrimenti non è autentica. È solo un pretesto per assecondare i propri desideri, che, pur pii e comprensibili, non hanno nulla a che vedere con la verità. Anzi, il giudizio è già emesso: "Chi passa oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Iddio. Chi dimora nella dottrina ha il Padre e il Figliuolo." (2 Giovanni 1:9)

Molti pastori, anche telepredicatori di grande talento, finché annunciano la grazia della salvezza in Cristo, fanno un grande e benedetto lavoro, ma quando poi chiedono la decima, fanno inciampare i loro ascoltatori nella stessa roccia che loro predicano.

L'Eterno disse ad Aaronne: 'Ecco, di tutte le cose consacrate dai figliuoli d'Israele io ti do quelle che mi sono offerte per elevazione: io te le do, a te e ai tuoi figliuoli, come diritto d'unzione, per legge perpetua.. (Num. 18:8-19).

Gesù invece disse: "E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amor del Mio Nome, ne riceverà cento volte tanti, ed erediterà la vita eterna." (Matteo 19:29; Marco 10:30)

 

- LA DECIMA TRIENNALE

"Alla fine d'ogni triennio, metterai da parte tutte le decime delle tue entrate del terzo anno, e le riporrai entro le tue porte; e il Levita, che non ha parte né eredità con te, e lo straniero e l'orfano e la vedova che saranno entro le tue porte verranno, mangeranno e si sazieranno, affinché l'Eterno, il tuo Dio ti benedica in ogni opera a cui porrai mano" (Deut. 14:28,29).

No comment!

Sarebbe troppo facile fare ironia sui sostenitori della decima, che rispettano la Bibbia finché loro conviene e ne obliterano ciò che a loro rimarrebbe oltremodo sgradito!

 

- LA DECIMA È FRUTTO DI TRADIZIONE EVANGELICA SBAGLIATA

Ci sono movimenti e confessioni religiose che a stento rientrerebbero nell'aggettivo di "cristiane"!

Con certi "fratelli" è inutile parlare: loro sono fatti così!

Ho conosciuto personalmente un caro "fratello" che mi ha detto: "non ho più nulla da imparare. So tutto fin dal momento della mia conversione!" Ovviamente lui voleva la Santa Cena col pane azzimo, ritenendo il pane il Corpo di Cristo!

Piango su quei figli di evangelici che ricevono continue pressioni e vessazioni, per convincerli a sottoporsi "volontariamente" al rispetto delle regole CHE LORO HANNO MESSO, secondo le loro vedute bibliche e più spesso, secondo i loro gusti.

Facciamo tanta fatica a crescere spiritualmente e a raggiungere equilibrio e maturità e invece troviamo qualcuno che ci stronca le gambe con la dottrina della decima, con le donne col velo o con i capelli lunghi, con l'astensione dal sangue, con la caccia al diavolo che si insinua in ogni aspetto intimo della vita quotidiana, e con tante altre "paure" di trasgressione vera o presunta.

Circa la decima, possiamo pensare che chi la sostiene e la propone agli altri diventa, sia pure in buona fede, un inciampo al fratello e lo mantiene sotto un livello nel quale non sarà più utile né a se stesso, né agli altri: non è utile a se stesso perché distoglie gli occhi da Cristo e guarda alla legge; non è utile agli altri, perché propone un Evangelo che diventa la "cattiva notizia" di un peso che Gesù non ha messo.

Essere cresciuti significa saper entrare "in Canaan", dopo aver sperimentato la bontà del Signore nel deserto. La decima ci fa restare drammaticamente nel deserto senza alcuna speranza di poterne uscire più. Chi paga la decima ha rifiutato "di oltrepassare il Giordano" mandando avanti l'Arca, figura di Gesù...

Qualcuno ha confessato: "Quando ero ancora giovane cristiano sentivo spesso questa affermazione "devi dare per forza a Dio la tua decima , perché se non Gliela dai, Egli ti maledirà". Questa era la convinzione inculcatami per anni..."

Questo è l'inciampo che noi siamo capaci di mettere ai fratelli più giovani e ai neofiti: la paura! A costoro non importa ciò che ha scritto l'apostolo Giovanni: "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amor perfetto caccia via la paura; perché la paura implica apprensione di castigo; e chi ha paura non è perfetto nell'amore." (1 Giovanni 4:18)

La cosa assurda poi è quella di osare di pensare di preoccuparsi di adempiere i propri voti e di pagare i propri debiti a Dio. Il Padre nostro per loro reciterebbe così: "Rimetti i miei debiti in base a come li rimetto a Te"!

Un altro che ha detto: "davo, motivato dalla paura di ricevere maledizione da Dio se non davo, invece di essere motivato dalla gratitudine e dalla fede..." E vogliamo esprimere gratitudine e fede con la decima? La Parola chiede solo il culto: "Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo così a Dio un culto accettevole, con riverenza e timore!" (Ebrei 12:28)

Qualcosa di simile sta scritto in Colossesi (3:15): "E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti." Vogliamo vedere in che cosa si esplichi questa riconoscenza? "La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni, e cantici spirituali. E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui." (Colossesi 3:16-17)

Lodare, cantare, adorare, è cosa ben diversa dal pagare la decima: mi pare!

 

- I CRISTIANI NON SONO SOTTO LA GIUSTIZIA della LEGGE DI MOSÈ MA SOTTO LA GRAZIA DELLA LEGGE DI CRISTO

Gesù non svende le opere, ma le fa dipendere dalla fede.

L'Evangelo in questo è tremendo: "Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abrahamo o alla sua discendenza in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata; (Romani 4:13)

Tutta la tradizione giudaica allora servì a Gesù per inquadrare, questa volta in maniera aperta e perfetta, tutto il rapporto dell'uomo con Dio.

Va rispettato sia il fatto che Abramo diede la decima a Melchisedec, e sia il fatto che egli fu circonciso, ma non è permesso di giungere alla errata conclusione che sia lecito imporre la decima o imporre la circoncisione nella carne, e questo perché sappiamo che una tale persuasione non viene da Gesù il nostro Liberatore.

Abbiamo avuto un primo concilio di Gerusalemme: ne vogliamo fare un altro?

Sulla decima e su altre tasse, imposte, obblighi, pesi ed oneri, le parole di Gesù fanno testo: "E quando furon venuti a Capernaum, quelli che riscuotevano le didramme si accostarono a Pietro e dissero: Il vostro maestro non paga egli le didramme? Egli rispose: Sì." (Matteo17:24-25)

Povero Pietro! Fin lì arrivava la sua "religione": non aveva altre risposte da dare! Tutto il Vecchio Testamento gli doveva essere presente come una mazzata sul capo!

