STORIE SPIRITUALI

 SOMMARIO

INFERNO E PARADISO - RITRATTO DEL FIGLIO - L'OPALE - L'orchestra e l'ottavino - 20 Dollari - QUANTO VALI? - CHIODI SUL MURO - CIAO - ANDATE VIA DA ME - LUI...ED IO - LE ORME - UNA COLLANA DI PERLE - Tempesta in alto mare - LA ROCCIA - LA CHIESA CLANDESTINA - La FAVOLA DELLA gallina diligente - LA FORCHETTA - IL VERO SIGNIFICATO DELLA PACE - LE QUATTRO MOGLI - La lampada del cieco - UNA VISIONE NEL BOSCO CONVERSAZIONE DAL BARBIERE - L'AIRONE E LA GRU - Gesù è Vivente - Gandhi e lo zucchero - IL MURO DI NEVE -  FLEMING E CHURCHILL - UN QUARTO DI DOLLARO - Corvi dal cielo - paraolimpiadi di seattle - LA VITA - NEL VENTRE - 26 GUARDIE - PERCHE' DIO LO PERMETTE? - L'AVVENTURA DI JOHNNY- IL FIGLIO DEL MAGNATE - LA VIA - la fede della piccola maria - J.Paul Getty - LA FEDE DEL SOLDATO - BENJAMIN FRANKLIN E IL PARAFULMINE - SUCCESSE IN UGANDA -       

 

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INFERNO E PARADISO  (torna su)

Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese: - Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.

Dio condusse il sant'uomo verso due porte. Aprì una delle due e gli permise di guardare all'interno.

Al centro della stanza, c'era una grandissima tavola rotonda.

Al centro della tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca.

Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato. Avevano tutti l'aria affamata.

Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.

Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.

Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.

Dio disse:- Hai appena visto l'Inferno.

 

Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì.

La scena che l'uomo vide era identica alla precedente. C'era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l'acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo.

Il sant'uomo disse a Dio:- Non capisco!

- E' semplice, rispose Dio, dipende solo da un'abilità. Essi hanno appreso a nutrirsi reciprocamente. mentre gli altri non pensano che a se stessi.

Similmente, quando Gesù è morto sulla croce, pensava a te.....

 

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 RITRATTO DEL FIGLIO  (torna su)

Una storia significativa (tratta dal calendario Evangelico del Ministero Evangelistico alle Nazioni).

Un uomo benestante americano e suo figlio, amavano collezionare rare opere d'arte, possedevano di tutto nella loro collezione, da Picasso a Raffaello. Spesso si sedevano insieme ad ammirare le grandi opere che possedevano, finché arrivò la guerra del Vietnam ed il figlio dovette partire. Fu un soldato molto coraggioso e morì in battaglia mentre salvava uno dei suoi compagni. Il padre fu informato della sua morte e una profonda tristezza lo colse, poiché era l'unico figlio che aveva. Circa un mese più tardi, qualcuno bussò alla porta....

Un giovane, in piedi all'entrata con un gran pacco tra le mani, disse: "Signore, voi non mi conosce ma io sono il soldato per cui vostro figlio ha dato la vita. Spesso mi parlava di voi e del vostro comune amore per l'arte".

Il giovane uomo mostrò il pacco: "So che non è molto, non sono un grande artista, ma penso che vostro figlio avrebbe voluto averlo".

Il padre aprì il pacco, era un ritratto di suo figlio, che il ragazzo aveva fatto. Il padre ringraziò il giovane e si offrì di pagare il quadro. "Oh no, Signore! Non potrò mai ripagare quello che vostro figlio ha fatto per me. Questo è un dono".

L'anziano signore abbracciò il ritratto. Ogni volta che i visitatori venivano a casa sua, prima di mostrare loro qualsiasi altra opera d'arte della sua collezione, li portava a vedere il ritratto di suo figlio.

L'uomo morì pochi mesi dopo. Ci fu una grande asta per i suoi dipinti.

Vennero molte persone influenti, entusiaste di vedere i grandi quadri ed avere l'opportunità di possederne qualcuno per le loro collezioni. Sulla piattaforma fu messo il ritratto del figlio.

Il banditore batté il martelletto:" Cominceremo le offerte con questo dipinto del figlio. Qualcuno offre per questo quadro?". Ci fu silenzio. Poi una voce dal fondo della sala gridò:" Vogliamo vedere i famosi dipinti...quello saltalo". Ma il banditore insistette:" Qualcuno vorrebbe offrire per questo dipinto?

Chi comincerà le offerte? 100? 200?"

Il banditore continuò: "Il figlio! Il figlio! Chi prende il figlio?".

Finalmente, giunse una voce dalla parte più lontana della sala; era il vecchio giardiniere che da sempre aveva lavorato per l'uomo e per il figlio. "io offro dieci dollari per il quadro".

Essendo povero, era tutto ciò che poteva offrire.

"Abbiamo dieci dollari, chi offre di più?". La folla si arrabbiò veramente, non voleva il dipinto del figlio.

Il banditore batté il suo martelletto: "dieci dollari e uno, dieci dollari e due, dieci dollari e tre...AGGIUDICATO per 10 dollari!".

Un uomo seduto nella seconda fila gridò:" Ah, adesso proseguiamo con la collezione!".

Il banditore poggiò il martelletto :" Mi dispiace, l'asta è conclusa". "Cosa ne è del resto dei quadri?", chiese un altro.

"Mi dispiace, ma quando fui chiamato per condurre l'asta, mi fu parlato di una stipulazione segreta riguardante il testamento e non mi è stato permesso di rivelarla fino a questo momento.

Solo il dipinto del figlio sarebbe stato messo all'asta; chiunque l'avesse comprato, avrebbe ereditato l'intero patrimonio, incluso i dipinti. L'uomo che ha preso il figlio, ha preso tutto!".

Duemila anni fa Dio diede Suo Figlio a morire su una croce crudele.

Molto similmente al banditore, il Suo messaggio oggi è:" Il Figlio, chi prende il Figlio? Perché chiunque prenderà il Figlio erediterà tutto".

Che Dio vi benedica

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L'OPALE (torna su)

Due amici, visitano una gioielleria, dopo aver visto dei diamanti e pietre preziose, l'uno dei due, mostra all'altro una strana pietra senza luce - Io non vedo alcuna bellezza in questa pietra -! Il suo amico, la prende nella mano e la tiene al caldo qualche minuto, riscaldandola col suo calore. Quando la mostra, con sorpresa, tutta la superficie risplende dei colori dell'arcobaleno. Com'è possibile questo? - Questa è un "opale" - essa, ha bisogno del calore della mano, per sprigionare tutta la sua bellezza. Ci sono nel mondo, tanti esseri perduti, imprigionati, che non attendano che il contatto di una mano, per poter tornare a brillare. Che sicurezza sapere che due mani si sono stese e sono state inchiodate per noi, a dimostrarci il grande amore del Padre. Le mani di Dio sono sopra tutti coloro che cercano il Suo nome. Nel Suo abbraccio e nel Suo calore la tua vita brillerà come le stelle del cielo sempiterno. (Daniele 12:3)

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L'orchestra e l'ottavino  (torna su)

E' la storia di una orchestra famosa , conosciuta da tutti perché la loro musica era perfetta, speciale, unica, suonava melodie celestiali.

In ogni posto dove suonava, c'era sempre tanta gente che andava d ascoltare questa musica fantastica. Era una orchestra grandissima, tanti suonatori, ogni strumento era lì a formare una perfetta armonia… c'erano arpe, violini, trombe, flauti, violoncelli...di tutto...tra questi ce n'era uno piccolo, più piccolo di una penna, si nascondeva tra le mani...l'ottavino, un piccolissimo strumento che emette un suono dolce e leggero..

Ogni giorno l'orchestra faceva le prove per il concerto… un giorno erano tutti lì e i musicisti iniziarono a suonare...l'ottavino cominciò ad emettere il suo dolce suono, ma lì dove era messo in un angolo tra tutti gli altri strumenti, non si sentiva...il musicista cominciò a sentirsi inutile, aveva uno strumento che c'era o meno era per lui la stessa cosa...cominciò a pensare di non voleva più suonare...

Una sera preparandosi per il concerto, il musicista penso: "non suonerò più, quando saremo tutti pronti a partire io farò finta di suonare, tanto nessuno lo noterà".

Il concerto inizia, i musicisti si preparano, iniziano a suonare.....tutti suonano...in un angolo ecco il nostro musicista...è lì e fa finta di suonare..

Il maestro ad un certo punto ferma l'orchestra, si dirige dal musicista e gli chiede: "perché non stai suonando? Io non sento il suono dolce dell'ottavino.."

Il musicista si sentì piccolo e intimidito gli rispose: "maestro… che ci faccio io qui, il mio strumento è piccolo e insignificante rispetto agli altri… mi sono sentito inutile.."

Ma il maestro gli rispose: "Questa sera quando l'orchestra ha iniziato a suonare, io non ti ho sentito, mancava il suono del tuo strumento, le melodie erano incomplete...anche tu con questo piccolo strumento sei parte essenziale dell'orchestra per suonare delle splendide melodie.....SUONA!!"

Ci sono dei momenti nella nostra vita che ci sentiamo piccoli e inutili. Ma Dio ci ha posti dove siamo. E' lui che ha distribuito i compiti e ha dato i mezzi per eseguirli. Non sta a noi apprezzare l'importanza dei talenti che abbiamo ricevuto, siano essi tanti o pochi. Mettiamo semplicemente al suo servizio ciò che abbiamo ricevuto...

Un piccolo strumento, ma indispensabile...questo siamo noi: degli strumenti che hanno un ruolo importante nell'opera del Signore.....facciamo sentire la nostra voce, traffichiamo i talenti che lui ci ha affidato... e portiamo ad altri il suo amore...

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20 Dollari  (torna su)

Un uomo arrivò tardi dal lavoro, stanco ed irritato, il suo bambino di 6 anni lo aspettava all'uscio.

Il bambino disse: " papà, posso farti una domanda?"

"Si sicuramente, cosa vuoi? " rispose l'uomo.

" Papà, quanti soldi guadagni all'ora? "

" Questi non sono affari tuoi! Cosa ti prende per farmi questa domanda?" disse l'uomo arrabbiato.

" Voglio solo sapere. Per favore dimmelo, quanto guadagni all'ora? " Ripeté il bambino.

"Se devi saperlo, io guadagno 20 dollari all'ora. "

" Oh, " replicò il bambino abbassando la testa e guardando ancora verso l'alto, disse, " Papà, per favore posso prestarti 10 dollari?"

Il padre era furioso. " Se la sola ragione che tu vuoi sapere quanto guadagno per ogni ora del mio lavoro è solo perché vuoi che ti faccia un un prestito per permetterti di comprarti un giocattolo insignificante o qualche altra cosa inutile, vai nella tua camera e mettiti a letto. Io lavoro duramente per molte ore ogni giorno e non ho tempo per queste bambinate."