Il racconto però prosegue: "E quando fu entrato in casa, Gesù lo prevenne e gli disse: Che te ne pare, Simone? I re della terra da chi prendono i tributi o il censo? Dai loro figliuoli o dagli stranieri? Dagli stranieri, rispose Pietro. Gesù gli disse: I figliuoli, dunque, ne sono esenti." (Matteo17:25-26)

I credenti in Cristo sono FIGLIUOLI o STRANIERI?

Ecco la risposta di Gesù: "La mia famiglia non mi dovrà pagare nulla, essendo io il RE"

Il Suo Regno è venuto e i credenti sono "FIGLIUOLI DEL REGNO" (Matteo 8:12; 13:38; 20:21; Colossesi 1:13)

Benedetto Gesù, che ci ha affrancato dalle grinfie della legge e ci ha fatto entrare nella Sua Famiglia!

Sarebbe però stato uno scandalo per i Leviti dell'epoca, tornare a mani vuote al Tempio, senza il tributo di Gesù: avrebbero dovuto giustificare il loro operato e Gesù avrebbe dovuto anticipare la rivelazione che avrebbe dato sulla croce, quando morendo al posto dei peccatori, li avrebbe affrancati dalla schiavitù della legge del peccato. Per evitare tutto questo, Gesù offrì a Pietro la soluzione: "Ma, per non scandalizzarli, vattene al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che verrà su; e, apertagli la bocca, troverai uno statere. Prendilo, e dallo loro per me e per te." (Matteo 17:27)

Un giorno, a un giovane ricco Gesù rispose: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dallo ai poveri, ed avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguitami." (Matteo 19:16-22 Marco 10:21). La legge di Gesù è tremenda: non fare affidamento sui tuoi averi ma su di Lui. Gesù ti regge, se ti affidi veramente su di Lui!

Questa è la fede.

Non lasciamoci ingannare dal fatto che tra la legge di Cristo, sotto il cui regno siamo noi, e la legge di Mosè, vi sono delle leggi uguali, richiamate peraltro nel Nuovo Testamento (i 27 libri dei Vangeli, Atti, Lettere ed Apocalisse).

Il vero discernimento spirituale dei cristiani sta tutto qui: vi sono molte leggi che Dio diede specificatamente ad Israele, che per i credenti in Gesù Cristo sono "superate", perché proprio da esse sono stati liberati.

Dio ha sempre preteso l'ubbidienza: nel Vecchio Testamento l'ha voluta dando delle regole ferree come scelta di fede; nel nuovo Testamento dando Gesù Cristo, come oggetto di fede. In tale ottica si possono capire e giustificare le leggi sulla circoncisione della carne, sull'osservanza dei sabati, dei noviluni, delle feste e a quelle sugli animali puri ed impuri, quelle sui sacrifici e sulla decima.

I credenti in Cristo Gesù, non sono un popolo senza legge, ma che vive secondo la legge perfetta di Cristo. La prova fu che proprio Gesù Cristo, quando riprese gli scribi ed i Farisei, disse loro: "Guai a voi, scribi e Farisei, ipocriti, perché pagate la decima della menta e dell'aneto e del comino e trascurate le cose più gravi della legge: il giudizio, e la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre" (Matteo 23:23). Perché "guai a voi"? Perché non è così che si sarebbe arrivati alla salvezza e, una volta ottenutala, non è così che la si sarebbe mantenuta.

I Farisei avrebbero dovuto, nel Vecchio Testamento, arrivare ad accettare il Messia e proprio perché non l'hanno fatto, TUTTA la loro giustizia sarebbe stata azzerata. "Senza tralasciare le altre" non significa che facendolo avrebbero salvato la loro legge, ma che, non avendolo fatto, non era più possibile farlo! La conclusione di Gesù è in linea con questa considerazione: "Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. Poiché IO VI DICO, che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"" (Matteo 23:38-39)

Quale Signore? Abbiamo capito che il Signore e Dio è Gesù?

"Le altre cose" che menzionò Gesù, inoltre comprendono non sono solo il pagamento della decima, come qualcuno si sentirebbe autorizzato a pensare, ma la legge sul sabato, quella sulle diverse feste giudaiche, quella sulla circoncisione della carne, le leggi relative alle vivande e molte altre.

"O Galati insensati, chi v'ha ammaliati, voi, dinanzi agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo?... Siete voi così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? (Galati 3:1,3)

Perché? Perché Gesù disse che "la legge ed i profeti hanno durato fino a Giovanni" (Luca 16:16). Adesso si cambia musica: c'è Gesù!

Per questo motivo, dobbiamo avere il discernimento di tralasciare alcune cose della legge non più utili alla SANA DOTTRINA di Cristo, per non ricadere sotto il giogo della legge (dal quale siamo stati affrancati) e non scadere dalla grazia.

Il principio che abolisce la decima è lo stesso di quello che abolisce i precetti sui cibi proibiti, sul contatto dei cadaveri, ecc., tutte cose destinate a perire con l'uso, o forse sarebbe meglio dire "destinate a perire per l'inutilità dell'uso". Attenzione: "Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d'umiltà e di culto degli angeli affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale, e non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme per via delle giunture e articolazioni, prende l'accrescimento che viene da Dio. Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (cose tutte destinate a perire con l'uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini ?" (Colossesi 2:18-22)

Se l'apostolo Paolo scrive questo ai Colossesi è perché aveva constatato che era avvenuta una cosa imprevista: dei credenti VOLEVANO tornare a sottostare a dei precetti dai quali erano stati liberati. Il pericolo si ripete oggi con la decima!

Se si considerano i precetti sugli olocausti, sui sacrifici di azioni di grazie, sui sacrifici per il peccato, il precetto sul sabato, sui noviluni, sulle feste giudaiche, il precetto sulla circoncisione della carne, i precetti sui cibi con il divieto ai Giudei di mangiare certi cibi, il precetto sulla decima, il divieto fatto ai Giudei di non prendere in marito o in moglie persone delle altre nazioni, ecc. non possiamo che ringraziare Gesù Cristo che ce ne ha DEFINITIVAMENTE liberato. La Sua morte è la dimostrazione ETERNA della liberazione.

"Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie; cioè: che v'asteniate dalle cose sacrificate agl'idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi. State sani." (Atti 15:28-29)

Come si può notare, la decima NON C'È!

Il perché poi si citano SOLO questi 4 precetti è cosa da capire nell'ottica di una condivisione con lo Spirito Santo di cose che in quel momento erano il massimo dello sforzo mentale che gli ebrei dell'epoca erano disposti a concedere. Si noti che ciò era "parso bene allo Spirito Santo ed a noi". I veri credenti di oggi (come di ogni altra epoca passata) sono ancora più liberi, sempre se capiscono in cosa consiste veramente la Volontà di Dio.