Il piccolo bambino andò silenziosamente nella sua camera e chiuse la porta.

L'uomo si sedette e cominciò ad arrabbiarsi ancora di più a causa della domanda del piccolo ragazzo. Come si permette di fare tale domanda solo per avere dei soldi.

Dopo circa un'ora, l'uomo si calmò, e cominciò a pensare che forse era stato un duro con suo figlio. Forse aveva veramente bisogno di quei dieci dollari per comprarsi qualcosa

d'importante, dopotutto non chiedeva spesso soldi. L'uomo andò alla porta del bambino, ed entrò nella camera. " Dormi tu figlio mio? " domandò.

" No papà, sono sveglio," rispose il ragazzo.

"Stavo pensando che forse sono stato troppo duro con te, " disse l'uomo. " ho avuto una giornata faticosa, e sono stato severo con te. Ecco i 10 dollari che mi hai chiesto."

Il piccolo ragazzo si sedette in una posizione retta, e raggiante disse:

"Oh, grazie papà! " gridò. Poi, cercando sotto il guanciale, tirò fuori alcuni altri biglietti sgualciti. L'uomo vedendo che il bambino aveva già dei soldi, cominciò ad arrabbiarsi ancora una volta. Il bambino contò lentamente i suoi soldi, dopo guardò l'uomo in faccia.

"Perché mi hai chiesto dei soldi se tu ne hai già? " disse il padre borbottando.

"Perché non ne avevo abbastanza, ma adesso ce l'ho " replicò il bambino. " Papà, adesso ho 20 dollari…. Posso comprare un'ora del tuo tempo? "

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 QUANTO VALI?  (torna su)

Un professore mostra un biglietto da 20 € e chieda ai suoi studenti: "Chi vuole questo biglietto? " Tutte le mani si alzano.
Allora comincia a sgualcire il biglietto e poi chiede di nuovo: "Lo volete ancora?" Le mani si alzano di nuovo.
Getta per terra il biglietto sgualcito, lo pesta con i piedi e chiede: "Lo volete sempre?" tutte le mani si rialzano.
Quindi dice: "Avete appena avuto una dimostrazione pratica! Importa poco ciò che faccio con questo biglietto, lo volete sempre, perché il suo valore non è cambiato. Vale sempre 20 €”.
Molte volte nella vostra vita, sarete sgualciti, rigettati dalle persone e dagli avvenimenti. Avrete l'impressione di non valere più niente, ma il vostro valore non sarà cambiato agli occhi delle persone che vi amano davvero. Anche nei giorni in cui sentiamo di valere meno di un centesimo il nostro vero valore è rimasto lo stesso.

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CHIODI SUL MURO (torna su)

C'era un ragazzo con un bruttissimo carattere. Suo padre gli aveva dato un sacchetto di chiodi e gli aveva detto di piantarne uno sul muro del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e avesse litigato con qualcuno. Il primo giorno ne piantò 37 nel muro.

Le settimane successive, imparò a controllarsi, ed il numero di chiodi piantati diminuì giorno dopo giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare chiodi.

Infine, arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò nessun chiodo sul muro.

Allora andò da suo padre e gli disse che quel giorno non aveva piantato nessun chiodo.

Suo padre gli disse allora di togliere un chiodo dal muro per ogni giorno in cui non avesse mai perso la pazienza.

I giorni passarono e infine il giovane poté dire a suo padre che aveva levato tutti i chiodi dal muro. Il padre condusse il figlio davanti al muro e gli disse : " Figlio mio, ti sei comportato bene, ma guarda tutti i buchi che ci sono sul muro. Non sarà mai come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di cattivo, gli lasci una ferita come questa.

Puoi piantare un coltello in un uomo e poi tirarglielo via, ma gli resterà sempre una ferita. Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita resterà. Una ferita verbale fa male tanto quanto una fisica."


Gli amici sono dei gioielli rari, ti fanno sorridere e ti incoraggiano. Sono pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno, ti sostengono e ti aprono il loro cuore.

"una delle felicità dell'amicizia è di sapere a chi confidare un segreto" (A. Manzoni)

 

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CIAO (torna su)

Un pastore inglese diceva una sera al sacrestano della sua chiesa: "Hai notato quel vecchio mal vestito che, ogni giorno verso mezzogiorno, entra in chiesa e ne esce quasi subito? Lo sto sorvegliando dalla finestra del presbiterio. Questo mi preoccupa un po', perché nella chiesa ci sono oggetti di valore. Vedi di interrogarlo".

A partire dal giorno seguente il sacrestano attese il nostro visitatore e l'abbordò: Amico, che cosa le prende di venire ogni giorno a quest'ora in chiesa?", "Vengo a pregare", disse con calma l'uomo anziano.

"Andiamo, non ci rimane abbastanza a lungo per pregare. Non fa altro che andare fino all'altare e poi torna indietro.."

"E' vero - rispose il povero vecchio- io non so fare una preghiera lunga; allora vengo ogni giorno e gli dico semplicemente:<Ciao, Gesù... sono Simone..>, è una preghiera breve, ma sento che Egli mi ascolta".

Poco tempo dopo il vecchio Simone fu investito da un autocarro e curato all'ospedale. "lei ha sempre un'aria felice, nonostante le sue disgrazie…"- gli disse un giorno un'infermiera.

- Come non lo dovrei essere? Lei deve sapere… è a causa del mio visitatore..

- Il suo visitatore?- riprese l'infermiera stupita- Non ne vedo mai. E quando viene?

- Tutti i giorni a mezzogiorno, rimane qui ai piedi del mio letto e mi dice "Ciao, Simone...sono Gesù!"

Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi..

Ecco io sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò e cenerò con lui ed egli con me.

(Giacomo 4:8; Apocalisse 3:20)

 

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ANDATE VIA DA ME (torna su)

"Ho fatto un sogno. Era il giorno del giudizio, e ho udito come Gesù scacciava i perduti: 'Andate via da me, maledetti!' Come è scritto nella sua Parola. Poi li ho visti scivolare via, curvi, spaventati e disperati.

Ho sentito che uno di loro chiedeva all'altro: 'L'hai vista anche tu?'

'Sì', rispondeva l'altro, 'l'ho vista anch'io: la mano che ci ha scacciati era forata. Sono stati i chiodi della croce, era forata anche per noi, ma non ne avevamo tenuto conto.

Adesso siamo giustamente perduti."
Tratto da: Wilhelm Busch, Gesù nostro destino, Ebner 1994, pag. 221,222

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LUI...ED IO (torna su)

In un tardo pomeriggio mentre passeggiavo lungo la riva di un lago, mi chiedevo perchè erravo così solo nella vita. La tinta madre perlacea dell'acqua si stendeva fino ai piedi delle scuri montagne annebbiate dal controluce. Ma quella scena così naturale rendeva solo più amara la mia disperazione...

Dove stavo dunque andando?

Perchè ero in vita?

A cosa serviva quel bel paesaggio, se non riusciva a calmare la tristezza del mio cuore?

Poi vidi il sole come un disco di fuoco vicino alle montagne, un immenso raggio rosa scorreva sull'acqua calma; io ero lì fermo e osservavo. Quel raggio giungeva a me da così lontano... e mi toccava. Feci alcuni passi a sinistra... e mi seguì; andai un a destra... mi seguì pure. Un effetto ottico? Può darsi! Ma, poteva anche essere una rivelazione del grande Creatore "l'Altissimo", che è pari al fuoco consumante, ma che in Cristo si è velato d'umanità per farsi conoscere da me, a noi!

Il suo amore è come un "Raggio", quasi un incredibile miracolo che può attraversare, gli abissi del nostro peccato e dell'orgoglio. Lasciati toccare, non sottrarti a tanto amore! Riconosci che in questo momento Egli t'è vicino! La sua luce ti apre una nuova speranza di vita che non sarà mai più solitaria.

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LE ORME (torna su)

Questa notte ho fatto un sogno,

ho sognato che ho camminato sulla sabbia

accompagnato dal Signore,

e sullo schermo della notte erano proiettati

tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro ed ho visto che

ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film,

apparivano orme sulla sabbia:

una mia e una del Signore.

Cosi sono andato avanti, finchè

tutti i miei giorni si esaurivano.

allora mi fermai guardando indietro,

notando che in certi posti

c'era solo un'orma...

questi posti coincidevano con i giorni

più difficili della mia vita;

i giorni di maggior angustia,

di maggior paura e di maggior dolore...

ho domandato allora:

"Signore, Tu che avevi detto che saresti stato

con me in tutti i giorni della mia vita,

ed io ho accettato di vivere con te,

ma perché mi hai lasciato solo proprio in quei momenti difficili?

il Signore rispose:

"FIGLIO MIO ,IO TI AMO E TI DISSI CHE SAREI STATO CON TE DURANTE LA CAMMINATA E CHE NON TI AVREI LASCIATO UN ATTIMO SOLO....

....I GIORNI IN CUI HAI VISTO UNA SOLA ORMA SULLA SABBIA, SONO STATI I GIORNI IN CUI TI HO PORTATO IN BRACCIO!!

anonimo evangelico brasiliano

 

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UNA COLLANA DI PERLE (torna su)

Una bimba di 5 anni al mercato con la mamma vede una collana di perle.

"Me la compri mamma, me la compri?" La madre rispose, "Dovrai fare lavoretti in casa, ti pagherò e quando avrai abbastanza dollari la comprerai."

Ha lavorato e aspettato con ansia, e grande fu la sua gioia di avere quella collana di perle. La madre la avverti di non bagnarla altrimenti avrebbe cambiato colore.

La bambina aveva un padre amorevole e ogni sera abbandonava tutto per leggere una storiella mentre lei andava a letto a dormire.

Una notte dopo avere letto la storia chiese alla bambina, "Mi ami?" "Sì papa’, tu lo sai che ti amo!" "Allora dammi la tua collana di perle, "

"No papa’ non le perle, prenditi il cavallo con la coda rosa che mi hai regalato tu, è il mio favorito."

"Non ti preoccupare tesoro, papà ti ama, buonanotte." E le diede un bacio.

Una settimana dopo il papà dopo aver letto la storia richiede alla bambina. "Mi ami?" "Sì papà, tu lo sai che ti amo!" "Allora dammi la tua collana di perle, "

"No papà. le perle no, ma ti puoi prendere la mia bambola che ho ricevuta come regalo per il mio compleanno, con tutti i vestiti."

"Non importa, dormi bene, Dio ti benedica piccolina. Papà ti ama." E la lasciò con un bacio.

Alcune notti dopo, quando suo padre entrò trovò la bambina seduta sul letto; suo padre notò che tremava e una lacrima scorreva sul suo viso.

"Cosa c’è? Perché piangi?"

La bambina non disse nulla, alzò la sua manina verso suo padre. Quando l’aprì c’era una collana di perle, e finalmente disse, " Tieni papà, è per te."

Con lacrime che si preparavano negli occhi, il padre prese la collana di perle false con una mano, mentre con l'altra tirò fuori dalla tasca una collana di perle vere per darle alla sua bambina.

L’aveva lì da tanto tempo, aspettava che lei gli desse le perle false che tanto amava prima di darle le perle vere.

Così è Gesù il nostro Padre Celeste, aspetta che ci liberiamo dalle cose cui siamo attaccati nella vita, per darci un tesoro ancora più prezioso.

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TEMPESTA IN ALTO MARE (torna su)

Una sera in una chiesa evangelica, il pastore prima di predicare volle introdurre il suo ospite alla congregazione dicendo che l’ospite era un suo vecchiocarissimo, che lo conosceva fin da quando era giovane, e ora gli dava l’opportunità di dire qualcosa.

Il vecchio si fece avanti sul pulpito e cominciò a dire: "Un giorno, un padre insieme al suo giovane figlio e un amico del suo figlio, si misero in una grossa barca per navigare nella costa del mare pacifico; quando si avvidero che una brutta e grande tempesta andava contro di loro e che bloccava loro di ritornare alla riva.

Le onde erano tanto alte che il vecchio pur essendo abbastanza esperto del mare, non riusciva a mantenere la barca in piedi, talché una forte onda arrivata sulla barca si portò via nel mare tutti e tre le persone, e inclinò la barca, ma il padre era riuscito ad acchiapparsi al rotolo della corda di salvezza.

A questo punto il vecchio fece una pausa di pochi secondi, mentre con gli occhi guardava in faccia a due giovani seduti nei primi banchi della chiesa, cui parevano interessati del racconto.

Poi disse: Quel padre che era aggrappato alla corda, aveva solo pochi secondi per fare la più grande decisione della sua vita, che consisteva a chi doveva tirare il resto della corda di salvezza, a suo figlio, oppure all’amico di suo figlio. Or sapendo egli, che suo figlio era un salvato per grazia che apparteneva a Cristo; e sapendo pure che l’amico di suo figlio non conosceva Gesù Cristo, nell’agonia della decisione e sotto un torrente di onde maree, gridò al figlio dicendo: "figlio mio quanto ti voglio bene; arrivederci", e gli dette l’Addio; mentre tirò la corda di salvezza al suo amico che non conosceva Cristo, e questi due riuscirono a scampare la morte, mentre, il figlio di quel padre sparì nel buio sotto le onde della tempesta.

Poi il vecchio aggiunse: Quel padre sapeva che suo figlio sarebbe finito con Cristo nella gioia della vita eterna, ma non poteva portare con sé il pensiero che l’amico di suo figlio sarebbe finito nel regno delle tenebre, lontano da Cristo. Perciò sacrificò il figlio, per salvare il suo amico.

Poi concluse dicendo alla congregazione: "Se qualcuno vi tira la corda della salvezza afferratela, affinché scampiate dalla morte eterna"; e se ne andò a sedere, mentre un profondo silenzio aveva riempito la chiesa.

Il pastore poi, andò sul pulpito predicò il suo messaggio, e alla fine chiuse il servizio.

I due giovani a loro volta si avvicinarono al vecchio e gli dissero: "La storia che hai raccontata è stupenda, ma noi non crediamo che sia vera e realistica; per un padre di dare alla morte il suo proprio figlio per la speranza di salvare l’amico dalla morte".

Il vecchio, mirando la sua vecchia Bibbia che aveva in mano, rispose: "Voi avete espresso il vostro punto di vista", poi disse loro: "Dite voi che non è mica una storia vera?" A me invece mi fa capire quanto sia stato penoso per il Padre celeste, di dare suo Figlio alla morte per salvare me peccatore.

Oltre a ciò vi dico, che io sono quel padre che lasciai mio figlio nelle mani della morte, e il vostro Pastore è quell’amico di mio figlio…"

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LA ROCCIA
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Un uomo dormiva nella sua capanna quando improvvisamente una luce illuminò la stanza ed apparve Dio.

Il Signore gli disse che aveva un lavoro per lui e gli indicò una grande roccia di fronte alla capanna.

Gli spiegò che doveva spingere la pietra con tutte le sue forze.

L'uomo fece quello che il Signore gli ordinò, giorno dopo giorno.

Per molti anni, da quando usciva il sole fino al tramonto, l'uomo spingeva la fredda pietra con tutte le sue forze... e questa non si muoveva. Tutte le notti l'uomo ritornava alla sua capanna molto stanco e sentiva che tutti i suoi sforzi erano vani.

Come l'uomo incominciò a sentirsi frustrato, Satana decise di entrare nel gioco portando pensieri alla sua mente: Stai spingendo quella roccia per molto tempo, e "non si è mossa".

Diede all'uomo l'impressione che il compito che gli era stato affidato era impossibile da realizzare e che era un fallimento. Questi pensieri incrementarono il suo sentimento di frustrazione e delusione.

Satana gli disse: "Perché sforzarti tutto il giorno in questo compito impossibile? Solo fai un minimo sforzo e sarà sufficiente". L'uomo pensò di mettere in pratica questo, ma prima decise di elevare una preghiera al Signore e confessargli i suoi sentimenti: "Signore, ho lavorato duramente per molto tempo al tuo servizio. Ho usato tutta la mia forza per ottenere quello che mi chiedesti, ma ancora così, non ho potuto muovere la roccia neppure di un millimetro. Che cosa passa? Perché sono fallito?".

Il Signore gli rispose con compassione:

"Caro amico, quando ti chiesi di servirmi e tuo accettasti, ti dissi che il tuo compito era di spingere contro la roccia con tutte le tue forze, e l'hai fatto. Non avevo mai detto che tu sperassi di muoverla. Il tuo compito era di spingere.

Ora vieni a ME senza forze e mi dici che sei fallito, ma in realtà hai fallito? Guardati ora, le tue braccia sono forti e muscolose, la tua schiena forte ed abbronzata, le tue mani callose per la costante pressione, le tue gambe sono diventate dure. Nonostante l'avversità sei cresciuto molto ed ora le tue abilità sono maggiori di quelle che avevi la prima volta. Certo, non hai mosso la roccia, ma la tua missione era di essere ubbidiente e di spingere per esercitare la tua fede in Me. Questo lo hai ottenuto. Ora, caro amico, IO muoverò la roccia."

A volte, quando ascoltiamo la parola del Signore, tentiamo di utilizzare il nostro intelletto per decifrare la sua volontà, quando in realtà Dio solo ci chiede obbedienza e fede in lui. Dobbiamo esercitare la nostra fede che muove montagne, ma coscienti che è Dio che alla fine riesce a muoverle.

Quando tutto sembra andare male... solo spingi!

Quando sei sfinito per il lavoro... solo spingi!

Quando la gente non si comporta della maniera che invece dovrebbe... solo spingi!

Quando non hai più denaro per pagare i tuoi conti... solo spingi!

Quando la gente non ti capisci semplicemente... solo spingi!

Quando ti siedi sfinito e senza forze... solo spingi!

Passa questo messaggio a tutti i tuoi cari e conoscenti che credi che abbiano bisogno di Lui; magari fa che lo ricevano giusto in tempo. I veri amici sono difficili da trovare, facili da volere ed impossibili da dimenticare!

Nei Momenti difficili chiedi aiuto al Signore e pronuncia una preghiera a Gesù affinché illumini la tua mente e guidi i tuoi passi

Amen

Consegna le tue paure al Signore e chiedigli con una preghiera che Gesù ti aiuti a trovare la strada che ti conduca a lui.

 

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LA CHIESA CLANDESTINA

La storia è accaduta veramente in Romania: la racconta il compianto fratello Whumrand.

Le due guardie erano due credenti russi che non volevano essere denunciati dalle spie rumene presenti nelle chiese evangeliche ma che non volevano rinunciare alla comunione fraterna. Per far uscire tutti i finti evangelici, entrarono con i mitra e minacciarono di uccidere tutti i veri cristiani… Allora tutti scapparono, salvo i… veri cristiani. I due fratelli russi allora poggiarono i mitra e abbracciarono tutti i presenti, portando, in lacrime, i saluti dei fratelli della chiesa clandestina russa…

Il racconto parafrasato tradotto dall’inglese è impostato in modo da penetrare nel cuore di tutti i sedicenti credenti…

Anche questo è buono….

Scapperai?

Immagina che questo succedesse a te.

Durante un culto mattinale di una domenica, una congregazione di 2000 membri fu sorpresa di vedere due uomini entrare, tutti e due coperti di nero dalla testa ai piedi, e armati con delle armi automatiche. Uno di questi uomini disse: "chiunque è disposto a ricevere una pallottola per Cristo resti dov'è".

Immediatamente, i coristi scapparono, i diaconi scomparvero, e la maggior parte della congregazione fuggì.

Di quei 2000 ne restarono circa una ventina.

L'uomo che parlò si tolse il cappuccio, guardò al predicatore e disse: "Okay Pastore, mi sono sbarazzato di tutti gl'ipocriti. Adesso puoi cominciare il tuo culto. Ti auguro buona giornata!". I due uomini armati si girarono ed uscirono.

Questo è troppo profondo per non soffermarsi e pensare:

Com'è semplice per le persone rinnegare Dio. e poi stupirsi perché il mondo di oggi si trova in queste condizioni.

È sorprendente come crediamo a quello che i giornali ci dicono, però dubitiamo su quello che la Bibbia dice.

È incredibile come ognuno vuole andare in Paradiso, a condizione che non devono credere, pensare, dire, o fare tutte le cose che la Bibbia dice.

È questo divertente oppure pauroso?

È strano come qualcuno possa dire: "Io credo nel Signore" ma segue ancora Satana (che, tra parentesi, anche lui "crede" in Dio.

È strano come tu possa inviare migliaia di "barzellette" via e-mail che si propagano come fuoco in un campo di paglia secca, ma quando tu cominci a mandare messaggi che riguardano il Signore, le persone ci pensano due volte prima di condividerle e farle circolare.

È inquietante come le cose impudiche, il grossolano, la volgarità o l'oscenità passa liberamente in internet, ma l'insegnamento pubblico di Gesù è represso nella scuola e nel posto di lavoro.

È strano vero? Strano come qualcuno possa essere così fervente per Cristo la Domenica, ma un Cristiano invisibile il resto della settimana.

Stai ridendo?

È divertente e strano come quando tu rigirerai ad altri questo messaggio, non lo manderai a molte persone del tuo indirizzario perché non sei sicuro di quello che credono, oppure di cosa penseranno se tu glielo manderai.

È strano ed imbarazzante di come io possa essere più preoccupato per quello che altre persone pensano di me che di quello che DIO pensa di me.

Stai pensando? Condividerai questo messaggio con le persone che ami? Oppure no?

Io ho scelto te.

Le mie istruzioni erano d'inviare questo messaggio alle persone che io volevo che Dio benedicesse ed io ho scelto te.