Una sintesi? "La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo." (Giacomo 1:27)

Certo, se conservarsi puri DAL mondo può sembrare troppo, allora significa che amiamo troppo il mondo e, nel caso della decima, il denaro...

Anche questo può essere un segno... per chiedere aiuto a Gesù.

 

- LA SOSTITUZIONE DELLA DECIMA CON L'OFFERTA

La liberalità dell'offerta sostituisce l'obbligo della decima.

Di decima non se ne dovrebbe più parlare, perché tale parola ricorda, richiama e rievoca i mostri del passato di una legge che nessuno ha mai adempiuto se non Gesù Cristo, il Giusto.

L'apostolo Paolo scrive: "ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile" (1 Corinzi 10:23); ..."comportiamoci senza fare inchieste per motivo di coscienza" (1 Corinzi 10:25-28); ..."fate tutto alla gloria di Dio" (1 Corinzi 10:31);... e soprattutto... "non date motivo di scandalo... alla chiesa di Dio" (1 Corinzi 10:32).

L'apostolo Paolo, quanto alla carne, era stato un Fariseo: conosceva la decima ma si era ben guardato dal citarla una sola volta nelle sue innumerevoli lettere. Facciamo la stessa medesima cosa anche noi.

Gesù Cristo diede questo comandamento ai suoi discepoli: 'Vendete i vostri beni, e fatene elemosine; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno nei cieli, ove ladro non s'accosta e tignola non guasta. Perché dov'è il vostro tesoro, quivi sarà anche il vostro cuore" (Luca 12:33,34)

La decima è questione "da ragionieri"; l'offerta è questione "di cuore".

Era questo che Gesù voleva far capire col discorso del soldo della vedova. Egli non si era messo davanti al Tesoro del Tempio dove erano versate le decime, ma... davanti alla cassetta delle OFFERTE: "E postosi a sedere dirimpetto alla cassa delle offerte, stava guardando come la gente gettava danaro nella cassa; e molti ricchi ne gettavano assai. E venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli che fanno un quarto di soldo. E Gesù, chiamati a se i suoi discepoli, disse loro: in verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato nella cassa delle offerte più di tutti gli altri; poiché tutti han gettato del superfluo; ma costei, del suo necessario, vi ha gettato tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere." (Marco12:41-44)

Il credente offre soldi COL CUORE, non con la... calcolatrice!

Dio risponde non al dovere fatto (pagando la decima), ma al sentimento che c'è dietro piccoli gesti d'amore, veri segnali di una intensa e profonda spiritualità e veri FRUTTI maturi della fede.

Tali sono gli esempi di Tabita di Ioppe che "abbondava in buone opere e faceva molte elemosine." (Atti 9:36) di Cornelio, che faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. (Atti 10:2-4). A quest'ultimo fu data addirittura la "ricevuta" da Dio: "E l'angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio." (Atti 10:4)

Forse si dovrebbe predicare un po' più spesso su questo verso...

Anche l'apostolo Pietro dette "ricevuta" delle offerte di Cornelio, condite da un chilo e mezzo di preghiere: "...e disse: Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita, e le tue elemosine sono state ricordate nel cospetto di Dio." (Atti 10:31)

Interessante, a motivo dell'inutile ed ingiusto senso di colpa che prende certi legalisti della decima, ritrovare come l'apostolo Paolo, nella diatriba con i farisei, presenta la sua coscienza "pura dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini" (Atti 24:16) dopo essere salito a Gerusalemme per "portare elemosine alla mia nazione e a presentare offerte" (Atti 24:17). L'apostolo precisa al governatore Felice che i Giudei pur avendolo trovato "purificato nel tempio" (Atti 24:18) avevano comunque un giudizio di condanna nei suoi confronti: per i giudei, quel Paolo, che non pagava più decime, ma versava offerte ed elemosine, era "una peste, che eccita sedizioni fra tutti i Giudei del mondo" (Atti 24:5). Incredibile ma vero, chi giustifica Paolo è proprio il governatore Felice, ma subito ne viene detto il perché: egli " ben conosceva quel che concerneva questa Via" (Atti 24:22)

A questo punto sorge spontanea una domanda, per nulla retorica: i sostenitori della decima conoscono la Via?

 

- L'OFFERTA NON È LA DECIMA

La decima non può essere scambiata per "offerta", in modo da poter essere usata per dimostrare amore.

Se abbiamo capito chi è Gesù, dobbiamo riuscire a capire chi sono i figli della Grazia.

Chi ha ammaliato e sedotto i credenti? Il diavolo, l'avversario e distruttore dell'opera di Cristo, colui che cerca in tutti i modi di offuscare nei credenti la luce della conoscenza.

Abbiamo predicato i privilegi della Grazia, ma gradiamo... i vantaggi della Legge. Abbiamo ingoiato il cammello e non riusciamo a mandare giù il moscerino.

Attenzione: il sentimento che spinge a pagare la decima è l'ubbidienza alla Legge; il sentimento invece che spinge a dare liberamente un'offerta è l'amore per la condivisione di un problema o di un progetto, o di un servizio.

Quando in Italia non c'erano ancora "le piccole Intese" che davano la pensione ai pastori, mia nonna Olivia Castelluccio, vedova del pastore Lorenzo Palmieri, riceveva dall'UCEBI la sua pensioncina di vedova di pastore, ma lei, ogni mese o quando poteva, inviava all'UCEBI una busta con la scritta: "Fondo pensioni", come offerta per le altre vedove...

Si è detto che Melchisedec è figura di Gesù. Ora, sia ben chiaro: nessuno può sostituirsi a Gesù.

Se Gesù non vuole la decima, nessuno può volere la decima "al posto di Gesù"!

I pastori sono Gesù? La Chiesa Cattolica Apostolica Romana giustifica tante eresie definendo così il prete: "Sacerdos alter Christus".

Nella chiesa evangelica tutti i credenti "nati di nuovo" sono "sacerdoti" e re, ma il Sommo Sacerdote è e rimarrà sempre Gesù Cristo, il Dio Vivente e Vero (1 Giovanni 5:20 e 1 Tessalonicesi 1:9)

Si potrebbero citare tanti passi sulle offerte come FRUTTO della fede, e fra questi, spiccano:

- "C'è chi offre liberalmente e diventa più ricco, e c'è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire." (Proverbi 11:24)

- "Chi è benefico sarà nell'abbondanza, e chi annaffia sarà egli pure annaffiato." (Proverbi 11:25)

- "Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi" (Luca 6:38).