 

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La favola della gallina diligente

Una gallinella scavando nella sabbia, trovò due chicchi di grano.

"Chi mi aiuta", esclamò, "a piantare il grano, così tutti noi avremo da mangiare a sufficienza?"

Ma la mucca, l’anitra, il maiale e l’oca non ne avevano voglia.

"Allora lo farò da sola !" disse la gallina.

Quando i chicchi germogliarono, crebbero e divennero spighe mature, la gallinella propose ancora: "Aiutatemi almeno nel raccolto. Ce n’è per tutti."

Ma l’anitra non voleva per una questione di principio, il maiale affermò che non era compito suo, la mucca rifiutò per raggiunti limiti di anzianità e l’oca trovò che le pretese della gallinella erano semplicemente asociali (o anticomunitarie).

Allora la gallinella si trovò da sola a compiere il raccolto, lavorò tanto che le penne si incollavano per il sudore, si rallegrava pensando al momento in cui il grano raccolto sarebbe servito per cuocere il pane.

Chiese ancora ai suoi compagni di cortile:" Chi mi aiuta a cuocere il pane?"

"Dovrei fare lo straordinario", brontolò la mucca.

L’anatra si lamentò: "Perderei la cassa integrazione".

"Io sono un buono a nulla e non ho mai imparato niente", grufolò il maiale, mentre l’oca schiamazzò imbarazzata: "Se dovessi rimanere solo io ad aiutare, preferirei escludermi da sola dalla compagnia".

Allora la gallinella cosse cinque pani croccanti, che mostrò poi con orgoglio agli altri.

Tutti si meravigliarono e poi... ognuno volle la sua parte.

Ma la gallinella disse: "Per mangiarli non ho bisogno del vostro aiuto."

"Questo è strozzinaggio!" urlò la mucca.

"Porcheria capitalistica!" protestò l’anatra.

L’oca pretese: "Uguaglianza dei diritti!"

E il maiale nel frattempo aveva disegnato degli striscioni di protesta che "tutti" innalzarono formando un corteo intorno alla gallinella.

Arrivò allora un incaricato leader-responsabile degli animali ed ammonì la gallinella a smettere di essere così avara e vanitosa.

Avrebbe dovuto invece rallegrarsi di essere in un sistema di libera imprenditoria, dove ognuno può guadagnare quanto vuole.

In tal caso, non ci si deve poter sottrarre agli obblighi comunitari verso gli altri.

La povera gallinella dovette ingoiare il rospo, e ... nella "fattoria" ritornò nuovamente la pace...

Solo i vicini si meravigliarono del fatto che, da quel giorno in poi, la gallinella non cosse mai più il pane.

(MORALE: è difficile lavorare nella vigna del Signore, gomito a gomito con gli altri lavoratori...)

 

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LA FORCHETTA

Il pastore stava in piedi e guardava una donna sul letto di morte, ormai non più completamente lucida.

La donna aveva qualcosa da dirgli: "Senta pastore, se lei si dovesse sorprendere della mia richiesta, la esaudirà lo stesso?"

"Beh, per essere onesto, io sono abbastanza confuso dalla richiesta", rispose il pastore.

La donna spiegò. "In tutti i miei anni di vita io ho frequentato i culti domenicali, lei lo sa, la scuola domenicale, e tutte le iniziative della chiesa comprese le cene fraterne. Io ricordo sempre, che quando i piatti della prima portata erano vuoti, qualcuno mi diceva di buttare il piatto di plastica ma di tenere la forchetta. Io adesso le chiedo di essere messa nella bara con una forchetta in mano."

"Ma perché questa strana richiesta?" insisté il pastore

La donna rispose: "Mi veniva spiegato che … il meglio sarebbe arrivato dopo… E infatti poi arrivava la torta al cioccolato ricoperta di zucchero a velo oppure una torta di mele, o altre prelibatezze… Ebbene, io voglio che si sappia che io muoio con la forchetta in mano, sapendo che vado a gustare il meglio! Voglio che le persone mi vedano là in quella bara con una forchetta in mano e che si chiedano il perché di quella forchetta."

La donna poi aggiunse: "Mi raccomando, signor pastore, lei spieghi alla gente che io sto andando a prendere il meglio, direttamente dalla mano del mio Signore!"

Il pastore sorrise.

La donna morì ed egli, durante la predica, riferì a tutti circa la conversazione che aveva avuto con la donna poco prima che lei morisse. Lui raccontò loro anche della forchetta e quello che simboleggiava. Il pastore spiegò cosa intendesse dire con la frase: "il meglio doveva ancora venire…Un amico è un gioiello molto raro davvero ed avere un "amico" come Gesù, significa sapere che con Lui.. il futuro sarebbe stato immensamente più felice… Una tale gioia, chiunque l’avrebbe potuta gustare… bastava solo aprire il cuore a Gesù e chiederGliela."

 

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IL VERO SIGNIFICATO DELLA PACE

C'era una volta un re che propose di dare un premio a quell'artista che avrebbe dipinto il miglior ritratto della Pace. Molti artisti tentarono. Il re guardò tutti i ritratti, ma c'erano, secondo lui, solamente due che realmente fossero degli degni di essere premiati e che bisognava scegliere tra loro due.

Un ritratto rappresentava un lago calmo. Il lago era un specchio perfetto dove si rispecchiavano montagne torreggianti tutte d'intorno. Per di più c'era un meraviglioso cielo azzurro con nuvole bianche come la lana e sembrava di esserci. Tutti vedevano questo ritratto e pensavano che era un ritratto perfetto per rappresentare la Pace.

L'altro ritratto però aveva pure montagne, ma erano accidentate e spoglie. Sopra c'era un cielo adirato e perturbato come se stesse per scatenarsi la più tremenda perturbazione atmosferica, piena di lampi e fulmini. In basso, da un lato della montagna c'era una cascata che spumeggiava. Sembrava un quadro che non offriva alcun appiglio al tema della Pace

Ma quando il re guardava da vicino, lui vedeva dietro la cascata un piccolo cespuglio che cresceva in una fessura nella pietra. Nel cespuglio un uccello mamma aveva costruito il suo nido. Là, nel mezzo del cespuglio di quell'acqua effervescente, stava accoccolata quella femmina di uccello dentro il suo nido e in pace perfetta.

Quale ritratto pensate che vinse il premio? Il re scelse il secondo ritratto.

"Perché", spiegò il re, "la Pace non vuole dire essere in un luogo dove non c'è nessun rumore, nessuna preoccupazione, nessun lavoro duro. La pace vuole dire essere nel mezzo a tutte quelle cose e rimanere ancora calmi nel proprio cuore. Questo è il vero significato della pace."

Gesù ha promesso di dare pace ai cuori che sono affannati ed oppressi: ti interessa la vera pace?

Inginocchiati nel segreto della tua camera e chiedi a Gesù l'adempimento della Sua meravigliosa promessa.

 

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LE QUATTRO MOGLI

C'era un ricco commerciante che aveva 4 mogli.

Lui amava la sua quarta moglie più di tutte e l'adornava con vestiti eleganti e la trattava con tanta dolcezza. Si prendeva grande cura di lei, e non le faceva mancare nulla e le dava sempre il meglio di tutto.

Amava moltissimo anche la terza moglie. Era molto orgoglioso di lei ed era sempre quella che mostrava ai suoi amici. Il commerciante temeva sempre comunque che lei fuggisse con gli altri uomini.

Lui amava anche la sua seconda moglie. Era una persona molto premurosa, sempre paziente e confidente del commerciante. Ogni qualvolta il commerciante affrontava dei problemi, si rivolgeva sempre alla sua seconda moglie e lei riusciva ad aiutarlo e a farlo uscire dai momenti difficili.

Ora, la prima moglie del commerciante era una partner molto fedele e aveva dato grandi contributi nel fargli mantenere la sua ricchezza e gli affari e la cura della famiglia. Comunque, il commerciante non amava la prima moglie ed anche se lei l'amava profondamente, lui non si prendeva cura di lei.

Un giorno, il negoziante cadde ammalato. Di lì a poco, capì di stare in punto di morte. Pensò allora a tutta la sua vita agiata e disse fra sé e sé: "Ora ho 4 mogli con me. Ma quando io muoio, me ne andrò da solo. Come sarò solo!

Così disse alla quarta moglie: "Io ti ho amato di più, ti ho dato i migliori vestiti e ho avuto la massima cura di te. Ora che io sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia? "

"In nessun modo! " rispose la quarta moglie e si allontanò senza altre parole. La risposta fu come una rasoiata nel cuore del commerciante.

Egli allora tristemente chiese alla terza moglie, "Io ti ho tanto amato per

tutta la mia vita. Ora che sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia? "

"Neanche per sogno!" rispose la terza moglie. "La vita qui è così bella! Quando morirai, subito mi sposerò di nuovo! " Il cuore del commerciante ebbe un sussulto e diventò gelido.

Domandò poi alla seconda moglie, "Mi sono sempre rivolto a te per aiuto e tu sempre mi hai aiutato. Ora ho bisogno di nuovo del tuo aiuto. Ora che sto morendo, vuoi seguirmi e tenermi compagnia?"

"Sono spiacente, ma non posso aiutarti. Tutt’al più posso provvedere al tuo funerale"

La risposta arrivò come una deflagrazione devastante.

Quand’ecco una voce che diceva: "Io verrò con te! E non mi preoccuperò di dove andrai"

Il commerciante si girò intorno e vide la sua prima moglie…

Era così magra e malnutrita!

Grandemente si addolorò, ed esclamò "Mi sarei dovuto prendere più cura di te quando avrei potuto!"

Sembrerebbe azzardato ma anche noi abbiamo quattro mogli…

La quarta moglie è il nostro corpo. Nessun problema nello spendere tempo e denaro per farlo sembrare il meglio possibile, ma ci lascerà quando moriremo.

La nostra terza moglie? I nostri possessi, lo status sociale e la ricchezza. Quando moriamo, essi andranno ad altri.

La seconda moglie è la nostra famiglia e le amicizie. Nessun problema quando stavamo con loro. Provvederanno al mantenimento della tomba.

La prima moglie è infine il nostro spirito, spesso trascurato nella nostra ricerca di ricchezza materiale e piacere sensuale. Indovina un po’? È veramente l'unica cosa che ci seguirà dovunque andremo.

 

 

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La lampada del cieco

Una volta domandarono ad un povero cieco perché portava una lampada quando usciva di notte,visto che non poteva vedere la sua luce. 

Il cieco rispose: "La porto per far luce agli altri e affinché gli altri mi vedano."

Camminiamo, dunque, in modo che le persone ricevano da noi sola benedizione; e l'attestazione che daranno in relazione a noi quando arriveremo alla casa del Padre sarà":Tu fosti sempre un motivo di benedizione per me".

Non è questa una sacra ambizione, degna di ogni sacrificio? 

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UNA VISIONE NEL BOSCO

Un giorno tanto tempo fa, un uomo, addolorato pesantemente nel cuore, stava camminando in un bosco. Lui ripensava a tutta la sua vita trascorsa e riconosceva che era tutto uno sbaglio…

Ricordava di aver mentito tante volte nel suo lavoro. I suoi pensieri si volgevano a quelle persone cui aveva rubato e alle altre che avevano rubato a lui… con inganni e sotterfugi. Lui ricordava la famiglia nella quale era vissuto: un problema dopo l’altro!

Poi la malattia che aveva e che nessuno aveva potuto guarire. La sua molta anima era piena di rabbia, di risentimento e di frustrazione.

Passeggiando a vanvera nel bosco, cercava risposte che lui non poteva trovare, sapendo che tutto era inutile e destinato a fallire.

Allora si inginocchiò alla base di un vecchio albero di quercia, che lui sapeva che stava lì da sempre e cominciò a pregare, con gli occhi pieni di lacrime:

"Dio, Tu hai fatto cose meravigliose per me in questa vita.

Tu mi ha detto di fare molte cose per Lei, ed io le ho rispettate felicemente.

Oggi, Tu mi dici di perdonare… Io sono triste, Dio, perché non posso.

Io non so come. Non è giusto. Io non meritavo che questi mi offendessero: quelli hanno agito contro di me ed io non posso perdonare.

Com’è perfetto il Tuo modo, Dio, questa è l’unica cosa che io non posso fare, perché io non so perdonare. La mia rabbia è, Signore, così profonda, che io penso che io non possa più sentire Te, però… io Ti prego: insegnami a fare questa cosa che io non posso fare.

Insegnami a perdonare."

Come lui stava là inginocchiato nell'ombra quieta di quel vecchio albero di quercia di vecchio, sentì qualcosa che gli cadde sopra la spalla. Aprì gli occhi. Con la coda dell’occhio vide qualcosa di rosso sulla sua camicia.

Lui non poteva girarsi per vedere che cosa fosse, perché dove stava quell’albero di quercia c’era un grande spiazzo. Allora alzò la sua testa e vide due piedi trattenuti al legno con un grande chiodo che li trafiggeva.

Guardò più in alto e vide chiodi anche alle sue mani: era Gesù che pendeva sulla croce. Lui riguardò ancora le ferite nelle Sue mani, una ferita nel Suo fianco, un corpo lacerato e battuto dalle frustate, profonde spine gli trafiggevano la testa.

Alla fine… vide la sofferenza e il profondo dolore sulla Sua faccia splendente. Come allora i loro occhi si incontrarono… Gesù cominciò a parlare.

"Ha detto mai una bugia, lui chiese?

L’uomo rispose: sì, Signore!"

Hai fatto sempre del bene al prossimo?

L’uomo rispose: No, Signore.!"

"Hai mai rubato?"

L’uomo rispose: sì, Signore!"

"Hai mai giurato, e usato invano il nome di mio Padre?

L'uomo, tra le lacrime, rispose "sì, Sssignore!"

E Gesù continuava a domandargli se avesse fatto questo e quello e all’uomo non rimaneva che rispondere sempre… "Sì, Signore!"

Poi Gesù girò la testa da un lato all'altro, verso quel qualcosa che era caduto sulla camicia di quell’uomo. Era una goccia del Sangue di Gesù.

Quando lui guardò di nuovo in alto, i suoi occhi incontrarono quelli soddisfatti di Gesù: c'era uno sguardo di amore che gli uomini non avevano visto mai o che non avevano mai conosciuto prima.

Disse Gesù: "io non meritavo questo, ma ti perdono!"

 

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CONVERSAZIONE DAL BARBIERE

Ecco una risposta ad una persona che negava l’esistenza di Dio.

Un credente andò dal barbiere per tagliarsi barba e capelli come al solito.

Come sempre parlavano del più e del meno, senza mai toccare il problema della salvezza.

Finalmente quel giorno se ne presentò l’occasione.

Improvvisamente infatti il barbiere cominciò a dire: "Guarda quegli uomini, io non credo che Dio esista."

"Perché dice così?! " Rispose il cliente.

"Bene, è così semplice! Se vai fuori, nella strada, lei comprenderà che Dio non esiste. Senta, mi dica, se Dio esistesse, ci sarebbero così tante persone ammalate? Ci sarebbero tanti bambini abbandonati? Se Dio esistesse, non ci sarebbero né sofferenza né dolore. Io non posso pensare di credere in un Dio che permette tutte di queste cose."

Il cliente stette a pensare, ma non rispose.

Il barbiere finì il suo lavoro ed il cliente lasciò il negozio.

Appena pochi passi dal negozio però vide per strada un uomo con capelli e barba lunghi. Il suo aspetto era di una persona veramente trasandata e… soprattutto "capellona".

Allora il cliente rientrò nel negozio del barbiere e gli disse: "Lo vedi quello?"

"Sì" rispose il barbiere.

"Bene, e sai che ti dico? Ti dico che i barbieri non esistono!"

"Ma come può dire che non esistono? " esclamò il barbiere sorpreso. "Allora io chi sono? Non sono un barbiere? Poco fa ti ho fatto barba e capelli!"

"No, mi dispiace, ma i barbieri non esistono, perché se esistessero non ci sarebbero persone con capelli lunghi lì fuori e loro avrebbero provveduto a tagliare i capelli a quell’uomo là fuori!"

"Ah, no, i barbieri esistono, se questo accade è perché le persone non vengono da me!"

"Precisamente! "- affermò il credente. "Questo è il punto! Dio esiste. Quello che accade a Dio è che le persone non vanno da Lui e non Lo cercano. Ecco perché c'è così molto dolore e sofferenza nel mondo."

 

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L’Airone e la Gru (di Aleksander N. Afanasiev) (torna su)

L’orgoglio è ciò che spinge l’uomo a commettere gesti che vanno addirittura contro i suoi interessi: l’orgoglio acceca e chiude le porte aperte, trasforma le vittorie in sconfitte, fa perdere terreno lì dove eravamo avanzati con grande fatica, spreca le occasioni che avevamo tanto desiderato.

Quando un credente è orgoglioso, non è più in grado di essere utile, né a se stesso, né agli altri e neppure a… Gesù Cristo.

L’orgoglioso non accetta di essere riconosciuto tale.

Il non orgoglioso lo si riconosce perché è in grado, sempre, di mettersi in discussione. Per spiegare le grandi cose di Dio, Gesù si è servito di "parabole".

Per dare invece una morale a chi non è abituato a riflettere con la Bibbia, gli scrittori hanno inventato le "favole", intese come "storie che insegnano".

L’elemento fantastico che le caratterizza è una figura dell’uomo stesso, per parlare di lui, senza fare alcuni riferimento personale: l’elemento fantastico può essere un animale che parla, una pianta che parla… ecc. Ecco dunque una bellissima favola di un famoso scrittore russo.

 

 

C’erano una volta, in una palude, un Airone e una Gru. L’Airone fece il nido sulla riva destra della palude e la Gru sulla riva sinistra. Un giorno l’Airone si accorse che si annoiava a vivere da solo e così decise di prendere moglie.

-Andrò a chiedere la Gru! -decise e, chiusa la casa, si avviò.

Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf. Attraversò la palude, arrivò alla casa della Gru e bussò:

- Toc, toc! È in casa la Gru?

- È in casa! Chi è?

- Sono 1’Airone. Mi vorresti sposare?

- No, che non ti voglio. Hai le gambe lunghe, voli male e non hai niente da darmi da mangiare. Vattene, vattene via!

Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf. L’Airone tornò indietro a becco asciutto. Ma intanto la Gru ci pensava sopra:

«Eh, sì! Ci si annoia a stare soli! Meglio che vada dall’Airone a chiedergli se mi vuole ancora sposare».

Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf.

La Gru arrivò a casa dell’Airone e bussò:

- È in casa l’Airone?

-È in casa!

- Non mi vorresti, Airone, per moglie?

- Eh, no! Non mi servi, non ti voglio sposare. Vattene via!

La Gru se ne tornò a casa con le penne tra le gambe, piangendo per la vergogna.

Ma l’Airone ci stava ripensando.

"È stato inutile svergognare la Gru per starmene qui solo ad annoiarmi. Adesso vado a vedere se mi prende per marito".

Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf. Arrivò dalla Gru:

- Toc, toc! Gru! Sono venuto a prenderti in moglie. Aprimi.

- No, che non ti apro. Io per marito non ti voglio!

Ma la Gru ci ripensava: «Perché ho rifiutato? Io da sola mi annoio. Meglio sposare l’Airone». Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf.

- Aprimi Airone, che mi voglio maritare.

- Eh, no che non ti voglio io. La Gru tornò a casa.

L’Airone tornò da lei.

Lei non vuole, vuole lui.

Lui non vuole, vuole lei.

Insomma ancora non si sono sposati. Vivono in una palude, lui sulla riva destra, lei sulla riva sinistra.

Ciaf, ciaf. Ciaf, ciaf.

Vanno ancora su e giù.

Quando il discorso si fa spirituale è la stessa cosa: ci si dovrebbe perdonare a vicenda, sopportare a vicenda, aiutarsi a vicenda… ma…. Non ci si viene mai incontro nel momento giusto…

 

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Gesù è Vivente

Un uomo su un aereo di linea stava leggendo pacificamente il suo Nuovo Testamento tascabile.

Un uomo seduto a fianco a lui lo osservava e alla fine gli disse: "Io non sono molto religioso, anzi .. non vedo il senso di credere in un Cristo che per giunta è morto 2000 anni fa."

"Cosa? rispose meravigliatissimo... "Cristo-morto? Non può essere! Pensa che ci stavo parlando proprio alcuni minuti fa!"

 

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Gandhi e lo zucchero (torna su)

Una nonna trovò l''occasione di portare suo nipote al Mahatma Gandhi. Il bambino aveva un'attrazione insaziabile per lo zucchero e ciò stava mettendo in pericolo la sua salute.

"Per favore, lei supplicò a Gandhi, dica a mio nipote che smetta di mangiare lo zucchero, poiché lui la rispetta molto e so che l'ascolterà perché è lei che glielo dice.

Gandhi allora chiese che si ripresentassero dopo quattro giorni.

Quattro giorni più tardi la nonna ed il nipote ritornarono.

Gandhi guardando fisso negli occhi del ragazzo, gli disse con autorità: "Smetti di mangiare zucchero, stai ferendo il tuo corpo."

Dopo un breve silenzio, la nonna domandò a Gandhi: "Signore, perché ci chiese di aspettare quattro giorni e poi di ritornare? Questo è lo stesso che poteva dire quattro giorni fa!"

Gandhi rispose: "Signora, quattro giorni fa io avevo mangiato dello zucchero e non potevo parlare con autorità a suo nipote. Ora posso, perché sono quattro giorni che non mangio più zucchero."