- "Or questo io dico; chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente" (2 Corinzi 9:6)

- ".. ed essi, dopo che lo Spirito Santo fu sparso su loro, lo misero in pratica infatti è scritto che 'vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti secondo il bisogno di ciascuno" (Atti 2:45)

- "non v'era alcun bisognoso fra loro; perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano, portavano il prezzo delle cose vendute, e lo mettevano ai piedi degli apostoli; poi, era distribuito a ciascuno, secondo il bisogno" (Atti 4:34,35)

L'esempio di Barnaba poi è veramente convincente: egli era levita, cipriota di nascita, e conosceva la decima, ma... "avendo un campo, lo vendé, e portò i denari e li mise ai piedi degli apostoli" (Atti 4:36). Il Butindaro fa notare che Barnaba era un Levita, cioè un discendente di Levi. Ora, ogni Levita sapeva bene che, secondo la legge di Mosè, i Leviti avevano l'ordine di prendere le decime dal popolo, e di dare a Dio la decima delle decime riscosse dal popolo, e perciò anche Barnaba conosceva bene il comandamento attorno alla decima.

Ma egli, quando vendette il campo che era di sua proprietà, non portò solo la decima del danaro ricavato dalla vendita del suo podere, ma tutto il prezzo del campo. Cosa aveva spinto TUTTI COLORO che possedevano un immobile a vivere in maniera provvisoria ed aleatoria? L'attaccamento a Gesù Cristo e il vivere "nell'attesa del Suo ritorno". Come Barnaba, mio nonno vendette una vigna di 15 ettari per darne il ricavato ai terremotati di Avezzano: questa è la mia eredità da parte del pastore Lorenzo Palmieri: egli fu l'autore di tanti libri ed opuscoli tra cui "Cento domande per i cattolici di buona volontà", ma anche colui che ha saputo lasciare una eredità d'amore, sia pur difficile da capire e... da accettare, soprattutto per gli eredi!

 

- SUPERARE LA DECIMA

Un discorso subdolo e sottilmente perfido è quello di dare ai credenti "indicazioni di MINIMA", circa le loro offerte: il fatto di voler far credere che Dio gradisce almeno un MINIMO e veramente offensivo, non solo per i credenti che ci cascano, ma soprattutto per Dio!

In pratica si affermerebbe che i figli devono dimostrare di essere più dei servi!

Poniamoci alcune semplici domande:

- I figli devono lavorare più dei servi?

- I figli devono pagare più dei servi?

- La decima serve ai figli per essere amati dal Padre?

- La decima serve ai figli per dimostrare amore al Padre?

A parte che i servi pagano "senza amore", ma ci mancherebbe altro che i figli debbano "dimostrare" un "minimo" al di sotto del quale "il loro amore è manchevole"!

Ci mancherebbe altro che un Padre come Dio (non come un padre umano che ne sarebbe capacissimo!) dovesse pretendere un qualcosa dai credenti, sapendo ed affermando che SOLO l'Unigenito Suo Figlio ha il merito dell'intero rapporto della Grazia!

Gesù non vuole niente da noi, anzi, dà in abbondanza e anche in sovrabbondanza, ad un patto: che noi cerchiamo prima il Regno di Dio e la Sua giustizia! (Matteo 6:33)

Ho conosciuto personalmente figli di industriali, che andavano in giro con la Ferrari e la Mercedes, senza farsi scrupolo se lavoravano per il papà o meno, come gli operai e gli impiegati dei padri. Anzi, la loro carriera lavorativa cominciava da "padrone". Egli sapevano di essere già al massimo della loro carriera e che nessun operaio avrebbe potuto prendere il loro posto. La qualità di erede non può essere messa in discussione!

"Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui." (Romani 8:16-17)

Con Gesù Cristo la realtà del figlio è quella del destinatario dei talenti: questo è l'Evangelo!

Non si tratta di dare una percentuale "minima" del 10 per cento, ma di produrre interessi dai talenti ricevuti.

Se è passato il discorso di essere "figli", perché non passa il discorso della "condizione" di figli?

Ora per pagare la decima ci vuole qualcuno che la riscuota. Un padre riscuoterebbe la decima da un suo proprio ed amatissimo figlio? Trovatemi un padre che lo fa!

Per pagare la decima dunque ci vuole qualcuno che la riscuota. "I pastori" che hanno il coraggio di chiederla e di accettarla o addirittura di pretenderla, in pratica si dichiarano "abilitati a riscuotere", cosa assurda, perché non c'è nessuna differenza fra i pastori e altri credenti essendo tutti "nati di nuovo". I credenti sono TUTTI eredi. Fra di loro, nessuno è "padrone e signore". Gesù è il Padrone e Signore. Il "signoreggiamento" dei responsabili dei locali di culto comincia così...

La decima dunque non può essere né tenuta in considerazione, né tantomeno "superata": è la parola stessa che è stata eliminata dal linguaggio neotestamentario.

Un passo che autorizzerebbe i pastori ad essere "Signore" in realtà è solo il "frutto maledetto ed avvelenato" di una cattiva traduzione dal greco: la frase di Ebrei 13:17 andrebbe così tradotta: "Abbiate fiducia nei vostri conduttori e accordatevi con essi". Chi conosce il greco, vada a controllare. "Abbiate fiducia (peiqesqe = non significa "ubbidite") nei vostri conduttori e accordatevi (upeikete = non significa "sottomettetevi") a loro, perché essi vegliano per le vostre anime, come chi ha da renderne conto; affinché facciano questo con allegrezza e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe d’alcun utile." (Ebrei 13:17)

Tutte le pretese di pastori-padroni crollano miserevolmente...

Similmente offensivo è il discorso in difesa della decima come "una questione personale da intendere come attitudine del dare": ciò che deve, e sottolineo DEVE, spingere un figlio a contribuire al buon andamento dell'azienda paterna è la condivisione degli scopi e l'affetto che li lega.

L'amore di Gesù verso Suo Padre è l'esempio di come "sia costato" tanti sacrifici il dover assecondare l'amore del Padre verso il mondo: "Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio" (Giovanni 3:16)

Lui ha detto: "Imparate da me" (Matteo 11:29), e del resto "un discepolo non è da più del maestro; ma ogni discepolo perfetto sarà come il suo maestro" (Luca 6:40).

Noi sappiamo che Gesù nel cielo era ricco, ma venendo in questo mondo s'è fatto povero per amore nostro; e se noi oggi siamo ricchi (perché siamo eredi del Regno di Dio) lo dobbiamo alla povertà di Cristo.

Gesù, il Figlio di Dio, visse povero su questa terra per amore nostro; nessuno può dire che egli era ricco materialmente e neppure che pur essendo povero cercò di arricchirsi o si arricchì con il suo ministero.