Eric Yaverbaum nel suo libro "Segreti della Leadership dei dirigenti che hanno più successo nel mondo", scrive che il loro più grande segreto è quello di guidare con l'esempio.

È una realtà. Il migliore maestro non sono le nostre parole bensì i nostri fatti. Questo è un buon giorno per cominciare ad essere di esempio.

"Quando giunsero da lui, disse loro: "Voi sapete in quale maniera, dal primo giorno che giunsi in Asia, mi sono sempre comportato con voi, servendo il Signore con ogni umiltà, e con lacrime, tra le prove venutemi dalle insidie dei Giudei; (Atti 20:18-19)

"Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce. Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra d'ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre." (Filippesi 2:5)

 

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IL MURO DI NEVE (torna su)


All'inizio dell'anno 1814, quando la guerra stava devastando l'Europa, delle truppe di Svedesi, di Cosacchi, di Tedeschi e di Russi si trovavano a circa mezzo miglio di marcia dalla città di Schleswig. Numerosi rapporti allarmanti sul loro modo di comportarsi li avevano preceduti e gli abitanti della città erano molto spaventati al loro avvicinarsi. C'era stata una tregua, ma doveva finire il 5 gennaio a mezzanotte, tempo che si avvicinava rapidamente, e tutti gli orrori della guerra e di una licenza sfrenata stavano di nuovo per abbattersi sui poveri abitanti di quel paese.
All'entrata della città di Schleswig, dalla parte dove si trovava il nemico, c'era una casa isolata, abitata da un'anziana e pia donna che, essendo venuta a sapere dell'avvicinarsi del nemico, pregava secondo le parole di un vecchio cantico che Dio "innalzasse un muro intorno a loro".

In quella casa abitavano lei, sua figlia che era vedova e suo nipote che era un giovane di venti anni.

Quest'ultimo, sentendo la preghiera di sua nonna, non poté fare a meno di dire che non capiva come ella potesse chiedere una cosa così impossibile come quella, e cioè che un muro fosse innalzato intorno a loro per difendere la casa dal nemico.

L'anziana donna, che era molto sorda, avendo capito ciò che suo nipote aveva detto, fece notare che lei aveva semplicemente voluto implorare la protezione divina per lei e per la sua casa, poi aggiunse: "Pensi che se veramente fosse la volontà di Dio di costruire un muro intorno a noi, questo gli sarebbe impossibile?"
Alla fine la terribile notte del 5 gennaio arrivò, e sul rintocco della mezzanotte le truppe entrarono da tutte le parti. La casa sopra menzionata era sul ciglio della strada e più grande delle case circostanti che erano solo delle piccole capanne, le quali furono presto invase dai soldati che chiedevano ciò di cui avevano bisogno in termini ingiuriosi e minacciosi. Gli abitanti della casa sul ciglio della strada ascoltavano con ansia, aspettandosi da un momento all'altro di sentire le intimazioni dei soldati alla loro propria porta.

Ma quantunque tutt'intorno a loro si sentissero il rumore confuso delle voci, l'incessante scalpitio dei cavalli, le buffonerie volgari e le risate fragorose, nessuno si avvicinò alla soglia della loro porta. A notte inoltrata l'esercito attraversò la città. Almeno quattro reparti di Cosacchi, feroci e mezzi selvaggi, formavano la retroguardia.

 

Era caduta molta neve tutto il giorno, seguita poi da una così violenta tempesta che i Cosacchi rinunciarono a proseguire la loro marcia e pensarono solo a rifugiarsi, loro e i loro cavalli, nelle catapecchie che si trovavano sul loro cammino e che per piccole che fossero furono subito più che piene. Simili ad una nube di cavallette, uomini e cavalli si scagliavano contro gli sventurati abitanti, divorando tutto davanti a loro. Che terribile notte per quelli che furono abbandonati alla loro mercé!
Ma in mezzo a tutto quel tumulto e a tutto quel disordine, la casa della donna di preghiera era tranquilla; neanche uno dei soldati di quella banda selvaggia che erano rimasti indietro, neanche un vicino spaventato, si avvicinò alla porta. Trascorsero le ore. Quelle anime che vegliavano si stupivano della loro meravigliosa conservazione; e mentre la fede e il timore possedevano alternativamente il loro cuore, apparve finalmente l'alba.

Ma ecco di nuovo le truppe in movimento, risuona la sveglia, il brutale Cosacco saccheggerà probabilmente ogni casa prima di andare lui stesso alla morte. La preghiera li preserverà ancora dal pericolo che li minaccia ora più che mai? Se finora, grazie all'oscurità e all'uragano che si è scatenato tutta la notte, essi sono sfuggiti all'osservazione, la luce del mattino li tradirà probabilmente e non saranno più risparmiati come altri. No, il Signore non libera a metà per abbandonare in seguito. La fede afferra ciò che gli appartiene e dice: "Non ti lascerò prima che tu m'abbia benedetto"; quell'anziana donna che vegliava là tremando, sperando e pregando, era più potente di tutto un esercito di crudeli Cosacchi. Sì, la sua casa è ancora protetta; non si è sentito nessun passo sul suolo, nessuna mano rude fa' tremare la porta.
Adesso che essi osano guardare di fuori scoprono subito i mezzi di cui Dio si è servito per la loro liberazione.

La neve che era caduta così abbondantemente il giorno prima era stata ammucchiata dalla tempesta della notte ad una tale altezza fra la casa e la strada che ogni accesso ne era impossibile, e così un muro si era letteralmente innalzato intorno a loro, secondo la preghiera dell'anziana donna. "Vedi ora, figlio mio, esclamò ella, che era possibile a Dio di innalzare un muro intorno a noi per preservarci dal nemico?"

"Ogni cosa è possibile a chi crede".
Testimonianza tratta da: La Bonne Nouvelle (La Buona Novella) 1869 pag. 213-216
Traduzione dal francese di Illuminato
Butindaro

 

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 FLEMING E CHURCHILL (torna su)

 

Fleming era un contadino evangelico inglese che viveva in povertà.

    Un giorno, mentre tentava di guadagnar­si da vivere per la famiglia, sentì un grido d’aiuto provenire da una palude vicina.

    Lasciò immedia­tamente gli attrezzi da lavoro, e corse verso la palude, dove trovò un bambino terrorizzato che gridava e lottava, tentando di liberarsi dal fango in cui stava sprofondando.

    Grazie a Dio, il contadi­no riuscì a salvarlo da una morte lenta e terribile.

    Il giorno dopo, arrivò a casa del contadino un nobile inglese, vestito elegantemente e con una fastosa carrozza, era Sir Randolph Churchill.

    Si presentò come padre del bambino che Fleming aveva salvato, ed era li perché voleva ringraziarlo di persona, e offrirgli una ricompensa.

    Il contadi­no non accettò la ricompensa, ritenendo di aver fatto solo quello che chiunque avrebbe fatto al suo posto.

    In quel momento, uscì in cortile suo figlio e, con orgoglio paterno, lo presentò al nobile.

    Fu allora che il nobile gli propose di poter portare Alexander con sé per permettergli di studiare, pro­mettendogli che lo avrebbe fatto diventare un uomo di cui il padre sarebbe stato molto fiero.

    Il contadino accettò e, dopo alcuni anni, Alexander si laureò alla Scuola di Medicina del St. Mary’s Hospital di Londra.

    Divenne famoso in tutto il mondo per aver scoperto la Penicillina.

    Proprio grazie a quella scoperta, alcuni anni dopo, riuscì a salvare la vita al figlio del nobile ammalatosi di polmonite. Alexander Fleming salvò la vita al noto personaggio storico (primo ministro inglese): Sir Winston Churchill!

    Ricordiamo: si riceve in cambio sempre la stessa cosa, o più di quanto si è offerto con amore!

(dal calendario “Gocce d’amore”)

    E’ una regola molto diffusa fra evangelici, distribuire la propria ricchezza, quando essa è eccessiva e quando essa può costituire fonte di benedizione per gli altri credenti e soprattutto per la testimonianza che ciascuno è tenuto a dare al Signore. Dare è un ministerio compreso nell’elenco di Romani cap. 12:8 “ chi dà, dia con semplicità;… chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia.”

 

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UN QUARTO DI DOLLARO (torna su)

Molti anni fa un predicatore si trasferì a Houston, in Texas.
Alcune settimane dopo essere arrivato, ebbe l’occasione per andare con l'autobus dalla sua casa al centro. Quando si sedette, scoprì che il conducente, nel fargli il biglietto, gli aveva dato accidentalmente un quarto di dollaro in più. 
Allora lui considerò a pensare cosa fare, e così pensò di darlo indietro. Sarebbe stato sbagliato tenerlo. Poi però pensò, "Ma dai! E’ solo un quarto di dollaro. Chi si potrebbe preoccupare per questa piccola cifra? Di certo la società degli autobus già ha applicato una tariffa troppo alta; evidentemente stanno al riparo da ogni fallimenti. Di certo non fallirà per questo! Accettalo come un regalo da Dio e stai in pace"
Quando arrivò il momento di scendere, si fermò alla porta e diede il quarto di dollaro al conducente e dicendo: "Guardi! Lei mi ha dato dei soldi in più!” 
Il conducente con un sorriso rispose: “Lei non è il nuovo predicatore in città? Io stavo già pensando ultimamente di andare a frequentare qualche altra chiesa, ma volevo ancora vedere quello che Lei avrebbe fatto se le avessi dato il resto sbagliato! 
Quando quel conducente cominciò ad allontanarsi, trovai un posticino tranquillo per pregare e dissi: "O Dio, non ho venduto Tuo Figlio per un quarto di dollaro!”   
Le nostre vite sono l'unica Bibbia che alcune persone leggeranno! Per questo motivo assicuriamoci di fare sempre una corretta impressione sugli altri, secondo lo stile di Cristo.
Autore sconosciuto

 

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Corvi dal cielo (torna su)

Come Dio, in risposta alla preghiera, ha salvato il raccolto di alcuni credenti che era minacciato dai bruchi.

Sono molti i credenti Hmong (Miao), ovvero popolazioni che abitano il sud ovest del vastissimo paese della Cina, nella provincia dello Yunnan. Si tratta di una delle cinquantacinque minoranze etniche ufficialmente riconosciute dallo Stato. Vivono in semplicità, sostenendosi con i prodotti dell'agricoltura e lavorando una terra arida, posta su freddi altipiani intorno a piccoli villaggi.

Un intero villaggio di credenti Hmong coltiva unicamente piante di gelso le cui foglie vengono poi usate, durante l'estate, come alimento per i bachi da seta. E' un'attività che per questo villaggio risulta fondamentale per la propria sussistenza, se le foglie giungono a maturazione completa.

Un giorno, verso fine primavera, qualcuno notò che dei bruchi estranei stavano mangiando tutte le foglie dei gelsi. Ben presto infestarono letteralmente l'intera piantagione.

Uomini, donne, perfino bambini furono mobilitati per togliere i bruchi dagli alberi di gelso; facevano più in fretta possibile, ma i loro sforzi risultavano insufficienti rispetto al numero così elevato di bruchi che si erano sparsi ovunque. Alla fine gli operai si dovettero fermare perché essi stessi stavano rovinando la piantagione rompendo i rami e danneggiando le tenere foglioline non ancora attaccate dai bruchi.

I pesticidi avrebbero potuto risolvere il problema, ma non era possibile reperirli se non dopo giornate di cammino e con una certa cifra di denaro che gli Hmong non avevano a disposizione. La situazione sembrava senza speranza. Fu allora che un credente suggerì di andare in chiesa a pregare dal momento che ogni sforzo umano risultava vano. "Invochiamo il Signore forse Egli ci aiuterà", disse questo credente.

Tutti furono d'accordo e dalla mattina fino a tarda sera invocarono il Signore in una meravigliosa riunione di preghiera.

Quindi tutti tornarono alle proprie dimore.

Il mattino seguente, mentre stavano tornando al locale di culto per continuare a pregare insieme, i credenti sentirono un gracidare insolito; alzando lo sguardo al cielo videro un nutrito numero di uccelli neri che volavano sopra la piantagione di gelsi. Improvvisamente, scesero sopra le piante e cominciarono a cibarsi dei bruchi belli grassi che stavano pregiudicando il raccolto.

I credenti Hmong rimasero attoniti allo spettacolo mentre osservavano i corvi e le cornacchie banchettare per l'intero arco della giornata.

Quindi, verso sera, gli uccelli si ritirarono su di una collina poco distante dalla piantagione, senza essere più visti.

Tra quei preziosi alberi di gelso non fu più trovato nemmeno un bruco.

Le foglie furono staccate un po' più tardi del previsto quell'estate, ma il raccolto fu salvato.

L'Iddio nel quale avevano confidato aveva risposto alla loro preghiera mandando dei corvi dal cielo.

 

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 PARAOLIMPIADI DI SEATTLE (torna su)

    Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente e fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere.

Un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono
indietro...ciascuno di loro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: "Adesso stai meglio?" Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.

            La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.

"Una candela non ci perde niente nell'accendere un'altra candela"

"Nel giorno della prosperità godi del bene, e nel giorno dell'avversità rifletti."

 

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LA VITA (torna su)

            Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, quando avremo un primo figlio o un secondo.

            Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o per quello e pensiamo che le cose andranno meglio quando saranno cresciuti.

            In seguito saremo esasperati per il loro comportamento da adolescenti.

            Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato quell’età.

            Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare!

            Ma se n on cominciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo?

            Dovremo sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere.

            Tanto vale accettare questa realtà e decidere d'essere felici, qualunque cosa accada.

            Alfred Souza dice “Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la mia vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa d'irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati. In seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la vita”.

            Questo modo di percepire le cose ci aiuta a capire che non c'é un mezzo per essere felici ma la felicita è il mezzo.

            Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.

            Allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare.

            Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno!

            Smettete di aspettare di lasciare questa vita, ma decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente.

            La felicità e le gioie della vita non sono delle mete ma un viaggio. Un pensiero per oggi:             Lavorate, come se non aveste bisogno di soldi.

            Amate, come se non doveste soffrire.

            Ballate, come se nessuno vi guardasse.

Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande:

1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo.

2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.

3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel.

4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice.

Come va? Male? Non preoccuparti.

Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno!

E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano!

Adesso rispondi a queste altre:

1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.

2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.

3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.

4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo.


Come va? Meglio? Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... ! Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.

Rifletti un momento. La vita è molto corta! Tu, in che lista sei? Non lo sai?... Permettimi di darti un aiuto... Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che ricordo per mandargli questo messaggio.

 

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NEL VENTRE  (torna su)

''Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto?
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello che saremo più tardi. 
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?  
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. 
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.  
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.  
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremo la mamma e lei si prenderà cura di noi. 
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?  
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.  
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. 
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...”

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26 GUARDIE (torna su)

Un missionario in pensione raccontò questa storia avvenuta veramente.

Quand’ero in servizio in un piccolo ospedale di campagna in Africa, ogni due settimane io viaggiavo con una bicicletta nella giungla fino alla città più vicina per provvigioni.

 Questo viaggio richiedeva due giornate di cammino e la sosta di una nottata a metà strada. Un giorno arrivai nella città dove feci un prelievo in banca, comprai medicinali e viveri, e poi ripresi le mie due giornate di cammino per il ritorno all’ospedale.

Quando arrivai in città, vidi due uomini che si picchiavano, uno fu ferito gravemente. Gli prodigai le cure necessarie per le sue ferite ed allo stesso tempo  gli parlai del SIGNORE. Ripresi i due giorni di cammino, la notte feci una sosta nella foresta, e l’indomani arrivai a casa senza incidenti.

Due settimane dopo rifeci lo stesso viaggio. Arrivando in città, fui accostato dal giovane uomo che avevo curato. Il giovane mi disse che sapeva che trasportavo denaro e medicinali. Mi disse: « Io ed alcuni amici ti abbiamo seguito nella giungla, sapevamo che tu ti accampavi la notte. Noi avevamo deciso di ucciderti e prendere il tuo denaro ed i tuoi medicinali.

Ma mentre stavamo per fare irruzione nel tuo campo, noi abbiamo visto che tu eri circondato da 26 guardie armate.» Udendo questo io risi e dissi che ero sempre stato solo in quell’ accampamento nella giungla. Il giovane insistendo disse: « No signore, non sono stato il solo a vedere le guardie. Anche i miei cinque amici l’hanno viste, e tutti le abbiamo contate. Ed è stato per queste guardie che abbiamo avuto paura e ti abbiamo lasciato in pace. »

A questo punto del sermone, un uomo nella congregazione si alzò ed interruppe il
missionario chiedendogli se poteva dirgli il giorno esatto che questo avvenne. Il missionario disse alla congregazione il giorno in cui questo avvenne, e l’uomo che lo interruppe gli raccontò questa storia: « Nella notte del tuo incidente in Africa, qui era mattina ed io stavo giocando al golf. Ero in procinto di mandare la palla in buca quando ho sentito l’urgenza di pregare per te. Infatti, sentii una tale urgenza da parte del SIGNORE, chiamai alcuni uomini di questa chiesa per incontrarci nel luogo di culto e pregare per te. Per favore gli uomini che pregarono con me possono alzarsi? »

Gli uomini che si riunirono per pregare quel giorno si alzarono. Il missionario non voleva sapere chi fossero, era troppo occupato per contare il numero delle persone che si erano alzate. ERANO 26.

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 PERCHE' DIO LO PERMETTE? (torna su)


È possibile comprendere le vie di Dio? Secondo me, un Dio che posso concepire e comprendere non può essere veramente Dio. Sarebbe come un uomo.
Se un bambino non capisce ciò che fa il padre, come potremmo noi comprendere le vie di Dio?
Nelle vecchie antologie c'era una volta questa bella storia che vorrei riportare qui di seguito.

C'era una volta un vecchio uomo solitario che mormorava continuamente contro le vie di Dio.

Un giorno però ebbe un sogno e vide qualcosa che lo fece tacere per sempre. Gli apparve un messaggero di Dio, che gli ordinò di andare con lui. Giunsero in una casa dove furono accolti caldamente.

Il padrone di casa disse: "Oggi per me è giorno di festa, perché il mio nemico si è riconciliato con me e in segno d'amicizia mi ha mandato questo calice d'oro."

Il giorno dopo il vecchio si accorse che il messaggero di Dio portava via la coppa, e si arrabbiò.
Il messaggero gli disse: "Taci. Queste sono le vie di Dio".

Giunsero poi in un'altra casa. L'ospite era un tirchio, borbottava contro questa visita importuna e fece di tutto per urtarli. "Dobbiamo andare", disse il messaggero di Dio. E donò la coppa d'oro all'avaro.
Il vecchio voleva protestare... "Taci. Queste sono le vie di Dio".

Verso sera arrivarono da un uomo povero e molto triste, perché non riusciva ad avanzare con tutti i suoi lavori. Era sempre perseguitato dalla sfortuna.
"Dio ti aiuterà", disse il messaggero, e partendo diede fuoco alla sua casa.
"Fermati!" gridò il vecchio. "Taci! Queste sono le vie di Dio".

Il terzo giorno giunsero da un uomo cupo e chiuso. Era tenero solo con il suo figlioletto. Lo amava molto! Il giorno dopo, quando partirono quell'uomo disse: "Non posso accompagnarvi, ma il mio figlioletto verrà con voi fino al ponte. Abbiate cura di lui". "Dio lo proteggerà", rispose il messaggero.
Giunto al ponte diede una spinta al bambino, e lo fece cadere nel fiume.
"Diavolo! Ipocrita!" gridò il vecchio.
"Queste sono le vie di Dio".

In quell'istante il messaggero di Dio si trasformò in un angelo splendente, e disse al vecchio: "Ascolta! La coppa era avvelenata, all'uomo buono ho salvato la vita, l'avaro invece ha bevuto per la sua morte. Il povero troverà un tesoro durante la ricostruzione della casa, così non sarà più nella miseria per tutto il resto dei suoi giorni. L'uomo di cui ho buttatonel fiume il figlio era un gran peccatore; il bambino che allevava sarebbe diventato un assassino. La perdita del figlio porterà il padre a ravvedimento, mentre il bambino ora sta bene dove si trova, nelle braccia di Dio. Ecco, hai potuto vedere qualcosa della giustizia e della sapienza di Dio. D'ora in poi renderai onore al suo misterioso operare".

Come ho detto, questa storia si trovava scritta nei libri di lettura di una volta. La gente che da giovane leggeva queste storie non era così pronta a chiedersi: "Come può Dio permettere ciò?" Sapeva che le vie di Dio non ci sono comprensibili. Comunque noi non avremo il privilegio di incontrare un angelo che ci spiega così bene queste cose. Dovremo invece avanzare accettando il fatto di non comprendere le vie di Dio. Per bocca del profeta Isaia, Dio ha detto una volta:

"I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, dice il Signore. Quanto il cielo è elevato al di sopra della terra tanto sono elevate le mie vie sopra le vostre vie, e i miei pensieri sopra i vostri pensieri" (Isaia 55:8)

E un poeta ha scritto: Chi, Signore, ti può comprendere,
Avvicinarsi alla tua luce?
Chi può veder la fine
Dove la tua mano conduce?
Tu sciogli quel che noi leghiamo,
Distruggi ciò che costruiamo.
Noi non capiamo,
Però in te fiducia abbiamo.