Gesù non impose la decima a nessuno, perché secondo la legge erano i Leviti che dovevano riscuotere le decime e lui non era un Levita; eppure non gli mancò mai nulla.

Similmente i cristiani, "contristati, eppur sempre allegri; poveri, eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppur possedenti ogni cosa!" (2 Corinzi 6:10)

Cosa ci fa così "spregiudicati" ed "efficienti"? La decima? Assolutamente no.

Solo l'amore può fare questo.

 

- COME DEVE ESSERE FATTA L'OFFERTA

Questa è la logica dell'unico patrimonio. (1 Corinzi 3:22)

" Or quanto alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte a casa quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare. E quando sarò giunto, quelli che avrete approvati, io li manderò con lettere a portare la vostra liberalità (in greco GRAZIA) a Gerusalemme." (1 Corinzi 16:1-3)

"Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuore suo; non di mala voglia, né per forza perché Iddio ama un donatore allegro" (2 Corinzi 9:7).

È un "servizio" sommerso, silenzioso, senza sbandieramenti e senza pubblicità, testimonianze d'amore e di riconoscenza estrema per Colui che merita sempre e comunque, come quello di "certe donne che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, e Giovanna, moglie di Cuza, amministratore d'Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i suoi coi loro beni' (Luca 8:1-3).

Tali donne non davano decima, assistevano COI LORO BENI: ciò significherebbe quello che tutti sono in grado di capire e cioè che esse provvedevano a non far mancare niente a tredici persone, nei limiti delle loro disponibilità e del loro libero e generoso apprezzamento delle circostanze.

È stato un privilegio delle donne sostenere Gesù: ciò esclude gli uomini? Ovviamente no, come dimostra l'episodio di Zaccheo che riceve Gesù e sente il bisogno di mettersi a posto, usando meglio, questa volta, i suoi beni.

Gesù non aveva chiesto niente: Zaccheo fa tutto!

Il cambiamento di Zaccheo è quello di chi improvvisamente capisce che il denaro non è tutto, perché Gesù è tutto (Efesini 4:5-6; Colossesi 3:11).

L'offerta va dunque data, sapendo qual è il valore del denaro: zero!

Dietro il denaro c'è Satana, ladro e bugiardo, consigliere fraudolento e seduttore per uomini corrotti, "egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi..." (2 Timoteo 3:2)

"L'amor del danaro è radice d'ogni sorta di mali" (1 Timoteo 6:10)

La Parola avverte: "Nessuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona. Gente di poca fede, non siate con ansietà solleciti per la vita vostra. Il Padre vostro celeste sa di che avete bisogno" (da Matteo 6:24-32)

A che serve dunque accumulare beni e denaro sapendo che l'anima nostra "stasera ci sarà ridomandata"?

Questo è lo spirito con cui bisogna dare delle offerte: la generosità è lo specchio dell'attaccamento che abbiamo alle cose materiali: Gesù vuole (e quindi è la volontà di Dio) che l'offerta scaturisca dall'amore di Dio, dalla fede, e dal nuovo senso di giustizia che è nato nei credenti.

Occorrerebbe predicare di più contro l'avarizia, piuttosto che illecitamente a favore della decima: "Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita." (Luca 12:15)

La frase "vi dovete guardare da ogni avarizia" ha un significato a largo spettro, perché l'avarizia è di tanti generi e si annida in tanti altri sentimenti: si può essere avari nell'amore, nelle parole di conforto, nelle parole di perdono, nelle preghiere, nelle elemosine e... nelle offerte.

Forse il discorso delle elemosine (termine di per sé antiquato, démodé ed offensivo) andrebbe inquadrato meglio: esse però sono i segni tangibili della solidarietà. Se un fratello è in difficoltà, una volta si facevano "elemosine", adesso si fanno raccolte di fondi di intervento, che hanno molto di dignitoso se fatti in maniera più anonima possibile. Ogni volta che ci occupiamo della qualità della vita dei nostri confratelli e delle nostre consorelle, noi diamo il meglio dei sentimenti del cuore e mettiamo nella banca del cielo degli investimenti che, spesi in termini di eternità, ci consentiranno di essere "lodati" da Dio in persona! "Venite, benedetti del Padre mio, perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e m'accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi..." (Matteo 25:34-36)

Vogliamo dare la decima con lo stesso sentimento con cui diamo offerte e collette di solidarietà (elemosine)? Allora vogliamo trattare Dio come trattiamo i bisognosi? Dio non ha bisogno di nulla, anzi è Lui che aiuta!

L'apostolo Giovanni ha detto: "Noi abbiamo conosciuto l'amore da questo: che Egli ha data la sua vita per noi; noi pure dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli" (1 Giovanni 3:16); "per i nostri fratelli" significa che Dio non ha bisogno dei nostri "sacrifici", né di decime e né di offerte, né di circoncisioni, né di legalismi e formalismi farisaici! Egli vuole il cuore. Egli ci mette alla prova, nel momento in cui diamo...

"Sanate gl'infermi, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date." (Matteo 10:8)

L'amore è la via che permette di ricevere i doni dello Spirito; ogni ricchezza può essere spesa solo se c'è amore. Non trattiamo Dio da miserabile e pitocco, come siamo noi, dandogli soldi falsamente "dovuti", ma espressioni d'amore, che si possono concretizzare in mille modi. "Ma Pietro disse: Dell'argento e dell'oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina!" (Atti 3:6)

Dio è generoso e infinitamente amorevole: imitiamolo! "E ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza" (1 Corinzi 12:31): l'amore!

Paolo si preoccupava per i santi. Sintetizza il Butindaro: "Spendiamo la nostra vita per la buona causa del Vangelo; impieghiamo quello che abbiamo nell'opera del Signore; facciamo parte ai bisognosi dei nostri beni materiali; ricordatevi di quelli che vi ammaestrano nella Parola per fare loro parte di tutti i vostri beni affinché nulla manchi loro perché essi ne sono degni."

Così facendo, "Dio è potente da fare abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che v'è necessario, abbondiate in ogni opera buona" (2 Corinzi 9:8,9).

A chi molto è dato, molto sarà richiesto, sia in termini economici, che spirituali.

Tantissimi credenti hanno fatto proprie queste parole, le hanno sperimentate e le continuano a sperimentare, continuando a dare allegramente e "liberamente".