Tratto da un libro di Wilhelm Busch

 

 

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 L'AVVENTURA DI JOHNNY (torna su)

            In una grande città industriale inglese, un bambino gioca sotto l'occhio benevolo della mamma. Ma approfittando di un momento di distrazione, Johnny riesce ad avventurarsi per strada dove cammina con incuranza. Di lì ad un momento, non vedendolo più, la mamma si precipita dalla vicina; non trovandolo, tutti perdono la testa. S'ispeziona il quartiere senza risultato! La polizia intraprende allora delle ricerche minuziose tutto il giorno, ma invano. Finalmente, verso sera, una telefonata annuncia che Johnny è appena stato ritrovato da una donna. Sta' da lei, in una casa del quartiere più povero della città.

            Il padre entra nella casa indicata e trova infatti il suo piccolo Johnny seduto a tavola con altri bambini, visibilmente contento in loro compagnia, con in mano una fetta di pane imburrato, e con la bocca ancora sporca di marmellata. Egli lo stringe nelle sue braccia, poi quel cristiano, così padrone di sé di solito, si mette a piangere singhiozzando. La giovane donna racconta allora che verso sera ha trovato per strada un ragazzetto tutto in lacrime. Diceva che aveva fame e sapeva soltanto il suo nome: Johnny.

            Nella gran gioia, non sapendo come esprimere la sua riconoscenza, il padre svuota spontaneamente il suo portafoglio nella mano della donna. "È così poco rispetto al valore di quello che lei ha fatto per me, ma accetti questo denaro la prego!" Questa volta è il turno della giovane donna di versare lacrime di riconoscenza: "Devo ringraziare Dio, spiega lei con emozione. Sono vedova, allevo da sola i miei quattro bambini, e a volte è molto difficile per me! Domani dovevo pagare l'affitto e diverse fatture e non avevo abbastanza denaro per regolare tutto. Non sapendo più come fare, ho rimesso la mia situazione nelle mani di Dio ieri sera in preghiera. Il mio Padre Celeste mi ha appena risposto nel suo amore e mi ha dato per mezzo di lei proprio la somma di cui avevo bisogno!"

            Spiegate, se lo potete, come il piccolo Johnny abbia potuto vagare tutto il giorno attraverso una così grande città senza attirare l'attenzione su di sé, come la polizia non l'abbia potuto trovare nonostante le assidue ricerche, come egli abbia incontrato, in quel quartiere lontano, quella giovane mamma cristiana in difficoltà finanziarie ma dal cuore compassionevole, come la somma nel portafoglio del papà fosse esattamente l'ammontare del bisogno di quella vedova. Spiegate tutto questo se lo potete! Quanto a me, ci vedo la mano del mio Dio che esaudisce la preghiera della fede e che "fa cooperare tutte le cose al bene di quelli che l'amano".

 

 

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 IL FIGLIO DEL MAGNATE (torna su)

Si racconta che un ricco magnate del petrolio fosse affetto da una grave malattia che teneva segreta.

In occasione del compleanno del figlio avvocato, alla presenza di tanta gente importante volle fare un regalo al figlio, che gli aveva chiesto una bella macchina sportiva: una Bibbia!

Il figlio scartò il regalo pensando che fosse il pacchetto contenente l’atto di proprietà della macchina ed invece trovò una Bibbia, una stupida e semplice Bibbia, sia pure in copertina di pelle lussuosa!

La sua delusione fu palese a tutti e soprattutto al padre.

Senza esitazione il figlio, con una scusa, abbandonò la festa!

Tornato nel suo studio, gettò la Bibbia in un cassetto e non si fece più vedere.

Di lì a meno di un anno, venne a sapere che il padre era morto e decise di andare al suo funerale.

Si ricordò allora di lui e del suo stupido regalo.

Aprì il cassetto, estrasse la Bibbia e lesse la dedica.

Una lacrima scese sul suo volto: c’era una specie di testamento in cui confessava la sua malattia e lo lasciava erede di tutto.

Poi vide che c’era anche un segnalibro: un assegno da un milione di dollari!

Pianse singhiozzando dal dispiacere per aver fatto morire suo padre senza mai esprimergli un ringraziamento o un segno di affetto.

 

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 LA VIA (torna su)

Un pastore evangelico in America, tempo fa, stava passando tra i banchi della sua chiesa durante un risveglio, quando un giovane pieno di zelo gli gridò: "Signore, può dirmi la via che conduce a Cristo?

"No", fu la risposta data, dopo un'attenta riflessione. "Io non posso dirti la via che conduce a Cristo".

Il giovane rispose: "Chiedo scusa, pensavo che tu fossi un ministro del Vangelo".

"Si, lo sono", fu la replica. "E come mai non puoi dirmi la via che conduce a Cristo?".

"Amico mio", disse il ministro, "non c'è una via che conduce a Cristo. Egli stesso è la VIA. Chiunque crede in Lui è giustificato da ogni cosa. Non c'è una via che conduce a Cristo; Cristo è qui."

 

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 LA FEDE DELLA PICCOLA MARIA (torna su)

Quell'anno la campagna inglese soffriva di una siccità persistente, per cui alcuni credenti decisero di riunirsi per pregare specialmente con lo scopo di ottenere la pioggia.

All'ora e giorno convenuti, ognuno si recò al luogo della riunione di preghiera.

Si vide allora arrivare la piccola Maria con un ombrello nero grande quasi come lei.

Le domandarono: "Senti un po', Maria, perché hai portato un ombrello con un tempo così bello?"

Stupita la bambina rispose: "Non siamo venuti per chiedere a Dio che mandi la pioggia?"

Presto la riunione cominciò.

Mentre erano tutti in ginocchio, si levò il vento e il cielo si coprì di nuvole nere. All'improvviso scoppiò un violento temporale accompagnato da una pioggia torrenziale.

Maria fu la sola a non stupirsi per la risposta così rapida da parte del suo Signore … oltre ad essere la sola ad arrivare a casa asciutta!

Il Signore onora la fede, quella dei piccoli fanciulli che confidano nella provvidenza del Padre Nostro Gesù Cristo! Credere per provare, mai il contrario!

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J. PAUL GETTY  (torna su)

J. Paul Getty era una volta l'uomo più ricco del mondo. Ma la sua avarizia divenne ben nota come la sua ricchezza. Portava abiti raggrinzati. Installò anche un telefono pubblico per essere usato dagli ospiti in casa sua, a Sutton Place, un feudo inglese del 16 secolo. Ma l'esempio peggiore della sua avarizia coinvolse suo nipote. 

J. Paul Getty III, il nipote sedicenne di Getty  era stato rapito nel 1973 da una banda italiana che aveva chiesto 17 milioni di dollari di riscatto.

Ma Getty rifiutò di pagare.

Solamente quando parte dell'orecchio del ragazzo fu tagliato e spedito ad un giornale a Roma, allora Getty cedette.

Ma poi addirittura lui non diede l'ammontare intero; concordò solamente 2.7 milioni di dollari, dicendo a tutti che non sarebbe andato più su.

Fortunatamente il ragazzo per caso fu rilasciato vivo alla vicina Napoli, ma aveva dovuto sopportare i disagi e la prigionia per 5 lunghi mesi!

Quando Getty morì 3 anni più tardi, i suoi figli che lui aveva diseredato tempo prima e le sue prime mogli (lui si era sposato ed aveva accordato il divorzio 5 volte) lottarono in tribunale per avere la sua fortuna che fu valutata in  4 miliardi di dollari!

La maggior parte dei soldi andò alla fine, indovinate dove? Al Museo di Getty in Los Angeles! 

Come lui, anche noi potremmo domandare: "Ma non ho diritto a tenere quello che guadagno?"

"Sicuro, ma noi non stiamo parlando del Tuo diritto; noi stiamo parlando delle tue responsabilità di fronte a Dio. Dio disse ad Abraham, "io ti benedirò... e tu sarai una benedizione" (Ge 12:2).

Tu deve essere una benedizione!

Quando hai più di quello di cui hai bisogno, è come un SEME: comincia a seminarlo! 

 

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LA FEDE DEL SOLDATO (torna su)

Un giovane che lavorava nell'esercito veniva costantemente umiliato perché credeva in Dio.

Un giorno il capitano volle umiliarlo davanti alle truppe.

Chiamò un giovane e disse: "Giovanotto vieni qui, prendi la chiave e vai a parcheggiare la jeep qua davanti."

Il giovane rispose: "Non so guidare!"

Il capitano rispose: "Allora chiedi aiuto al tuo Dio! Facci vedere che c'è!"

Il giovane prese la chiave, andò verso il veicolo e cominciò a pregare.

Poi parcheggiò la jeep proprio come voleva il Capitano.

Quando il giovane soldato uscì dalla Jeep, li vide tutti piangere.

Tutti gli dissero: "Vogliamo servire il tuo Dio!"

Il giovane soldato rimasto stupito, chiese: "Cosa sta succedendo?"

Il capitano aprì il cofano della jeep piangendo e mostrò al giovane che la macchina non aveva motore!

Allora il ragazzo disse: "Vedi? Questo è il Dio che servo, con Dio nulla è impossibile, un Dio che dà vita a ciò che non esiste. Puoi pensare che le cose siano impossibili, ma con Dio tutto è possibile."

Tu che stai leggendo questo, per favore, il Signore sta lavorando per i super miracoli nella tua vita oggi.

Prega: voglio la fede in Gesù Cristo, affinché io ottenga la vita eterna con Lui e la certezza della salvezza. Grazie Gesù!

 

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BENJAMIN FRANKLIN E IL PARAFULMINE (torna su)

Beniamino Franklin stava tornando dall'Inghilterra in America, dopo l’accoglienza trionfale tributatagli per l’invenzione del parafulmine, quand’ecco che scoppiò una tempesta.

All'improvviso un violento lampo lo abbagliò, mentre contemporaneamente il fulmine spezzava l'albero su cui era appoggiato.

Si rialzò, perché il colpo l’aveva scaraventato a terra, ed esclamò: “Grazie, mio Dio, di avermi ricordato che tu sei sempre grande, e che io non sono che un verme!”

 

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SUCCESSE IN UGANDA (torna su)

In Uganda la Bibbia era letta sempre più e faceva proseliti.

Preoccupato, il dittatore Idi Amin osteggiava apertamente gli evangelici e li perseguitava, torturandoli ed uccidendoli.

Un certo Joshua, pastore della Chiesa del Pieno Vangelo a Kampala fu arrestato e gettato in prigione.

Mentre pregava in catene, all'improvviso una luce cominciò a risplendere nella sua buia cella e una voce gli disse: "Tu non sei solo, io sono con te, per sempre!"

Ogni paura sparì, cadde in ginocchio, lodando il Signore e cantando a squarciagola, più forte che poteva.

Ecco allora che la porta della sua cella si aprì e due poliziotti lo tirarono fuori.

Lui pensò che fosse giunto il momento della sua morte e continuò a lodare il Signore.

Quando l'ufficiale lo vide, disse ai due poliziotti: "Avete sentito come canta! Quest'uomo è completamente pazzo. Non serve a niente ucciderlo. Buttatelo fuori!"

Secondo una credenza del luogo, uccidere un pazzo significava essere perseguitati dal suo fantasma!

Un momento dopo era libero.

 

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