Questa è più di una predicazione: è una esortazione. "Perciò ho reputato necessario esortare i fratelli a venire a voi prima di me e preparare la vostra già promessa liberalità, onde essa sia pronta come atto di liberalità e non d'avarizia." (2 Corinzi 9:5) I santi sono generosi "per la loro "nuova natura": "Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi" (Efesini 5:3)

Mia zia in Florida (USA) dà "buste di denaro" per centinaia di occasioni e di emergenze nel mondo "per l'avanzamento del Regno di Gesù Cristo". I credenti sono chiamati ad essere "operai nella vigna del Padre Celeste" anche nella "diaconia" dei loro beni... Lei però aveva dei dubbi, soprattutto quando mi disse che aveva dato dei soldi per l'Ucraina e dubitava che sarebbero mai arrivati a destinazione. Comunque lei si autoconfortava dicendosi: "OK, l'ho fatto per il Signore". Venuta in Italia però, Dio ha voluto che l'unica predica da lei ascoltata fosse quella esposta da un pastore ucraino (tradotto dalla moglie italiana) in cui lui ringraziava il Signore dei tanti contributi economici che arrivavano da molte parti del mondo, USA in testa, da parte di migliaia e migliaia di credenti i cui nomi li conosce solo il Signore. È stato un caso?

Il Signore è grande e risponde sempre, dandoci sapienza ed intendimento.

Propongo un'utile lettura finale da Prima Timoteo 6:3-10:

"Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni d'uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno. Or la pietà con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno; poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, perché non ne possiamo neanche portare via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.

Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione.

Poiché l'amor del danaro è radice d'ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono trafitti di molti dolori."

Un'esortazione a chi legge: "Non languiamo intorno a questioni e dispute sulla decima, ma agiamo secondo pietà, soprattutto per quanto riguardano le nostre offerte. Non vi sta a cuore l'andamento della Chiesa e il progresso dell'opera del Signore? Non vi stanno a cuore il benessere dei pastori e dei fratelli? Ebbene dimostratelo anche con segni della vostra generosità!"

E la decima? Ma quale decima?

 

- LA MALEDIZIONE PER L'OMESSA DECIMA

C'è un principio giuridico (umano e divino) da rispettare: Il Re è superiore alla Legge. Gesù è superiore alla Legge, perché è il Signore del sabato e non viceversa. L'Autore della Parola è superiore alla Parola. Se Dio ha parlato e ha promesso la maledizione, Egli può cambiare, se Lui cambia idea.

Dobbiamo allora deciderci se adeguarci a tale principio oppure no: chi è superiore, la Legge o Gesù? Il re è sottoposto alla legge da Lui emessa oppure ne è esente? In pratica, chi emette la legge è sottoposto alla legge o può cambiarla, per sé e per gli altri?

Il re Sole (Luigi XIV) diceva giustamente "Lo Stato sono io" e dicendo questo egli si poneva al di sopra di ogni suo suddito, destinatario di ogni suo ordine.

Dio non è da meno del re Sole. "Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma d'ogni parola che procede dalla bocca di Dio." (Matteo 4:4) Peccato però che la traduzione del Luzzi sia fuorviante; in greco sta scritto così: " ma di ogni rhema che procede dalla bocca di Dio". Il rhema è un ordine, un comando: Kant direbbe "un imperativo categorico".

Dio quando parla, ordina...

Quando il Re cambia la legge, si chiama privilegio. Quando Dio cambia la Legge, si chiama "grazia".

Ora Dio s'è fatto carne ed ha parlato e ha BENEDETTO i Suoi discepoli:

- "Poi li condusse fuori fino presso Betania; e levate in alto le mani, li benedisse. E avvenne che mentre li benediceva, si dipartì da loro e fu portato su nel cielo. " (Luca 24:50-51)

- "Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo." (Matteo 25:34)

- "Lasciate i piccoli fanciulli venire a me... E presili in braccio ed imposte loro le mani, li benediceva." (Marco 10:16)

- "benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che v'oltraggiano." (Luca 6:28)

- "A voi per i primi Iddio, dopo aver suscitato il suo Servitore, l'ha mandato per benedirvi, convertendo ciascun di voi dalle sue malvagità." Atti 3:26

- "Benedite quelli che vi perseguitano; benedite e non maledite." (Romani 12:14)

- "e so che, recandomi da voi, verrò con la pienezza delle benedizioni di Cristo." (Romani 15:29)

- "e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo (1 Corinzi 4:12)

- "E la Scrittura, prevedendo che Dio giustificherebbe i Gentili per la fede, preannunziò ad Abramo questa buona novella: In te saranno benedette tutte le genti." (Galati 3:8)

- "Talché coloro che hanno la fede, sono benedetti col credente Abramo." (Galati 3:9)

- Gesù ha benedetto il pane nella Santa Cena, che simboleggia il Suo Corpo (Matteo 26:26; Marco 14:22; Luca 24:30), mentre NON benedisse il vino perché il Sangue sparso per la salvezza è già benedetto; il Sangue lo benedicono i credenti! "Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo?" (1 Corinzi 10:16)

Una preghiera: "Grazie Gesù per averci benedetto! Benedetto sia il Tuo Sangue che ci ha lavato per sempre da ogni peccato!" L'abito della grazia non si logora neppure dopo 40 anni di deserto! (Deuteronomio 8:4; 1 Giovanni 3:9)

- E poi il MASSIMO DI TUTTE LE BENEDIZIONI: "Benedetto sia l'Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale ci ha benedetti d'ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo" (Efesini 1:3)

 

Domande: chi può maledire ciò o colui che Gesù ha benedetto? Chi è in grado di cambiare la benedizione di Gesù in maledizione? Può la maledizione dei profeti di Dio essere superiore alla benedizione di Gesù? Possono l'uomo o gli angeli o i demoni, maledire ciò che Dio ha benedetto "personalmente"?

La triste e diabolica realtà è che certi pastori e certi credenti hanno la lingua "alimentata dalla geenna": "Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che son fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca procede benedizione e maledizione." (Giacomo 3:9 10)

Un passo è ancor più tremendo ed esplicito: "... non rendendo male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati onde ereditiate la benedizione." (I Pietro 3:9)

I credenti sono stati "chiamati" a benedire; chi predica la maledizione, tradisce la sua stessa chiamata a predicare nel nome di Gesù Cristo!

Nell'Agnello infatti non c'è la maledizione: "Degno è l'Agnello che è stato immolato di ricevere la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l'onore e la gloria e la benedizione." (Apocalisse 5:12)

Nel libro del profeta Malachia troviamo frasi molto persuasive per gli Ebrei del Vecchio Testamento, soprattutto perché parlavano di maledizione. Gli Ebrei ortodossi ci credono ancora, perché non conoscono Gesù Cristo. "Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, voi, tutta quanta la nazione! Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e mettetemi alla prova in questo, dice l'Eterno degli eserciti; e vedrete se io non v'apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla. E, per amore vostro, io minaccerò l'insetto divoratore; ed egli non distruggerà più i frutti del vostro suolo, e la vostra vigna non abortirà più nella campagna, dice l'Eterno degli eserciti. E tutte le nazioni vi diranno beati, perché sarete un paese di delizie, dice l'Eterno egli eserciti" (Malachia 3:7-12).

Adesso, sotto la grazia, noi credenti in Gesù Cristo sgridiamo l'insetto divoratore e diciamo: "Nel nome di Gesù Cristo, che sia allontanato per sempre l'insetto divoratore dalla casa dei credenti. Amen" Questa è l'autorità dei credenti.

Molto comprensibile è la reazione, anche violenta, di chi si scandalizza delle predicazioni distruttive, che cioè propongono la maledizione invece della benedizione. Ciò non dovrebbe succedere ed invece è successo!

Personalmente ho ascoltato anch'io tali frasi "maledette" e ne sono uscito malconcio spiritualmente. Addirittura, per ripristinare la maledizione del Vecchio Testamento, qualche pastore ha creduto bene di ripristinare... il tesoro del Tempio...

Lo sfogo di alcuni fratelli contro il discorso delle maledizioni è legittimo perché può non trovare consolazione. A me è andata bene, perché ho vinto la maledizione, benedicendo, ma devo dire che altri hanno ricevuto ferite profonde, che difficilmente si rimargineranno e quando succederà, rimarranno certe cicatrici! Persone a me care sono purtroppo fra queste.

La paura non è mai stata buona consigliera, ma è stata l'arma di tutti regimi dittatoriali politici ed ecclesiastici: nel regno di Cristo invece vige l'amore. "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amor perfetto caccia via la paura; perché la paura implica apprensione di castigo; e chi ha paura non è perfetto nell'amore." (I Giovanni 4:18)

L'anno accettevole del Signore è cominciato con l'arrivo del Messia, non con l'arrivo dei 10 comandamenti, e Gesù ha fermato ogni maledizione: Lui ha benedetto i suoi discepoli. La legge non è superiore a Gesù.

La grazia può essere esercitata da Gesù continuamente e per ogni persona. È ripetibile all'infinito ed è ad personam.

Gli apostoli conoscevano bene queste parole scritte nel libro di Malachia, e se avessero ritenuto che Dio avesse maledetto per la decima, ne avrebbero parlato, l'avrebbero confermata e non avrebbero tralasciato di parlare a voce e per iscritto di una cosa così importante. Non lasciamoci strumentalizzare, né intimidire.

Gli apostoli conoscevano la legge, ma non ritennero opportuno di imporci un tale precetto. Ma a questo, cioè ad imporlo ai credenti, purtroppo ci hanno pensato quelli che non vogliono usare la legge di Cristo in modo legittimo. Noi sappiamo chi sono coloro che sono maledetti da Dio: non ci sono coloro che non pagano la decima, ma chi non ama il Signore (1 Corinzi 16:22)

Che nessuno più si dedichi, per il proprio tornaconto economico, a spaventare e ad angariare i credenti!

La Parola di Dio dice: "Se alcuno vi annunzia un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema" (Galati 1:9)

La maledizione della decima? E basta!


- LA DECIMA SERVE AI PASTORI?

No. Ai pastori serve l'Evangelo.

Essi vivono dell'Evangelo.

A Gesù non mancò mai nulla, anzi aveva tutto pienamente e abbondantemente: era tanto ricco che dette da mangiare a migliaia di persone e persino in due occasioni. Era padrone della vita e della morte. La sua autorità era (ed è) infinita: persino i demoni Gli erano (e sono) sottoposti.

Vivere dell'Evangelo che significa? Non è il vivere fatto solo di soldi e di beni materiali, ma anche di rivelazioni e di predicazioni al servizio della Parola che non è di chi la predica: è data a lui, che ci fa bella figura perché la Parola di Dio è perfetta ed è un pozzo senza fondo, nell'infinita conoscenza di un Dio infinito. Quando la Parola viene tagliata rettamente, essa sorprende piacevolmente chi la predica, perché Dio conferma sempre la Sua Parola, quando essa viene predicata in maniera autentica e sotto la guida dello Spirito Santo.

Gesù fece uso del diritto di non lavorare per darsi interamente alla predicazione e all'insegnamento della Parola; molte donne lo seguivano e assistevano sia lui che i suoi apostoli con i loro beni. Nel comportamento di quelle donne noi vediamo l'adempimento della Parola che dice: "Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l'ammaestra" (Gal. 6:6).

Aaronne e i suoi figli erano stati unti per esercitare il sacerdozio e avevano il diritto di mangiare ciò che veniva offerto sull'altare e le primizie che gli Israeliti offrivano all'Eterno; era il diritto d'unzione e proveniva da Dio.

Ogni operaio è degno della sua mercede: paga l'Eterno!

Se qualche operaio "fraudolento" ha creduto di predicare l'obbligo o la facoltà di pagare la decima con lo scopo di poter aggiungere... una esse a mercede, ed avere una "mercedes", questo è un abuso, perché non è biblico.

La frode sussiste anche se c'è la buona fede, perché chi insegna agli altri, queste cose le deve sapere, altrimenti è meglio che non predichi. Se predicare sciocchezze o falsità sia ammissibile, allora dobbiamo rivedere il concetto di "ministri dell'Evangelo"...

Il comando apostolico è chiaro: "Ti ripeto l'esortazione che ti feci quando andavo in Macedonia, di rimanere ad Efeso per ordinare a certuni che non insegnino dottrina diversa" (1 Timoteo 1:3)

Vivere dell'Evangelo è una regola bellissima e non ha bisogno di eccezioni che la confermino: "Non mettere la museruola al bue che trebbia; e l'operaio è degno della sua mercede" (1 Timoteo 5:17,18; Luca 10:7). Si sa che al bue viene concesso di mangiare una parte del grano che trebbia. La stessa cosa succede quando un credente riceve dal Signore il compito di predicare o di ammaestrare o di evangelizzare o di pascolare o di insegnare: essi vengono sostenuti dagli altri credenti per ordine e concessione del Signore, il Padrone della Vigna: Egli metterà in cuore a tutti di sostenere l'Opera, benedicendo ogni cosa. Per far ciò non bastano grandi cifre, ma solo cinque pani e due pesci, cioè quello che appartiene ai discepoli. Dove non arrivano i credenti, arriva il Signore!

Il Signore "lavora" così: "datemi prima tutto quello che avete"; Egli disse: "date loro voi da mangiare! Ed essi gli risposero: Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci. Ed egli disse: Portatemeli qua." (Matteo 14:16-18)

Coloro che vengono ammaestrati nella Parola hanno dunque il sacro compito di sostenere quanti si affaticano nella Vigna: a volte anche un bicchiere d'acqua verrà grandemente apprezzato da Colui che paga i lavoratori.

Gesù non impose la decima a nessuno, ma è una precisa responsabilità del Corpo di Cristo quello di provvedere alle necessità di chi è preposto dal Signore, affinché nulla gli manchi. Chi predica l'Evangelo ha il diritto di ricevere una sovvenzione periodica (oggi stipendio mensile) dalla comunità, che così facendo dimostra di aver raggiunto maturità e perfezione in Cristo. Per fare questo, "dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuore suo; non di mala voglia, né per forza perché Iddio ama un donatore allegro" (2 Corinzi 9:7). Questo è più di un "comandamento", è una condizione, una "conditio sine qua non".

L'apostolo Paolo scrisse ai Corinzi: "Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere?...O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare? Chi è mai che fa il soldato a sue proprie spese?

Come credenti io e tutti noi della mia famiglia abbiamo sempre onorato le necessità dei santi che lavorano al servizio del Signore. In tempo di guerra mio padre ha pagato di tasca sua per una decina di mesi lo stipendio al pastore che non riceveva nulla dalla chiesa centrale: se lo poteva permettere, ma non si è tirato indietro. Il Signore lo ha benedetto nel lavoro e nel dargli lunga vita. A giugno ha festeggiato i suoi 93 anni e fa progetti meccanici ed invenzioni come un giovane.

Quando io e la mia famiglia abbiamo invitato un qualsivoglia pastore, gli abbiamo dato il meglio sia come accoglienza che come ristoro, al meglio della stima e del rispetto che abbiamo avuto per lui. Se tutti facessero così, sostenendoci gli uni gli altri, non ci sarebbero bisognosi nelle nostre comunità.

Rimane invece un fatto a dir poco vergognoso che alcuni pastori arrivano al punto di andare a controllare la busta paga dei credenti per vedere se hanno dato veramente la decima parte del loro salario; questo è scandaloso proprio dal punto di vista biblico! "Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra" (Matteo 6:1-3).

 

- L'ESEMPIO CATTOLICO E' SEMPRE E COMUNQUE NEGATIVO

Il fatto che il VATICANO non ha mai chiesto la decima ai suoi fedeli non la mette su un piedistallo particolare, perché è sempre la Chiesa "madre di tutte le eresie". Non entriamo nel merito.

Dire invece che la Chiesa Cattolica non ha chiesto la decima ad ESTRANEI alla fede cristiana di QUALSIVOGLIA CONFESSIONE, COME FANNO DIVERSE CHIESE EVANGELICHE MODERNE, significa dimenticare la confisca dei beni che per secoli ha caratterizzato l'Inquisizione: togliere tutto è stato più divertente e produttivo che togliere solo il dieci percento. Lo sport nazionale cattolico è stato sempre il sopruso.

Le CHIESE EVANGELICHE MODERNE non chiedono la decima: chiedono soldi! E diverso.

La decima è un discorso fra tanti, che serve come servono tutti i discorsi utili a spillar quattrini, dalle indulgenze alle messe in suffragio, dai giubilei alle cerimonie in pompa magna, dai contributi pubblici alle donazioni private, dai lasciti condizionati alle sovvenzioni private, all'otto per mille...

La spartizione dei resti dell'otto per mille sa di belluino: sembra di vedere le belve sbranarsi per mangiare tutto ciò che è avanzato dopo il grande pasto. La Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano, con la loro bocca ancora sporca, si avventano sui soldi dei contribuenti che non hanno scelto nessuna chiesa e che non volevano dar da "mangiare" a nessuno. La loro fame ingrossa la loro pancia...

Dopo essersi saziati ecco che guardano con disgusto alle confessioni evangeliche che chiedono "decime", senza capire che il discorso è solo teologico.

Per onestà comunque va detto che le confessioni evangeliche non hanno mai chiesto ed ottenuto decime da chi non ci crede: è una contradictio in terminis. Se uno paga la decima a chi la chiede è solo perché ci crede. Non mi risulta (e del resto sarebbe impossibile) che qualcuno abbia estorto decime a qualche cattolico. Se ha ottenuto decime, le ha ottenute sempre ed unicamente da chi ci ha creduto. Un discorso contrario è come sparare a zero e all'impazzata, contro tutto e contro tutti e quindi non è né accettabile, né convincente.

Invece sono notori gli spots pubblicitari della Chiesa Cattolica nel chiedere ai suoi fedeli due milioni detraibili dalle tasse, come se i soldi non bastassero. Scandalizzano cifre a nove zeri date con l'8 per mille alle chiese evangeliche e non scandalizzano le cifre a dodici zeri incassate dalla Chiesa Cattolica (12 mila miliardi). Anche questo è un mistero di tanta gente che guarda le cose per partito preso.

La Chiesa Cattolica restituisce i soldi servendosi della Caritas? È poetico crederci!

La Caritas restituisce i soldi ai fedeli? Neanche per sogno. La Caritas è uno di quegli organismi che, mascherandosi dietro principi umanitari svolge una "politica cattolica" dai risvolti più spietati e crudeli. L'esempio della Somalia, dell'Uganda, dell'India, dei paesi sudamericani, dei palestinesi arabi dell'intifada, ecc. (tanto per citare qualche esempio reale ed indiscutibile) dimostra come essa sia diventata la longa manus dell'integralismo cattolico apostolico romano. Il Sudan e la Nigeria stanno ancora leccandosi le ferite della guerra "sostenuta" dalla... Caritas!

Non si può accusare inoltre le chiese evangeliche di bramosia di denaro a tal punto da vedere il demonio anche lì dove non c'è: la chiesa cattolica riceve soldi nelle forme più disparate, come il mitico re Mida, che trasformava in oro tutto ciò che toccava.

Non ha bisogno di decime, è vero, che peraltro nessuno pagherebbe, essendo la fede puramente formale e non sostanziale, ma riceve più soldi mediante le messe in suffragio e le cospicue donazioni e lasciti che si pongono in alternativa e in competizione alle eredità legittime. Ci sono centinaia di casi eclatanti citabili... Al capezzale del moribondo, il prete, chiamato per l'estrema unzione (grande eresia!), dice "Non lasci niente per la tua anima?" È così che si carpiscono i migliori soldi, basandosi sugli immancabili scrupoli di chi sta tirando le cuoia, foss'anche il più materialista ed ateo della faccia della terra. Questo lo sapeva bene mio nonno, don Lorenzo Palmieri, che prima di essere pastore battista fu prete cattolico a Bisaccia di Avellino!

Il cattolicesimo alimenta l'ingiustizia e l'arricchimento di alcuni a scapito dei poveri o dei meno scaltri e capaci. La storia del resto insegna, si spera. Il clero è sempre stato ricco: la rivoluzione francese non ha cambiato nulla.